Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stress può portare all'Alzheimer nelle donne in post-menopausa

senior woman seemingly stressed Image by karlyukav on Freepik

Lo stress può portare al morbo di Alzheimer (MA)? Può farlo nelle donne che sono in post-menopausa, secondo uno studio condotto all'Università del Texas Health Science Center di San Antonio (UT Health San Antonio). Analizzando i dati di 305 partecipanti cognitivamente intatti allo studio Framingham Heart, una coorte continuativa a lungo termine di residenti di Framingham (Massachusetts/USA), gli scienziati hanno scoperto che livelli alti in mezza età dell'ormone dello stress, il cortisolo, sono collegati a una maggiore deposizione successiva di amiloide nelle donne post-menopausa.


L'amiloide è una proteina ​​mal ripiegata che non svolge più la funzione biologica prevista e che, formando depositi nei tessuti e negli organi, è implicata nel MA. Confrontando i livelli di cortisolo in mezza età all'inizio di un periodo di 15 anni con gli indicatori della malattia alla fine del periodo, i ricercatori hanno assodato che tali livelli potrebbero fungere da biomarcatore del MA, con particolare attenzione alle differenze di genere e allo stato di menopausa. Non sono state osservate associazioni significative nei maschi o con la tau, la proteina che contribuisce alla disfunzione e alla morte neuronale.


"I risultati evidenziano l'importanza di identificare precocemente i fattori di rischio quando i biomarcatori sono rilevabili, ma non c'è compromissione cognitiva", ha affermato Arash Salardini MD, professore associato di neurologia cognitiva e comportamentale al Glenn Biggs Institute for Alzheimer and Neurodegenerative Diseases dell'UT Health Antonio e primo autore della ricerca pubblicata su Alzheimer's & Dementia.


Allo studio hanno collaborato ricercatori del Framingham Heart Study, della Boston University, del Gonzaba Medical Group di San Antonio, della Università di Galway (Irlanda), del Centro medico Cedars-Sinai, del Massachusetts General Hospital/Harvard Medical School, della New York University, del Brigham and Women's Hospital, della Yale University e dell'Università della California di Davis.


"Il nostro lavoro mostra che è importante considerare il sesso e lo stato ormonale per capire la patogenesi del MA, e suggerisce che riduzione dello stress e interventi ormonali possono essere utili per prevenire il MA, specialmente nelle donne a rischio", ha affermato Sudha Seshadri, direttrice fondatrice del Biggs Institute e autrice senior dello studio.

 

Puntare presto i fattori di rischio

Lo studio nota che il MA 'sporadico' è la prima causa di declino cognitivo negli anziani. Ciò presenta una fase asintomatica prolungata di accumulo di amiloide-beta, il componente principale delle placche amiloidi, innescando infine il progressivo declino cognitivo. Riconoscendo che questi cambiamenti biologici sono già ben stabiliti al momento in cui emergono i sintomi, gli interventi precoci efficaci devono colpire i fattori di rischio del MA durante le fasi precliniche.


Tuttavia, nonostante i progressi significativi nella comprensione di come la malattia influisce sui normali processi biologici del corpo, più della metà del rischio complessivo è tuttora ignota, sottolineando la necessità cruciale di identificare ulteriori fattori di rischio che possono essere puntati durante la fase preclinica.


Una linea di indagine promettente si concentra sul cortisolo, un ormone steroideo essenziale per l'omeostasi cellulare o l'equilibrio e per la risposta allo stress. Studi genetici avevano identificato mutazioni negli ormoni glucocorticoidi, gli steroidi con effetti antinfiammatori e immunosoppressivi, percorsi di segnalazione che aumentano la suscettibilità al MA.


Inoltre, diversi studi trasversali e longitudinali avevano riferito che livelli più elevati di cortisolo nel sangue sono legati a una maggiore probabilità di sviluppare la malattia. Per affrontare lacune e incoerenze in tali studi, i ricercatori guidati dalla UT Health San Antonio hanno condotto un'analisi longitudinale sui dati della coorte di terza generazione dello studio Framingham Heart, che risale al 1948 e ora è diretto dal National Heart, Lung e Blood Institute.


Hanno valutato circa 15 anni dopo la relazione tra i livelli sierici di cortisolo nei 305 individui cognitivamente intatti di mezza età (media 39,6 anni), 48,5% femmine, con carico amiloide/tau verificato con scansioni di tomografia a emissione di positroni (PET), e hanno eseguito analisi di regressione multivariata aggiustate per i confondenti. Tutto ciò ha permesso loro di studiare l'impatto del cortisolo in una fase precedente della patogenesi del MA, in cui gli interventi potrebbero essere più efficaci.


Dati gli effetti neuroprotettivi di estrogeni e testosterone, che mitigano l'impatto deleterio del cortisolo sui tessuti neurali, hanno anche esplorato le differenze specifiche del sesso, concentrandosi in particolare sul rischio post-menopausa. Hanno ipotizzato che l'impatto del cortisolo sulla patologia di MA sarebbe più pronunciato nelle donne, specialmente dopo la menopausa, in coerenza con alcuni risultati precedenti.


In effetti, hanno scoperto che le donne post-menopausa con cortisolo alto in mezza età hanno un aumento del rischio di MA e che i cambiamenti dell'ormone post-menopausa possono amplificare gli effetti del cortisolo sull'amiloide. "Seguire nel tempo la nostra coorte sarà cruciale per determinare se questi primi cambiamenti amiloidi si traducono in sintomi clinici e per chiarire il ruolo causale del cortisolo nello sviluppo del MA", ha affermato Salardini.

 

 

 


Fonte: University of Texas San Antonio (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Salardini, [+19], S Seshadri. Elevated serum cortisol associated with early-detected increase of brain amyloid deposition in Alzheimer’s disease imaging biomarkers among menopausal women: The Framingham Heart Study. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.