Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Imaging e inibitore della acetilcolinesterasi in risposta alla demenza con corpi di Lewy

File:Mayo-clinic-logo.pngUno studio effettuato da ricercatori della Mayo Clinic, pubblicato sulla rivista Brain, afferma che i pazienti affetti da demenza con corpi di Lewy, che non presentano patologie di tipo Alzheimer, hanno maggiori probabilità di migliorare cognitivamente con un trattamento con un inibitore dell'acetilcolinesterasi.

Gli inibitori dell'acetilcolinesterasi sono comunemente usati per trattare pazienti affetti da demenza con corpi di Lewy, scivono i ricercatori nella premessa dello studio.


L'atrofia ippocampale nella risonanza magnetica e il carico di β-amiloide sulla tomografia ad emissione di positroni sono associate alla patologia correlata all'Alzheimer, nei pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy. Fino ad oggi pochi studi hanno esaminato i marcatori di scansione in grado di predire la risposta al trattamento nei pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy.


L'obiettivo di questo studio era determinare se i marcatori di scansione della patologia relativa all'Alzheimer, come il volume dell'ippocampo, il carico di β-amiloide cerebrale nella tomografia ad emissione di positroni con composto PCB11 possano predire la risposta al trattamento con inibitori dell'acetilcolinesterasi nei pazienti con demenza a corpi di Lewy.


E' stata effettuata una analisi retrospettiva su pazienti con demenza con corpi di Lewy sottoposti a trattamento continuo nativo (n = 54) dall'Alzheimer's Disease Research Centre della Mayo Clinic, che hanno successivamente ricevuto gli inibitori dell'acetilcolinesterasi e sono stati sottoposti a risonanza magnetica con volumetria ippocampale. Sono state effettuate valutazioni al basale e follow-up con la Mattis Dementia Rating Scale.


I soggetti sono stati divisi in tre gruppi (miglioramento affidabile, stabili o declino affidabile) usando gli indici dei cambi affidabili della Dementia Rating Scale determinati in precedenza. Sono state testate le associazioni tra i volumi dell'ippocampo e la risposta al trattamento, con l'analisi di covarianza, corrette con i dati di base della Dementia Rating Scale, l'età, il sesso, l'intensità del campo magnetico della risonanza e l'intervallo della Dementa Rating Scale. Sette soggetti sono stati sottoposti a scansione con PCB11 entro 12 settimane dalla risonanza magnetica. E' stata calcolata in questi pazienti la ritenzione globale corticale di PCB11 (scalata alla ritenzione cerebellare).


Utilizzando un metodo psicometrico conservativo di valutazione della risposta al trattamento, ci sono stati 12 pazienti con declino affidabili, 29 casi stabili e 13 pazienti con miglioramento affidabile. Quelli che sono migliorati avevano un ippocampo significativamente più grande di quelli che sono migliorati (p = 0.02) e di quelli stabili (P = 0,04). Un'analisi esplorativa ha dimostrato maggiori volumi di sostanza grigia nei lobi temporali e parietali in coloro che sono migliorati rispetto a quelli che sono peggiorati (P <0,05). I due pazienti che erano positivi alla scansione con tomografia ad emissione di positroni e PCB11 sono peggiorati e coloro che l'hanno avuta negativa sono migliorati o sono rimasti stabili dopo il trattamento.

la conclusione dei ricercatori è che i pazienti affetti da demenza con corpi di Lewy che nella scansione non hanno i sintomi di Alzheimer coesistenti hanno maggiori probabilità di migliorare cognitivamente con il trattamento con inibitori dell'acetilcolinesterasi.

 

Hanno partecipato allo studio Jonathan Graff-Radford, Bradley F. Boeve, David S. Knopman, Ronald C. Petersen del Department of Neurology; Otto Pedraza e Tanis J. Ferman del Department of Psychiatry and Psychology; Scott Przybelski e Timothy G. Lesnick del Department of Health Sciences Research; Prashanthi Vemuri, Matthew L. Senjem, Val Lowe, Clifford R. Jack Jr e Kejal Kantarci del Department of Radiology; e Glenn E. Smith del Department of Psychiatry and Psychology , tutti della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Mayo Clinic

Riferimento: Brain (2012) 135 (8): 2470-2477. doi: 10.1093/brain/aws173 First published online: July 18, 2012

Pubblicato in Brain il 18 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)