Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di demenza e indebolisce la memoria

Un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell'Università di Modena e Reggio Emilia, guidati dal Prof. Marco Vinceti, hanno indagato sulle correlazioni tra l’aumento del rischio di demenza e l’inquinamento atmosferico, con uno studio in corso di pubblicazione su Environmental Research, con prima autrice la fisica modenese Erica Balboni.


Lo studio particolarmente innovativo, condotto al Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze con la collaborazione di ricercatori del Brain Research Center e dell’Institute of Global Health di Barcellona e delle università statunitensi di Harvard e Brigham Young, costituisce la prima meta-analisi dose-risposta mai realizzata riguardante gli effetti dell’inquinamento atmosferico sull’ippocampo, struttura cerebrale di grande importanza per la memoria e per il decadimento cognitivo.


Lo studio si è proposto di valutare se l’inquinamento atmosferico da polveri sottili e da ossidi di azoto potesse influenzare negativamente il volume dell’ippocampo e di conseguenza le sue importantissime funzioni cognitive e di memoria, aumentando il rischio stesso di demenza. Gli autori hanno raccolto tutti gli studi neuroepidemiologici pubblicati sino ad oggi su questa tematica, hanno richiesto in alcuni casi ai singoli gruppi di ricerca ulteriori dati non pubblicati, ed infine hanno utilizzato tecniche statistiche avanzate di meta-regressione.


I risultati ottenuti hanno evidenziato che le polveri sottili e in particolare il cosiddetto particolato fine (PM2,5) sono associati ad una significativa riduzione del volume di questa fondamentale struttura cerebrale. Assente invece è apparsa una relazione tra danni all’ippocampo e biossido di azoto, un altro noto inquinante delle sorgenti di combustione, che includono il traffico autoveicolare.


Un ulteriore significativo risultato emerso da questa analisi è consistito nella comparazione tra effetto dell’inquinamento atmosferico e dell’invecchiamento sulla riduzione di volume dell’ippocampo. Gli autori hanno stimato che l’incremento dei livelli di inquinamento ambientale di 10 µg/m3 di PM2,5 determina un effetto simile a quello esercitato da un anno di ‘età anagrafica’, permettendo quindi di individuare un effetto vero e proprio di invecchiamento precoce indotto da elevati livelli di inquinamento dell’aria esterna.


Tale osservazione rende di conseguenza ancora più significativi gli effetti positivi sulla salute dovuti agli interventi di mitigazione ambientale e sanità pubblica. Tale effetto benefico della riduzione dell’esposizione alle polveri fini è apparso più marcato a livelli elevati di inquinamento ambientale, evidenziando una relazione definibile sul piano statistico come ‘non-lineare’.


L’attività del gruppo di ricerca neuroepidemiologico, coordinato dal Prof. Vinceti, intende adesso approfondire in modo sistematico gli effetti sulle strutture cerebrali dell’esposizione a fattori ambientali di rischio.

 

 

 


Fonte: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Riferimenti: Erica Balboni, Tommaso Filippini, Marta Crous-Bou, Monica Guxens, Lance Erickson, Marco Vinceti. The association between air pollutants and hippocampal volume from magnetic resonance imaging: A systematic review and meta-analysis. Environmental Research, 1 Sep 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.