Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'ultimo recupero nella vita: la lucidità terminale, mistero del capezzale

Per parafrasare Shakespeare, ci sono più cose in cielo e in terra di quante possiamo immaginare o comprendere. Questo vale certamente per i molti eventi insoliti e misteriosi che possono verificarsi intorno al letto di morte.


Oggi, molte persone hanno sentito parlare di visioni del letto di morte in cui i morenti hanno visioni di parenti defunti, figure religiose, animali domestici o amici ed esperienze di quasi-morte in cui qualcuno è vicino alla morte o è morto, ha lasciato il corpo, sperimenta l'aldilà e ritorna in vita.


Ci sono, tuttavia, altre esperienze eccezionali di fine vita che sono meno conosciute ma ugualmente intriganti. Uno di questi fenomeni ha molti nomi diversi. Si chiama "l'ultimo evviva", "l'addio finale" o "il recupero del fine vita". Più di recente, è stato definito 'lucidità terminale' da Michael Nahm, un ricercatore e biologo tedesco [1].


La lucidità terminale non deve essere confusa con l'agitazione terminale, che è caratterizzata da delirium, ansia, agitazione e declino cognitivo. Anzi, è proprio l'opposto: la lucidità terminale si applica a chi è vicino alla morte ed è insensibile (non rispondente), e che tuttavia improvvisamente mostra un netto miglioramento della propria energia e del proprio funzionamento mentale.


Si impegna in una conversazione significativa con gli altri e può anche chiedere cibo o bevande. Sembra essere il suo vecchio sé. Le famiglie sentono che ha avuto luogo una guarigione miracolosa e che la loro persona amata ora andrà meglio, solo per vederla morire minuti o ore più tardi.


C'è stata relativamente poca ricerca scientifica sul fenomeno della lucidità terminale. È stata definita solo dal 2009, anche se, secondo Nahm, nella letteratura medica ci sono resoconti aneddotici risalenti ad almeno 250 anni fa di persone che hanno avuto recuperi di fine vita.


Coloro che lavorano con i morenti, come le infermiere dell'hospice, hanno certamente familiarità con esso. Ci sono molte domande sul fenomeno: perché e come succede? Qual è il meccanismo coinvolto? Perché alcuni lo hanno mentre altri no? La lucidità terminale si è verificata in individui con demenza, tumori cerebrali, ictus e malattie mentali come la schizofrenia. Queste sono le persone che sono considerate meno propense ad avere questa esperienza, eppure lo fanno.


Un piccolo gruppo di ricercatori sta attualmente studiando la lucidità terminale. Oltre a Nahm, Alexander Betthyany di Vienna [2] ha tentato di raccogliere dati al riguardo. Finora il tasso di risposta al questionario che ha distribuito è stato limitato. Mentre i risultati non sono in alcun modo definitivi, su 227 pazienti con demenza localizzati, circa il 10 percento ha mostrato lucidità terminale.


Dalla sua revisione della letteratura, Nahm ha riferito che circa l'84% delle persone che soffrono di lucidità terminale muoiono entro una settimana, e il 42% che muore lo stesso giorno. Questi risultati suggeriscono che la cognizione normale può esserci nonostante un cervello gravemente danneggiato.


Com'è possibile che il cervello di qualcuno venga distrutto da una malattia, eppure la persona possa diventare lucida e coinvolgente vicino alla morte? Nahm fornisce l'esempio di una donna di 91 anni che soffriva di Alzheimer da 15 anni:

"La donna da tempo non rispondeva e non aveva mostrato segni di riconoscere sua figlia o qualcuno altro nei 5 anni precedenti. Una sera, iniziò una normale conversazione con sua figlia. Ha parlato della sua paura della morte, delle difficoltà che ha avuto con la chiesa e i membri della sua famiglia, e poi è morta poche ore dopo" [3].


Non c'è ancora una risposta scientifica logica a questo mistero medico. Non ci sono abbastanza informazioni per postulare un meccanismo definitivo per la lucidità terminale. Il fatto che si verifichi in persone con diverse malattie suggerisce che potrebbero esserci processi diversi.


Alcuni ipotizzano che questa potrebbe essere un'esperienza spirituale o un dono divino. Certamente avere un'ultima opportunità di stare con il loro caro e di dargli gli ultimi saluti è un regalo per i familiari che assistono alla morte. Sia i familiari che i caregiver che sono stati testimoni di questo stato si sentono cambiati dall'esperienza.


Esperienze eccezionali come la lucidità terminale, visioni sul letto di morte e esperienze di quasi-morte hanno sollevato dubbi sul fatto che la mente sia effettivamente un prodotto del cervello. Alcuni filosofi e teologi hanno teorizzato che la coscienza è al di fuori del cervello. Questa idea è stata suggerita come una spiegazione delle esperienze di quasi-morte.


Speriamo che arrivi un giorno in cui possiamo avere le risposte a queste esperienze insolite. Fino ad allora, se sei con la persona amata alla fine della sua vita e hai la fortuna di stare con lei quando ha una tale esperienza, considerala un regalo finale e assapora quei momenti.


I morenti che hanno queste esperienze sembrano avere una morte più calma e pacifica, mentre i familiari che erano con loro dicono che serberanno sempre nel cuore gli ultimi momenti speciali con il loro caro.

 

 

 


Fonte: Marilyn Mendoza PhD, istruttrice clinica nel dipartimento di psichiatria della Tulane University.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. Nahm, M. (2009). Terminal Lucidity in People with Mental Illness and other Mental Disability: An Overview and Implications for Possible Explanatory Models. Journal of Near-Death Studies, 28(2), Winter 2009, 87-106.
  2. Nahm, M., Greyson, B. Kelly, E. and Harroldsson, E.  (2011)Terminal Lucidity: A Review and a Case Collection. Archives of Gerontology and Geriatrics. 55,138-142.
  3. http://www.michaelnahm.com/terminal-lucidity
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)