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Le placche di Alzheimer nelle scansioni cerebrali PET identificano il futuro declino cognitivo

Nei pazienti con compromissione cognitiva lieve o assente, le scansioni cerebrali che utilizzano un nuovo colorante radioattivo, sono in grado di rilevare una prova precoce dell'Alzheimer che può predire il declino futuro, secondo uno studio multicentrico condotto da ricercatori del Medical Center della Duke University.

La scoperta è pubblicata nell'edizone online del 11 Luglio 2012 di Neurology, la rivista medica dell'American Academy of Neurology. Proviene da piccoli studi che dimostrano che la rilevazione precoce dei rivelatori di placche potrebbe essere uno strumento predittivo per aiutare a guidare la cura e le decisioni terapeutiche per i pazienti con Alzheimer.


Le immagini PET con colorante florbetapir per
evidenziare placche beta-amiloidi mostrano: in alto
a sinistra un soggetto cognitivamente normale; in
alto a destra un paziente con Alzheimer positivo
all'amiloide; in basso a sinistra un paziente con
decadimento cognitivo lieve e, in basso a destra, un
paziente con decadimento cognitivo lieve che è
progredito verso la demenza durante lo studio.
(Credit: Slide courtesy of Neurology)

"Anche in un breve follow-up di 18 mesi possiamo vedere come la presenza delle placche amiloidi influisce sulla funzione cognitiva", ha detto P. Murali Doraiswamy, MD, professore di psichiatria alla Duke che ha guidato lo studio assieme a R. Edward Coleman, MD, professore di radiologia alla Duke. "La maggior parte delle persone che arrivano con compromissione lieve dal medico vuole veramente conoscere la prognosi a breve termine e il potenziale effetto a lungo termine".


Doraiswamy dice che tale conoscenza ha anche alcune insidie. Non esiste una cura per l'Alzheimer, che colpisce 5,4 milioni di persone negli Stati Uniti ed è la sesta causa di morte tra gli adulti statunitensi. Ma ha detto che numerosi farmaci sono oggetto di indagine, e individuare precocemente la malattia potrebbe migliorare la ricerca di loro potenziali benefici e accelerare nuove scoperte, ma anche migliorare la cura e il trattamento dei pazienti attuali.

 

Nello studio su Neurology, 151 persone che si erano arruolate in uno studio multicentrico per provare un nuovo colorante radioattivo chiamato florbetapir (Amyvid), sono stati reclutati per una analisi di 36 mesi. Tra i partecipanti, 69 avevano funzione cognitiva normale all'inizio dello studio, 51 avevano diagnosi di MCI, e 31 avevano demenza di Alzheimer. Tutti hanno completato i test cognitivi e hanno avuto una scansione cerebrale con tomografia ad emissione di positroni (PET). La tecnologia utilizza traccianti radioattivi per evidenziare tessuti specifici e creare una figura tridimensionale di un organo o una funzione biologica.


Il colorante utilizzato nello studio, florbetapir, è stato recentemente approvato dalla US Food and Drug Administration per l'imaging PET del cervello, per stimare la densità di placche beta-amiloidi nei pazienti che vengono valutati per disturbi cognitivi. Si lega alle placche amiloidi che caratterizzano l'Alzheimer, fornendo una visione del cervello che evidenzia se e quanto le placche si sono formate. I pazienti nello studio sono stati rivalutati con ulteriori esami cognitivi dopo 18 e 36 mesi.

 

Al punto dei 18 mesi, i pazienti con decadimento cognitivo lieve che avevano avuto la prova PET delle placche all'inizio dello studio sono peggiorati in larga misura nei test cognitivi rispetto ai pazienti che non avevano evidenza di placche all'inizio del trial. Il 29 per cento dei pazienti positivi alle placche in questo gruppo ha sviluppato l'Alzheimer, rispetto al 10 per cento di quelli che all'inizio non avevano placche. Anche i pazienti cognitivamente normali con evidenza PET di placche all'inizio dello studio hanno mostrato un maggiore calo mentale a 18 mesi rispetto a coloro che sono risultati negativi per le placche.


Lo studio ha inoltre scoperto che le persone con le scansioni negative sono passati da una compromissione minima a quella normale più spesso delle persone con PET positiva, suggerendo che l'ansia del test o problemi di concentrazione avrebbero potuto influenzare la loro prestazione iniziale. "Per la maggior parte dei casi ignoravamo chi sarebbe progredito e chi no, quindi questo approccio è un passo verso la disponibilità di un biomarcatore che predica il rischio di declino nelle persone che stanno vivendo deficit cognitivo", ha detto Doraiswamy, ribadendo che i risultati dello studio forniscono dati iniziali che devono essere verificati da ulteriori ricerche.


I dati finali dello studio, quelli dei 36 mesi, sono stati definiti e saranno presentati alla conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association questa settimana a Vancouver in Canada. Doraiswamy ha anche avvertito che il florbetapir non è attualmente approvato per predire lo sviluppo di demenza o altre condizioni neurologiche e ha sottolineato che esso non deve essere usato come strumento di analisi per le persone altrimenti normali o compromesse al minimo. Analogamente, una scansione positiva non equivale necessariamente alla diagnosi di Alzheimer da sola.


Oltre a Doraiswamy e Coleman (morto in giugno), altri autori dello studio sono: Reisa A. Sperling e Keith A. Johnson del Massachusetts General Hospital, Boston Medical School; Eric M. Reiman del Banner Alzheimer's Institute; Mat D. Davis della University of Pennsylvania; Michael Grundman di Global R&D Partners e della University of California, San Diego; Marwan N. Sabbagh del Banner-Sun Health Research Institute; Carl H. Sadowsky della Nova SE University; Adam S. Fleisher del Banner Alzheimer's Institute e UCSD; e Alan Carpenter, Christopher M. Clark (deceduto), Abhinay D. Joshi, Mark A. Mintun, Daniel M. Skovronsky, e Michael J. Pontecorvo di Avid Radiopharmaceuticals (produttore del colorante Amyvid).

 

Lo studio è stato finanziato dalla Eli Lilly / Avid Radiopharmaceuticals, che commercializza florbetapir e condotto dalla Avid e dal gruppo di studio AV45- A11, un consorzio di centri di ricerca clinica di Alzheimer. Doraiswamy è consulente e portavoce di Lilly / Avid, così come di altre società, e possiede partecipazioni in Sonexa e Clarimedix.

 

 

 

 

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Fonte: Materiale del Duke University Medical Center.

Riferimento:
PM Doraiswamy, RA Sperling, RE Coleman, KA Johnson, EM Reiman, MD Davis, M. Grundman, MN Sabbagh, CH Sadowsky, AS Fleisher, A. Carpenter, CM Clark, AD Joshi, MA Mintun, DM Skovronsky, MJ Pontecorvo. Amyloid- assessed by florbetapir F 18 PET and 18-month cognitive decline: A multicenter study. Neurology, 2012; DOI: 10.1212/WNL.0b013e3182661f74.

Pubblicato in ScienceDaily il 11 Luglio 2012
- Traduzione di Franco Pellizzari.

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