Fonte: Mark D. Shen MD / J Neurodev Disord, via wikimedia.org
Uno studio condotto da ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore (NTU Singapore) ha scoperto che i 'drenaggi' nel cervello, responsabili dell'eliminazione dei rifiuti tossici dall'organo, tendono a intasarsi nelle persone che mostrano segni di sviluppo del morbo di Alzheimer (MA). Ciò suggerisce che tali drenaggi intasati, una condizione nota come 'spazi perivascolari dilatati', sono un probabile segnale di allarme precoce per il MA, una forma comune di demenza.
"Poiché queste anomalie cerebrali possono essere individuate visivamente su scansioni di risonanza magnetica (MRI) di routine eseguite per valutare il declino cognitivo, identificarle potrebbe integrare i metodi esistenti per rilevare il MA in anticipo, senza dover fare e pagare test aggiuntivi", ha detto il professore associato Nagaendran Kandiah della NTU, che ha guidato lo studio.
Justin Ong, studente di medicina e primo autore dello studio, ha aggiunto che individuare precocemente il MA è importante perché consente ai medici di intervenire prima per cercare di rallentare il peggioramento dei problemi cognitivi di un paziente, come perdita di memoria, capacità rallentate di pensiero e cambiamenti di umore. La ricerca è significativa anche perché è una delle poche a livello globale a considerare gli asiatici, la maggior parte degli studi tende a concentrarsi sui caucasici. Il team ha studiato quasi 1.000 persone di Singapore di diverse etnie rappresentative della sua popolazione.
Lo studio ha confrontato persone che non avevano problemi cognitivi e persone con lievi problemi di pensiero. Gli studi asiatici sono cruciali poiché ricerche precedenti suggeriscono che esistono differenze nelle condizioni legate alla demenza tra persone di diversi gruppi etnici. "Ad esempio, studi precedenti mostrano una prevalenza di circa il 50-60% di un importante gene di rischio del MA, l'apolipoproteina E4, tra i caucasici con demenza. Ma tra i pazienti con demenza di Singapore, è inferiore al 20%", ha affermato il professore Kandiah, che è anche direttore del Dementia Research Center di Singapore. Pertanto, i risultati degli studi condotti su pazienti caucasici potrebbero non esserci negli asiatici e viceversa.
Prevedere l’Alzheimer prima che si manifesti
I vasi sanguigni nel cervello sono circondati da spazi, chiamati spazi perivascolari, dove confluiscono e vengono eliminati i rifiuti tossici del cervello, come le proteine beta amiloide e tau presenti in grandi quantità nei pazienti con MA. Se questi drenaggi si intasano perché il sistema del cervello di eliminazione dei rifiuti tossici non funziona in modo efficiente, formano spazi perivascolari dilatati, visibili nelle scansioni MRI. Ma in precedenza non era chiaro se questa condizione fosse collegata anche alla demenza, in particolare al MA.
I ricercatori della NTU hanno cercato di affrontare il problema con studi precedenti che hanno confrontato l'intasamento del drenaggio cerebrale con un numero maggiore di indicatori del MA rispetto a quelli testati in precedenza. Hanno anche confrontato i drenaggi intasati con gli indicatori caratteristici del MA, l'amiloide-beta e i danni alla materia bianca, che è una rete di fibre nervose che collega varie parti del cervello. I ricercatori hanno studiato quasi 1.000 individui di Singapore, di cui quasi 350 senza problemi cognitivi, vale a dire con capacità mentali normali, come la capacità di pensare, ricordare, ragionare, prendere decisioni e concentrarsi.
Il resto dei partecipanti aveva caratteristiche che suggerivano stadi iniziali di malattia cognitiva, incluso un lieve deterioramento cognitivo (MCI) che è uno stadio che precede la demenza conclamata. Secondo ricerche precedenti, le persone con MCI hanno un rischio maggiore di sviluppare la demenza come il MA e la demenza vascolare, che è causata dalla riduzione del flusso sanguigno al cervello. Per quest'ultimo studio, i ricercatori hanno analizzato le scansioni MRI dei partecipanti e hanno scoperto che quelli con MCI tendono ad avere più drenaggi ostruiti nel cervello (spazi perivascolari dilatati), rispetto agli altri partecipanti.
Gli scienziati hanno inoltre effettuato 7 misurazioni basate su specifiche sostanze biochimiche nel sangue dei partecipanti, tra cui amiloide-beta e tau, la cui presenza è un segnale di avvertimento che una persona ha il MA. La presenza di drenaggi intasati nel cervello era collegata a 4 delle 7 misurazioni. Pertanto, le persone con spazi perivascolari allargati hanno maggiori probabilità di avere più placche amiloidi, grovigli tau e danni alle cellule cerebrali rispetto al normale, e sono quindi a maggior rischio di sviluppare il MA.
I ricercatori hanno anche studiato se il danno alla materia bianca del cervello, un noto indicatore di MA, fosse collegato alle sostanze biochimiche legate alla malattia, e hanno trovato tali collegamenti in 6 delle 7 misurazioni biochimiche, ma con un risvolto: hanno confrontato ulteriormente il danno alla sostanza bianca con gli spazi perivascolari allargati e hanno scoperto che nei partecipanti con MCI, il legame con le sostanze biochimiche del MA era più forte per gli spazi perivascolari allargati che per il danno alla sostanza bianca. Ciò suggerisce che drenaggi ostruiti sono indicatori precoci del MA.
Sapere tutto ciò consente ai medici di capire meglio che tipo di trattamento dovrebbero usare per rallentare e prevenire precocemente il MA, possibilmente prima che si verifichi un danno cerebrale permanente.
"I risultati comportano implicazioni cliniche sostanziali", ha affermato il prof. Kandiah. "Sebbene il danno alla sostanza bianca sia più usato nella pratica clinica per valutare la demenza, poiché è facilmente riconoscibile dalle scansioni MRI, i nostri risultati suggeriscono che gli spazi perivascolari allargati possono avere un valore unico nel rilevare i primi segni del MA".
Fonte: Nanyang Technological University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: JJ Hong Ong, [+5], N Kandiah. Association of Enlarged Perivascular Spaces With Early Serum and Neuroimaging Biomarkers of Alzheimer Disease Pathology. Neurology, 2025, DOI
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