Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Considerare il plesso coroideo nell'Alzheimer

Gray723.pngIl plesso coroideo è, tra le altre cose, un filtro del fluido cerebrospinale.

Si tratta di un ruolo analogo a quello del rene nel filtrare il sangue, anche se i due organi sono molto differenti nella struttura ad ogni livello, e il plesso coroideo produce anche il liquido che filtra.


Come tutti i sistemi nel corpo e nel cervello, il plesso coroideo riduce progressivamente la sua funzionalità con l'età, e i ricercatori hanno motivo di credere che questa riduzione contribuisca a condizioni come l'Alzheimer. Riporta infatti un documento molto interessante della Purdue University: "Un organo del cervello chiamato plesso coroideo gioca evidentemente un ruolo fondamentale nel prevenire l'accumulo di una proteina associata all'Alzheimer. I ricercatori [dell'Università] hanno scoperto che il plesso coroideo agisce come una sorta di 'rete da pesca' che cattura la proteina, chiamata beta-amiloide, e le impedisce di formarsi nel fluido cerebrospinale che circonda e bagna il cervello e il midollo spinale. Tessuto nell'organo è inoltre in grado di assorbire grandi quantità della proteina e può contenere enzimi capaci di digerire la beta-amiloide."


I livelli di beta-amiloide nel cervello sono più dinamici di quanto comporta il loro accumulo lento nel corso degli anni. Si può pensare alla condizione (e anzi all'aumento dei livelli di amiloide nell'invecchiamento in generale) come uno squilibrio da lenta progressione nella creazione dell'amiloide e nei meccanismi di eliminazione piuttosto che un lento e irrevocabile deposito di amiloide. Ciò a sua volta implica che una terapia che funziona potrebbe invertire rapidamente la malattia in tutte le fasi, esclusa l'ultima dove i neuroni muoiono in gran numero.


Lo studio della Washington University School of Medicine apparso su EurekAlert il 9 Dicembre 2010 riporta: "L'aumento dei livelli cerebrali di una sostanza che forma le placche significa che i pazienti ne stanno producendo di più o che non riescono più ad eliminarla dal cervello con l'efficacia di prima? ... L'eliminazione è compromessa nell'Alzheimer. Abbiamo confrontato un gruppo di 12 pazienti con Alzheimer con 12 soggetti di pari età cognitivamente normali. Entrambi i gruppi hanno prodotto beta-amiloide (A-beta) alla stessa velocità media, ma c'è un calo medio di circa il 30 per cento dei tassi di eliminazione nel gruppo con Alzheimer. ... Gli scienziati calcolano questa settimana [che] ci sarebbero voluti 10 anni perchè la riduzione dell'eliminazione potesse causare un accumulo di beta pari a quello osservato nel cervello dei malati di Alzheimer. I risultati hanno importanti implicazioni sia per la diagnosi che per il trattamento."


Un documento più recente rivede ciò che è noto sul ruolo del plesso coroideo (studio Pathological Alteration in the Choroid Plexus of Alzheimer's Disease: Implication for New Therapy Approaches): "Negli ultimi anni, molta attenzione è stata rivolta al ruolo del plesso coroideo nel sistema nervoso centrale (SNC) sia in condizioni normali che patologiche. Questa struttura ventricolare specializzata è emersa recentemente come un attore cruciale in una varietà di processi che monitorano e mantengono la biochimica e l'omeostasi cellulare del sistema nervoso centrale.

Il ruolo principale del plesso coroideo è quello di produrre liquido cerebrospinale (CSF) e di mantenere l'ambiente extracellulare del cervello attraverso il monitoraggio dello scambio chimico tra il CSF e il tessuto cerebrale. Ciò comporta la sorveglianza dello stato chimico e immunologico del fluido extracellulare e la rimozione di sostanze tossiche come pure altri ruoli importanti nei processi rigenerativi a seguito di eventi traumatici. Oltre al CSF, il plesso produce vari peptidi, che possono avere proprietà nutritive e neuroprotettive. ...

Le alterazioni morfologiche del plesso coroideo nell'Alzheimer (AD) sono state ampiamente studiate. Questi cambiamenti includono l'atrofia epiteliale, l'ispessimento della membrana basale, e la fibrosi stroma. Il risultato è l'alterazione significativa delle funzioni di sintesi, secretorie, e di trasporto con conseguente diminuzione del ricambio del liquido cerebrospinale (CSF). Studi recenti discutono il potenziale impatto di questi cambiamenti, compresa la possibilità di ridottuzione della resistenza agli insulti dello stress e la lenta eliminazione di composti tossici dal CSF, con specifico riferimento al peptide amiloide".

File:Gray723.png

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 


Pubblicato da Reason in FightAging.org il 8 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)