Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rimozione della proteina legata all'Alzheimer è controllata dal ciclo circadiano

circadian cycle

La capacità del cervello di rimuovere una proteina strettamente legata al morbo di Alzheimer (MA) è legata al nostro ciclo circadiano, secondo una ricerca pubblicata su PLOS Genetics. La ricerca sottolinea l'importanza di avere abitudini sane di sonno per impedire alla proteina amiloide-beta 42 (Aβ42) di formare ciuffi nel cervello, e apre un percorso verso potenziali terapie per la malattia.


"La regolazione circadiana delle cellule immunitarie ha un ruolo nella relazione complessa tra orologio circadiano e MA"
, ha dichiarato Jennifer Hurley, esperta di ritmi circadiani e prof.ssa associata di scienze biologiche al Rensselaer Polytechnic Institute. "Questo ci dice che un modello di sonno sano potrebbe essere importante per alleviare alcuni dei sintomi del MA, e questo effetto benefico potrebbe dipendere da un tipo di cella immunitaria chiamata macrofagi/microglia".


La ricerca è stata condotta al Rensselaer Center for Biotechnology and Interdisciplinary Studies, che è concentrato sulle malattie neurodegenerative. La dott.ssa Hurley ha lavorato con i professori Robert Linhardt (esperto di glicani e inventore dell'eparina sintetica) e Chunyu Wang (la cui ricerca continua ha dettagliato diversi meccanismi della produzione e diffusione delle proteine ​​implicate nel MA) del Rensselaer.


Il sistema circadiano è composto da un nucleo centrale di proteine-orologio che anticipano il ciclo giorno/notte attraverso oscillazioni giornaliere nei livelli di enzimi e ormoni, influenzando in definitiva parametri fisiologici come la temperatura corporea e la risposta immunitaria. L'interruzione del sistema circadiano è sempre più associata a malattie come il diabete, il cancro e il MA.


Un segno rivelatore del MA è costituito dalle placche, che sono ciuffi extracellulari di Aβ42 nel cervello. I macrofagi (chiamati microglia quando risiedono nel cervello) sono cellule immunitarie che cercano e distruggono il materiale indesiderato, ed eliminano l'Aβ42 dal cervello ingerendolo in un processo chiamato fagocitosi.


Nella ricerca precedente, la dott.ssa Hurley e i collaboratori del Royal College of Surgeons in Irlanda avevano studiato il controllo circadiano dei macrofagi, accumulando un esauriente insieme di dati che ha permesso di vedere quale RNA e proteine dei macrofagi ​​oscillano al ritmo circadiano.


I ricercatori hanno notato oscillazioni negli enzimi che aiutano a produrre due proteine ​​sulla superficie della cellula macrofagica (i proteoglicani eparan solfato e condroitina solfato), entrambi noti per il loro ruolo nel regolare la rimozione dell'Aβ42. Questi proteoglicani della superficie cellulare potrebbero essere un legame tra il sistema circadiano e il MA?


In una serie di eleganti esperimenti per testare questa ipotesi, il team ha stabilito che la quantità di Aβ42 ingerita dai macrofagi sani oscilla con un ritmo circadiano giornaliero. Quel modello non è presente nei macrofagi senza orologio circadiano.


Hanno anche misurato le oscillazioni quotidiane nei livelli di proteoglicani eparan solfato e condroitina solfato prodotti sulla superficie delle cellule macrofagiche con cicli circadiani sani. Il picco di rimozione dell'Aβ42 si è verificato quando la produzione di proteoglicani sulla superficie delle cellule era al livello più basso, e la rimozione di questi proteoglicani ha aumentato la ingestione, il che suggerisce che i proteoglicani inibiscono la rimozione di Aβ42.


"A questo punto è chiaro che questo è tutto programmato dall'orologio circadiano", ha detto la dott.ssa Hurley. "Quando ci sono molti di questi proteoglicani nella superficie cellulare, i macrofagi non ingeriscono l'Aβ42. Non sappiamo perché deve essere così, ma c'è sicuramente una relazione".


Tale relazione potrebbe essere usata per sviluppare terapie che favoriscono una maggiore rimozione dell'Aβ42, forse aumentando l'ampiezza delle oscillazioni quotidiane, che tendono a diminuire quando invecchiamo.


"In teoria, se potessimo aumentare quel ritmo, forse potremmo aumentare la rimozione di Aβ42 e prevenire i danni al cervello", ha detto la dott.ssa Hurley.

 

 

 


Fonte: Mary L. Martialay in Rensselaer Polytechnic Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gretchen Clark, Yanlei Yu, Cooper Urban, Guo Fu, Chunyu Wang, Fuming Zhang, Robert Linhardt, Jennifer Hurley. Circadian control of heparan sulfate levels times phagocytosis of amyloid beta aggregates. PLOS Genetics, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.