Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori israeliani si sono imbattuti in un approccio rivoluzionario per trattare l'Alzheimer

Il numero crescente di casi di morbo di Alzheimer (MA), che si prevede possa raggiungere 135 milioni entro il 2050, sottolinea la necessità urgente di terapie efficaci.


L'evidenza accumulata indica che nei pazienti di MA c'è una compromissione del meccanismo metabolico che parte diversi decenni prima dell'inizio della demenza e del deterioramento della funzione cognitiva. Il metabolismo ridotto deriva da una disfunzione dei mitocondri, che sono responsabili della produzione della maggior parte dell'energia della cellula, ma sono anche coinvolti nella morte cellulare, nell'infiammazione e nella risposta immunitaria.


Nonostante la malattia sia collegata alla disfunzione mitocondriale, attualmente nessun farmaco candidato ha puntato questo aspetto. I ricercatori dell'Università Ben-Gurion del Negev (Israele) stanno proponendo un nuovo approccio terapeutico che punta il guardiano mitocondriale, il 'canale anionico 1 dipendente dal voltaggio' (VDAC1, voltage-dependent anion channel-1), che controlla l'attività mitocondriale e quindi la vita e la morte della cellula.


Il nuovo obiettivo proposto, e la relativa terapia, hanno dimostrato di migliorare significativamente diversi parametri nei topi modello, come riferito su Translational Neurodegeneration alla fine di dicembre.


Il VDAC1 ha un ruolo cruciale nel processo di morte cellulare mediato dai mitocondri, motivo per cui il team di ricercatori guidato dalla prof.ssa Varda Shoshan-Barmatz del National Institute for Biotechnology nel Negev ha scelto di concentrare gli sforzi sulla disfunzione dei mitocondri in topi modello del MA, come bersaglio di trattamento.


La ricerca ha dimostrato che un aumento della quantità della proteina VDAC1 nella cellula porta alla sua organizzazione come un anello, con un grande canale attraverso il quale escono le proteine fattore-di-morte e il DNA mitocondriale, causando rispettivamente la morte cellulare e una risposta immunitaria.


Un aumento notevole dei livelli di VDAC1 è stato riscontrato nelle malattie cardiache, intestinali (Crohn), autoimmuni (lupus) e altre. Qui, i ricercatori mostrano che la proteina è prodotta a livelli enormi nel cervello di topi modello di MA ed è concentrata nelle cellule nervose intorno alla placca, provocando la loro morte.


La prof.ssa Shoshan-Barmatz ha sviluppato una piccola molecola, VBIT-4, che si lega al VDAC1 e impedisce i cambiamenti patofisiologici associati al MA. La VBIT-4, una molecola che può attraversare la barriera emato-encefalica (BBB), è in grado di prevenire i cambiamenti patofisiologici associati al MA, come la morte delle cellule neuronali, la neuroinfiammazione e le disfunzioni neuro-metaboliche.


Inoltre, ha anche indotto un fenotipo neuroprotettivo negli astrociti e nelle microglia, che sono di norma pro-infiammatorie e neurotossiche. Ciò significa non solo che il trattamento ha protetto dalla degenerazione, ma che ha anche promosso la crescita sana e il normale funzionamento dei neuroni. Inoltre, la terapia ha anche impedito il declino delle capacità cognitive, come l'apprendimento e la memoria, nei topi.


È interessante notare che gli effetti protettivi sono stati acquisiti senza ridurre significativamente le placche di tau o amiloide (Aβ), comunemente ritenute come le cause principali del MA. Ciò suggerisce che l'ipotesi cascata-Aβ, secondo la quale questi elementi sono la causa principale della malattia, potrebbe non riflettere accuratamente la causa sottostante della malattia.


"Puntare il VDAC1 con una nuova molecola che abbiamo sviluppato presenta un approccio innovativo al trattamento del MA e può anche essere usato come trattamento preventivo", ha affermato la prof.ssa Shoshan-Barmatz.

 

 

 


Fonte: Ben-Gurion University of the Negev (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Verma, ...[+11], V Shoshan-Barmatz. Targeting the overexpressed mitochondrial protein VDAC1 in a mouse model of Alzheimer’s disease protects against mitochondrial dysfunction and mitigates brain pathology. Transl Neurodeg, 28 Dec 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)