Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Equilibrio nel cervello: ridurre la tau impedisce l'attività anormale dell'Alzheimer

Con l'anno scolastico già iniziato, riconosciamo tutti l'importanza che gli studenti siano pieni di energia. Tuttavia, sappiamo anche che i bambini sovra-stimolati possono causare il caos in una classe, obbligando l'insegnante a cercare di riconquistare il controllo del gruppo. La situazione è molto simile nel cervello, dove le cellule devono rimanere attive, ma in modo ordinato, per svolgere i loro molti compiti importanti.


Se troppe cellule eccitatorie (gli studenti in questa metafora) iniziano a 'sparare' allo stesso tempo, può diffondersi una sovra-eccitazione nell'intera rete neurale (la classe), con il risultato di avere un'attività epilettica. Quindi, le cellule inibitorie (gli insegnanti) riducono l'eccitazione per mantenere l'equilibrio nel cervello.


Ora, ricercatori dei Gladstone Institutes hanno scoperto che ridurre i livelli della proteina tau, nota per il suo ruolo nel morbo di Alzheimer (MA) e in altre condizioni neurodegenerative, cambia le cellule eccitatorie e quelle inibitorie in modi che rendono più difficile che si scateni la sovra-eccitazione nel cervello.


Lennart Mucke MD, direttore del Institute of Neurological Disease dei Gladstone e autore senior del nuovo studio pubblicato su Cell Reports, afferma:

"L'epilessia può essere associata a molti disturbi del cervello, compreso l'autismo e il MA. In precedenza abbiamo mostrato nei topi modello che ridurre i livelli di tau rende il cervello più resistente all'epilessia per diverse cause, ma siamo rimasti perplessi sui meccanismi sottostanti. Le nostre recenti scoperte hanno fatto luce sul modo in cui la riduzione della tau influenza diversi tipi di cellule cerebrali coinvolte nella creazione di attività anormale di rete".


È fondamentale preservare un equilibrio tra l'attività delle cellule eccitatorie e di quelle inibitorie, perché il cervello possa elaborare le informazioni, controllare adeguatamente i movimenti e percepire le cose come sono davvero, piuttosto che in modo distorto.


"Le malattie che ci interessano hanno in comune che causano uno squilibrio inibizione-eccitazione nel cervello", afferma Mucke, che è anche professore illustre di neuroscienze e di neurologia all'UC San Francisco.


Mucke e il suo team hanno scoperto che la riduzione dei livelli di tau impatta sulle cellule sia eccitatorie che inibitorie, ma in modi diversi. Hanno dimostrato che i neuroni eccitatori che mancano di tau non sparano più così tanto, mentre i neuroni inibitori che mancano di tau sono stimolati più facilmente a sparare.


Insieme, questi effetti riducono il rapporto eccitazione-inibizione nelle reti cerebrali, contrastando le malattie che causano aumenti anormali in quel rapporto. Per tornare all'esempio della classe, gli effetti neurali della riduzione della tau sono l'equivalente di rendere gli studenti meno turbolenti e gli insegnanti più efficaci nel supervisionarli.


Proprio come la calma in classe facilita l'apprendimento, l'effetto calmante della riduzione della tau sulle reti cerebrali potrebbe migliorare la capacità del cervello di svolgere le sue funzioni, specialmente quando la calma viene interrotta dalla malattia. Le intuizioni acquisite nel nuovo studio potrebbero aiutare a guidare lo sviluppo di nuove terapie che puntano la tau come un modo per ridurre le attività cerebrali anormali in una serie di malattie neurologiche e psichiatriche.

 

 

 


Fonte: Gladstone Institutes (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Che-Wei Chang, Mark Evans, Xinxing Yu, Gui-Qiu Yu, Lennart Mucke. Tau reduction affects excitatory and inhibitory neurons differently, reduces excitation/inhibition ratios, and counteracts network hypersynchrony. Cell Reports, 19 Oct 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)