Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La musica ha il potere di riconnetterci con il nostro passato

Una nuova ricerca indica che la musica stimola meglio del cibo la memoria autobiografica.

Molte persone credono intuitivamente che la musica sia una potente ispirazione dei ricordi autobiografici degli eventi del nostro passato. La musica è sempre più usata come strumento per aiutare le persone con demenza a riconnettersi con il loro passato. Le canzoni preferite possono anche essere un modo significativo per strutturare le discussioni sulla propria storia di vita.


Nonostante questi usi pratici, la ricerca scientifica in questo settore è limitata nell'ambito. La maggior parte degli studi sui ricordi autobiografici evocati dalla musica fino ad oggi hanno usato estratti di musica selezionati dai ricercatori, in genere musica molto diffusa. Inoltre, tali dati sono prevalentemente raccolti in laboratori scientifici o esperimenti online, piuttosto che nei contesti quotidiani in cui normalmente incontriamo la musica. Ciò significa che abbiamo informazioni limitate su come la musica che ascoltiamo realmente negli ambienti della vita reale stimola il richiamo autobiografico.


In uno studio appena pubblicato (Jakubowski et al., 2023), io e i miei colleghi abbiamo cercato di correggere questo squilibrio. Abbiamo raccolto dati da 78 partecipanti durante la loro vita quotidiana. È stato chiesto loro di segnare in un diario cartaceo, per 4 giorni, ogni volta che un brano musicale stimolava un ricordo autobiografico.


Abbiamo anche confrontato questi ricordi autobiografici evocati dalla musica con ricordi autobiografici evocati dal cibo, che sono stati registrati in modo analogo per altri 4 giorni. Inoltre, abbiamo confrontato gruppi di giovani adulti (età 18-34) e di anziani (60-77 anni) in entrambi questi compiti.


Abbiamo scoperto che la musica ha evocato significativamente più ricordi autobiografici rispetto al cibo in entrambe le fasce di età. La musica ha anche innescato ricordi più involontari: quelli venuti in mente spontaneamente senza sforzi deliberati. Questa è una prova notevole del 'potere della musica', data la convinzione popolare che odori e gusti sono spunti particolarmente efficaci dei ricordi involontari, come nell'aneddoto madeleine di Marcel Proust in 'Alla ricerca del tempo perduto/Dalla parte di Swann'.


Inoltre, i ricordi evocati dalla musica erano costantemente valutati come più importanti per la propria storia della vita rispetto ai ricordi evocati dal cibo. Ciò suggerisce che la musica è legata al nostro senso di identità più strettamente del cibo. In effetti, ricerche precedenti hanno dimostrato che le preferenze musicali sono legate ad aspetti importanti di noi stessi come la nostra personalità, le preferenze politiche e gli stili cognitivi.


Sono state anche trovate diverse somiglianze nei ricordi evocati dalla musica e dal cibo. Entrambi i tipi di memoria hanno suscitato emozioni principalmente positive e i due tipi di memoria non differivano nella valutazione di quanto fosse vivido o quanti anni avesse il ricordo.


Nel complesso, gli anziani non differivano dai giovani adulti nel numero di ricordi autobiografici richiamati. Hanno anche richiamato una percentuale di ricordi involontari simile ai giovani adulti. Questi risultati contrastano con studi di laboratorio tipici, che hanno spesso mostrato un declino significativo correlato all'età nel richiamo deliberato della memoria.


Tuttavia, i nostri risultati si allineano ad alcuni studi precedenti sulla memoria involontaria nella vita di tutti i giorni (Berntsen et al., 2015; Warden et al., 2019), suggerendo che gli studi di laboratorio sopravvalutano l'impatto negativo dell'invecchiamento sulla memoria rispetto a questi compiti più naturali.


I dati per questo studio sono stati raccolti negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Speriamo in futuro di espandere la portata globale di questo lavoro, di esaminare se le culture che usano in modi diversi musica e cibo mostrano schemi diversi di risultati.

 

 

 


Fonte: Kelly Jakubowski PhD, assistente prof.ssa di psicologia della musica e condirettrice del laboratorio Musica e Scienze della Durham University (GB).

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • K Jakubowski et al. Comparing music- and food-evoked autobiographical memories in young and older adults: A diary study. British Journal of Psychology, 2023, doi
  • D Berntsen et al. The frequency of involuntary autobiographical memories and future thoughts in relation to daydreaming, emotional distress, and age. Consciousness and Cognition, 2015, DOI
  • EA Warden et al. Absence of age effects on spontaneous past and future thinking in daily life. Psychol Res, 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.