Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il numero di persone con demenza potrebbe essere stabile in alcuni paesi EU

DementiaCasesEU.jpgNumero di casi di demenza nel 2010 in alcuni paesi europei.In un articolo pubblicato sulla rivista The Lancet Neurology, un gruppo di esperti di epidemiologia della demenza dichiara che in alcuni paesi dell'Europa occidentale si sta stabilizzando il numero di persone affette da demenza - sia nuovi casi che il numero totale con la malattia -, nonostante l'invecchiamento della popolazione, in diretto contrasto con l'«epidemia di demenza» riferita in alcuni studi recenti.


L'articolo discute i dati provenienti da cinque grandi studi epidemiologici fatti in Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna, che confrontano i casi di demenza nelle persone anziane in due periodi di tempo, con gli stessi metodi di diagnosi di demenza nelle stesse regioni geografiche.


I risultati suggeriscono che la prevalenza (cioè, la percentuale della popolazione con demenza) e l'incidenza (numero di nuovi casi di demenza in un dato tempo) di demenza in fasce d'età specifiche stanno cadendo nel tempo e tra le generazioni.


Le stime della proporzione dei casi di demenza all'interno dei paesi sono necessarie per pianificare le prestazioni di assistenza, ma gran parte dell'evidenza usata sia a livello nazionale che locale (ad esempio, obiettivi NHS di cure primarie del Regno Unito) si basa su ricerche iniziate negli anni '80.


"Questi vecchi studi supportano l'idea di una 'epidemia di demenza' continua, ma sono ormai obsoleti a causa dei cambiamenti dell'aspettativa di vita, delle condizioni di vita, e dei miglioramenti nella sanità e nello stile di vita", afferma Carol Brayne, autrice principale e Professoressa di Medicina di Sanità Pubblica alla Università di Cambridge nel Regno Unito.


I risultati di 4 dei 5 studi analizzati nell'articolo mostrano cambiamenti non significativi nei casi complessivi di demenza nel corso degli ultimi 20 o 30 anni:

  • Lo studio del Regno Unito ha mostrato una significativa riduzione (circa il 22%) nella prevalenza generale delle persone di 65 anni nel 2011 rispetto alle stime previste nel 1990, con conseguente stabilizzazione del numero stimato di persone affette da demenza.
  • I risultati dello studio fatto a Saragozza in Spagna hanno mostrato un calo significativo della prevalenza di demenza negli uomini over-65 (circa il 43%) tra il 1987 e il 1996.
  • Gli studi fatti a Stoccolma (Svezia) e Rotterdam (Paesi Bassi) hanno mostrato che l'incidenza specifica per età della demenza è in calo in queste regioni.


"La diminuzione suggerita dei casi di demenza coincide con miglioramenti dei fattori protettivi (come le condizioni di istruzione e di vita) per la demenza e una generale riduzione dei fattori di rischio (come le malattie vascolari) negli ultimi decenni", spiega la Brayne. "Incidenza e morti per le principali malattie cardiovascolari sono diminuiti nei paesi ad alto reddito dal 1980. Ora stiamo vedendo potenzialmente i risultati dei miglioramenti nella prevenzione e nel trattamento dei principali fattori di rischio cardiovascolari, come pressione alta e colesterolo, riflessi nel rischio di sviluppare demenza".


Secondo i ricercatori, anche se la diminuzione dell'insorgenza della demenza è un segno positivo, l'assistenza della demenza rimarrà una sfida cruciale per molti anni a causa dell'invecchiamento della popolazione. "E' importante ricordare che gli over-85 formano il gruppo a crescita demografica più rapida, e si stima che circa il 40% di loro è attualmente colpito da demenza", dice il co-autore Yu-Tzu Wu della Università di Cambridge nel Regno Unito.


La prof.ssa Brayne conclude: "La evidenze più aggiornate suggeriscono un quadro relativamente ottimista delle possibili tendenze future nei casi di demenza e rafforza la necessità di spostare una parte maggiore della nostra attenzione sociale e di ricerca sulla prevenzione primaria nel ciclo di vita, con un riequilibrio da quella che poteva essere vista come l'eccessiva enfasi corrente sulla diagnostica e sugli interventi di farmaci per la demenza (che rilevano presto o tardi la patologia assunta).

"Le politiche che affrontano i determinanti della salute nelle fasi iniziali della vita e migliorano la riserva cognitiva per le popolazioni possono avere l'impatto più a lungo termine sulla riduzione del rischio di demenza in una determinata età in vecchiaia e sulla salute della popolazione in generale".

 

 

 


Fonte: The Lancet via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yu-Tzu Wu, Laura Fratiglioni, Fiona E Matthews, Antonio Lobo, Monique M B Breteler, Ingmar Skoog, Carol Brayne. Dementia in western Europe: epidemiological evidence and implications for policy making. The Lancet Neurology, 2015; DOI: 10.1016/S1474-4422(15)00092-7

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.