Uno studio sulla popolazione finlandese mostra che i segni relativi all'Alzheimer possono già essere presenti nel cervello in mezza età. In futuro, i biomarcatori nel sangue associati alla malattia potrebbero consentire una rilevazione precedente della malattia. Ciò consentirebbe di puntare il trattamento preventivo alle persone giuste mentre la malattia è ancora nella fase lieve.
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Man mano che la popolazione invecchia, stanno diventando più comuni il morbo di Alzheimer (MA) e le altre cause di demenza. I processi patologici che portano ai sintomi iniziano anni o addirittura decenni prima che diventi evidente un qualsiasi declino delle funzioni cognitive, come la memoria.
Uno studio condotto all'Università di Turku in Finlandia ha scoperto che anche gli individui di mezza età possono avere alti livelli di biomarcatori nel sangue associati al MA e i livelli aumentano con gli anni. Un'altra scoperta è stata che un'alta concentrazione di biomarcatore nei genitori, in particolare la madre, può essere associata a livelli più elevati di biomarcatore nella prole di mezza età.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che la malattia renale può essere collegata a livelli più elevati di biomarcatori già in mezza età. Il gene ApoE ε4, che aumenta il rischio di MA, era associato a livelli più elevati di biomarcatore nel sangue in età avanzata, ma non ancora in mezza età.
Un campione di sangue aiuterà a diagnosticare il MA in futuro
Di recente, è diventato possibile identificare i biomarcatori associati al MA attraverso un campione di sangue. In futuro, questo offre un metodo economico per identificare quelli a maggior rischio di sviluppare la malattia e dare la priorità a loro per trattamenti preventivi.
"Nella pratica clinica, rilevare la patologia amiloide-beta associata al MA richiede attualmente studi di scansione o campionamento di liquidi cerebrospinali. Tuttavia, tecnologie di misurazione ultrasensibili, recentemente sviluppate, permettono ora di rilevare biomarcatori cerebrali legati al MA da campioni di sangue", dice Susi Rovio, ricercatrice senior della Università di Turku, che ha guidato lo studio.
Non è ancora possibile diagnosticare definitivamente il MA con un campione di sangue, poiché il metodo è ancora limitato dalla mancanza di valori di riferimento ben noti. Inoltre, non è chiaro quali fattori confondenti influenzano le concentrazioni di biomarcatori nel sangue correlate al MA. Pertanto, le interpretazioni dei biomarcatori ottenuti dal campione di sangue potrebbero portare a diagnosi errate.
"Per usare in modo affidabile i biomarcatori del sangue per la diagnosi del MA in futuro, sono necessarie ulteriori ricerche tra diverse fasce di popolazione ed età per standardizzare i valori di riferimento", evidenzia la Rovio.
Nello studio, pubblicato su Lancet Healthy Longevity, i biomarcatori associati al MA sono stati misurati da campioni di sangue di partecipanti di mezza età (41-56 anni) e dei loro genitori (59-90 anni), su un totale di 2.051 individui.
"Fino ad ora, i biomarcatori cerebrali associati al MA sono stati studiati principalmente negli individui più anziani. Il nostro studio fornisce nuove intuizioni sui livelli di biomarcatori e sui fattori associati a partire dalla mezza età", afferma Marja Heiskanen, ricercatrice senior dell'Università di Turku, prima autrice dello studio.
Fonte: University of Turku (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: MA Heiskanen, [+14], SP Rovio. Factors related to blood-based biomarkers for neurodeg... Lancet Healthy Long, 2025, DOI
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