Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Di schiena? Di lato? Faccia in giù? Come dormiamo può innescare malattie o proteggere il cervello

BrainClearsWasteLateralPositionweb

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA), nota anche come malattia di Lou Gehrig, è la forma più comune di malattia dei motoneuroni. Le persone con SLA perdono progressivamente la capacità di avviare e controllare i movimenti muscolari, inclusa la capacità di parlare, deglutire e respirare.


Non esiste una cura nota. Ma di recente, abbiamo studiato dei topi e identificato un nuovo obiettivo nella lotta contro questa malattia devastante: il sistema di eliminazione dei rifiuti del cervello.


Le malattie neurodegenerative (come Parkinson, Alzheimer e sclerosi multipla) condividono molte somiglianze, anche se sintomi clinici e progressione possono apparire molto diversi. L'incidenza di queste malattie aumenta con l'età. Sono progressive e implacabili e provocano una graduale perdita di tessuto cerebrale.


Vediamo anche rifiuti proteici che si accumulano nel cervello. La nostra nuova ricerca ha esaminato il modo in cui il sistema glinfatico, che rimuove i rifiuti dal cervello, potrebbe prevenire la SLA.

 

Catene proteiche, piegature e errate piegature

All'interno del nostro corpo, lunghe catene proteiche si piegano per formare forme funzionali che consentono loro di eseguire compiti specifici, come creare anticorpi per combattere le infezioni, dare supporto alle cellule o trasportare molecole.


A volte questo processo va storto, risultando in proteine '​mal ripiegate' che si raggruppano formando degli aggregati. Le proteine ​​mal ripiegate possono crescere e frammentarsi, creando semi che si diffondono in tutto il cervello per formare nuovi ammassi.


L'accumulo di rifiuti proteici parte all'inizio del processo della malattia neurodegenerativa, ben prima dell'insorgenza dei sintomi e della perdita cerebrale. Come ricercatori, volevamo capire se eliminare o rallentare la diffusione di questi rifiuti proteici, e dei loro semi, poteva fermare o rallentare la progressione della malattia.

 

Puntare la rimozione dei rifiuti

Il sistema glinfatico rimuove i rifiuti, comprese le proteine ​​tossiche, dal cervello. Questa rete di spazi pieni di fluido nel cervello, chiamati spazi Virchow-Robin, è in gran parte inattiva mentre siamo svegli. Ma si mette in azione durante il sonno per distribuire composti essenziali per la funzione cerebrale e per sbarazzarsi dei rifiuti tossici.


Questo può spiegare perché tutte le creature, grandi e piccole (perfino le mosche), hanno bisogno di dormire per sopravvivere. (È interessante notare che le balene e i delfini alternano il sonno tra gli emisferi cerebrali, mantenendo l'altro emisfero sveglio per fare attenzione ai predatori e avvisarli di respirare!)


Con l'età, la qualità del sonno declina e aumenta il rischio di malattie neurodegenerative, compresa la SLA. I disturbi del sonno sono anche un sintomo comune della SLA e la ricerca ha mostrato che una sola notte senza sonno può comportare un aumento dell'accumulo di rifiuti proteici tossici nel cervello. In quanto tale, abbiamo pensato che la funzione glinfatica potesse essere compromessa nella SLA.

 

Topi che invecchiano

Per indagare su questo, abbiamo esaminato dei topi geneticamente modificati per esprimere la TDP-43 umana, la proteina implicata nella SLA. Alimentando questi topi con cibi contenenti un antibiotico (doxiciclina), siamo riusciti a spegnere l'espressione della proteina TDP-43 e a farli invecchiare normalmente. Ma quando i topi sono passati al cibo normale, l'espressione della TDP-43 si è riattivata e le proteine ​​mal ripiegate hanno iniziato ad accumularsi.


Nel tempo, i topi mostravano i segni classici della SLA, compresi i disturbi progressivi dei muscoli e l'atrofia cerebrale. Usando scansioni di risonanza magnetica (MRI) per vedere la struttura del cervello, abbiamo studiato la funzione glinfatica di questi topi solo tre settimane dopo aver attivato l'espressione della TDP-43.


Mentre guardavamo il sistema glinfatico che iniziava a lavorare, abbiamo visto che i topi TDP-43 avevano una eliminazione glinfatica peggiore rispetto ai topi di controllo che non erano stati geneticamente modificati. È importante sottolineare che queste differenze sono state osservate molto presto nel processo della malattia.


Il nostro studio fornisce le prime prove che il sistema glinfatico potrebbe essere un potenziale bersaglio terapeutico nel trattamento della SLA.

 

Come possiamo migliorare la funzione glinfatica?

Non tutto il sonno è uguale. Abbiamo sia sonno con movimento rapido degli occhi (REM, rapid eye movement) che non-REM. Quest'ultima fase include il sonno a onda lenta, quando il sistema glinfatico è più attivo. Le terapie del sonno che migliorano questa fase possono rivelarsi particolarmente vantaggiose per prevenire malattie come la SLA.


Si pensa che anche la posizione del corpo nel sonno influenzi l'eliminazione glinfatica. La ricerca condotta nei roditori ha dimostrato che la rimozione glinfatica è più efficiente nella posizione laterale (dormire sul fianco), rispetto alle posizioni supina (sulla schiena) o prona (frontale). Le ragioni di ciò non sono ancora completamente chiare, ma probabilmente si riferiscono agli effetti della gravità, della compressione e dello stiramento dei tessuti.


Anche le scelte di stile di vita possono essere utili per migliorare la funzione glinfatica. L'olio omega-3, presente nei pesci di mare, è da tempo considerato benefico per la salute e riduce il rischio di malattie neurodegenerative. Nuove ricerche mostrano che questi benefici possono essere in parte dovuti all'effetto positivo dell'omega-3 sulla funzione glinfatica.


È stato dimostrato che un consumo moderato di alcol migliora l'eliminazione dei rifiuti. Negli studi sui topi, si è dimostrato che piccole quantità di alcol assunte a breve e a lungo termine, potenziano la funzione glinfatica mentre le dosi elevate avevano l'effetto opposto.


Pure l'esercizio fisico ha dimostrato di essere utile.


Tutti questi studi mostrano che piccoli cambiamenti nello stile di vita possono migliorare la pulizia dei rifiuti cerebrali per ridurre al minimo il rischio di malattie neurodegenerative. Successivamente, la ricerca deve concentrarsi sulle terapie che puntano direttamente il sistema glinfatico per aiutare coloro che già soffrono di queste malattie debilitanti.

 

 

 


Fonte: David Wright, professore associato di scansioni mediche, Monash University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)