Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il legame tra perdita dell'olfatto e Alzheimer

Il legame tra perdita dell'olfatto e AlzheimerDegli studi hanno dimostrato che la perdita del senso dell'olfatto può essere uno dei primi segnali di avvertimento di malattie come Alzheimer e Parkinson.


Ora un ricercatore dell'Università della Pennsylvania vuole andare ancora più indietro nella ricerca di indizi su questo processo, per scoprire se c'è un fattore comune che provoca la perdita dell'odorato e che può essere il primo segnale di avvertimento per una serie di malattie neurodegenerative.


In una recensione pubblicata online in Lancet Neurology, Richard L. Doty PhD, professore di Otorinolaringoiatria e direttore del Centro dell'Odore e del Gusto, cita le evidenze che il legame comune potrebbe essere il danno ai neurotrasmettitori e ai recettori neuromodulatori nel proencefalo, la parte anteriore del cervello.


"Dobbiamo tracciare le fasi dello sviluppo di queste malattie", ha detto Doty. "Sappiamo che la perdita di odorato è un segno precoce del loro inizio, per cui trovare fattori comuni associati a questo problema potrebbe fornire indizi sui processi preesistenti che fanno partire una serie di malattie neurodegenerative. Una comprensione di tali processi potrebbe fornire nuovi approcci al loro trattamento, compresi i modi per rallentare o fermare il loro sviluppo prima che si formi un danno irreversibile".


Attualmente, in genere si ritiene che la perdita di odorato in varie malattie neurodegenerative sia causata dalle patologie specifiche della malattia. In altre parole, diverse malattie possono causare la stessa perdita di odore per motivi diversi. La revisione di Doty - la prima del suo genere - ha esaminato molte malattie neurodegenerative, con diversi gradi di perdita di odorato, e ha cercato di trovare un collegamento comune che potrebbe spiegare tali perdite.


Egli ha considerato fattori fisiologici e fattori ambientali come l'inquinamento atmosferico, i virus e l'esposizione ai pesticidi, ma "alla fine, dopo aver valutato ogni possibilità, ci sono stati casi in cui questi fattori non si sono presentati, e quindi non possono essere considerati potenziali biomarcatori universali".


Doty ha trovato prove convincenti di una soluzione neurologica: i danni ai recettori neurotrasmettitori e neuromodulatori nel proencefalo, in particolare un sistema che impiega la sostanza neurochimica acetilcolina. I neurotrasmettitori sono le sostanze chimiche che trasmettono segnali in tutto il cervello, i neuromodulatori influenzano l'attività dei neuroni nel cervello e i recettori ricevono i segnali, e se sono danneggiati, si riduce la capacità del cervello di elaborare normalmente gli odori.


"La buona notizia è che possiamo valutare i danni ad alcuni sistemi verificando la loro funzionalità negli esseri viventi con sostanze neurochemiche radioattive e scansioni del cervello come la tomografia a emissione di positroni (PET)", ha detto Doty. "Purtroppo, attualmente sono disponibili pochi dati, e quelli storici dei danni ai sistemi neurotrasmettitori / neuromodulatori, incluso il conteggio delle cellule fatti dagli studi su autopsie, sono limitati a poche malattie. Inoltre, sono rari i dati quantitativi sullo stato olfattivo del paziente, soprattutto prima della diagnosi della malattia".


Doty ha affermato che la mancanza di dati precoci è un problema a livello globale nella ricerca di fattori che potrebbero spiegare la perdita di odorato. "Il test degli odori non fa parte del check-up standard e le persone non riconoscono un problema nell'odorato finché non è già grave", ha detto Doty. "La ricerca che sta ora iniziando in Giappone testerà migliaia di persone nel corso dei prossimi anni, per definire meglio l'associazione tra i cambiamenti dell'odorato e una vasta gamma di misure fisiologiche nelle popolazioni più anziane".


"Se esistesse un fattore universale, i vantaggi per i pazienti sarebbero ovvi", ha detto Doty. "Il danno ai recettori neurotrasmettitori e neuromodulatori è una possibilità promettente, ma abbiamo bisogno di ulteriori ricerche in questo settore per rispondere veramente alla domanda. Potrebbe essere la chiave per sbloccare una migliore comprensione della malattia neurologica".

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Richard L Doty. Olfactory dysfunction in neurodegenerative diseases: is there a common pathological substrate? The Lancet Neurology, 2017; 16 (6): 478 DOI: 10.1016/S1474-4422(17)30123-0

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.