Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Schemi di connettività cerebrale legano la malattia cerebrovascolare al declino cognitivo

Brain connections Immagine: Thiebaut de Schotten

Dei ricercatori hanno trovato nuove informazioni sul modo in cui le interruzioni della funzione cerebrale legate alle malattie cerebrovascolari (CeVD) interagiscono con la patologia del morbo di Alzheimer (MA), influendo sulla neurodegenerazione e la cognizione degli anziani.


Guidato dalla prof.ssa associata Juan Helen Zhou, direttrice del Center for Translational Magnetic Resonance Research della National University of Singapore (NUS), il team di ricerca ha rivelato che un fenotipo del connettoma cerebrale (insieme delle connessioni nel cervello) è correlato a più marcatori di CeVD e contribuisce in modo aggiuntivo al declino cognitivo e alla neurodegenerazione, a fianco del MA. Lo studio evidenzia le CeVD come un disgregatore globale della connettività cerebrale, rimodellando la nostra comprensione del suo ruolo nella demenza.


Le CeVD, spesso compresenti con il MA, sono da tempo un'area di studio significativa nella ricerca sull'invecchiamento e sulla demenza. Si riferiscono a un gruppo di condizioni che colpiscono i vasi sanguigni e il flusso sanguigno nel cervello, come l'ictus, l'aterosclerosi cerebrale (restringimento o indurimento di arterie cerebrali più grandi dovute all'accumulo di placca) e la malattia dei piccoli vasi (microangiopatia) che colpisce i capillari del cervello. Queste condizioni possono portare a danni cerebrali interrompendo la fornitura di ossigeno e di sostanze nutritive, che sono essenziali per la funzione cerebrale normale.


Nello studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, il team ha esaminato l'organizzazione funzionale del cervello in 529 partecipanti anziani in tutto lo spettro della demenza, dalla cognizione sana alla diagnosi di MA. Analizzando il modo in cui sono legati i diversi marcatori dei modelli di attività CeVD e cerebrale per influenzare i partecipanti, il team ha identificato un fenotipo del connettoma funzionale globale, un modello unico nella rete di comunicazione del cervello, che è fortemente associato ad alti livelli di carico di quattro marcatori di CeVD visti sulle scansioni cerebrali.


Una scoperta chiave dello studio è stata l'identificazione degli effetti divergenti tra la p-tau181, un biomarcatore del MA nel sangue e il fenotipo di connessione funzionale correlato alle CeVD, sul declino cognitivo e sull'atrofia cerebrale. Mentre i due fattori hanno contribuito in modo aggiuntivo al declino cognitivo longitudinale e all'atrofia cerebrale, lo studio non ha trovato prove di una relazione sinergica tra CeVD e p-tau181, suggerendo che questi fattori possono influenzare la neurodegenerazione con percorsi distinti.


L'assistente prof.ssa Zhou ha dichiarato:

"Abbiamo scoperto che un fenotipo di rete cerebrale correlato alle CeVD, insieme a un biomarcatore cruciale di MA nel sangue, può fornire potenti intuizioni sulla futura traiettoria del declino cognitivo e della neurodegenerazione. I nostri risultati evidenziano il potenziale dei marcatori basati sulla connessione cerebrale per tracciare il declino cognitivo, in particolare per gli individui a rischio di demenza, e sottolineano l'importanza di integrare neuroscansioni e biomarcatori del sangue per comprendere meglio la patofisiologia di queste malattie compresenti”.


La dott.ssa Joanna Su Xian Chong, ricercatrice senior del gruppo della prof.ssa Zhou e prima autrice dello studio, ha aggiunto:

"Questo modello mostra che l'onere di diversi marcatori di malattie cerebrovascolari può esercitare collettivamente influenze diffuse sulla funzione cerebrale. È importante sottolineare che la combinazione di questo modello legato alle CeVD e il plasma p-tau181, un marcatore del MA, ha avuto effetti indipendenti e additivi sugli esiti a lungo termine. Insieme, hanno contribuito al declino cognitivo e all'aumento dell'atrofia cerebrale al basale e nel tempo, ma non hanno interagito direttamente per amplificare gli effetti reciproci".


Sia la prof.ssa Zhou che la dott.ssa Chong fanno parte anche del Centre for Sleep and Cognition and Healthy Longevity & Human Potential Translational Research Programmes della NUS. Nel proseguo, il team punta a esplorare come il modello di comunicazione cerebrale collegato alle CeVD è influenzato dalla gravità, dalla causa e dalla posizione dei marcatori CeVD durante la progressione della malattia. Prevedono anche di studiare come questo modello interagisce con diversi marcatori di MA per contribuire alla degenerazione e al declino del cervello in più domini cognitivi.


Inoltre, mirano a determinare se si possono usare queste caratteristiche della rete cerebrale come biomarcatore affidabile per monitorare il declino cognitivo attuale e futuro, in particolare negli individui a rischio di demenza. Queste caratteristiche potrebbero offrire previsioni più precise rispetto ai tradizionali metodi di scansione cerebrale e aiutare a identificare prima gli esiti cognitivi a lungo termine. Il loro obiettivo è comprendere meglio i meccanismi cerebrali dietro le CeVD e il MA per sviluppare strumenti di scansione avanzati per la diagnosi precoce e il monitoraggio della malattia.

 

 

 


Fonte: National University of Singapore (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JSu Xian Chong, [+9], JH Zhou. Additive effects of cerebrovascular disease functional connectome phenotype and plasma p‐tau181 on longitudinal neurodegeneration and cognitive outcomes. Alz&Dem, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.