Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Progressi (e battute d'arresto) nella diagnosi di Alzheimer

Quando ero studente di medicina, un medico saggio mi ha detto che se si vuole sapere se un paziente ha l'Alzheimer, basta semplicemente chiedere dove ha parcheggiato l'auto. Se il paziente risponde "ho parcheggiato esattamente quattro isolati più avanti, due auto dopo l'idrante", allora si dovrebbe propendere per demenza precoce. Se invece il paziente risponde "non lo so", probabilmente ha la depressione.

Ero completamente confuso. La sua logica era che il paziente Alzheimer tende a sovracompensare la perdita di memoria, e il paziente con la depressione - una imitazione comune dell'Alzheimer - è troppo apatico per curarsene.

In un certo senso, questo tipo di giudizio clinico continua a costituire la spina dorsale della diagnosi dell'Alzheimer, soprattutto perché non c'è molto che i dottori possano fare (a parte l'esecuzione di un pannello di test per escludere una lista di circa 12 cose diverse) per arrivare alla diagnosi - fino ad ora.

La settimana scorsa, un comitato consultivo dell'FDA ha raccomandato all'unanimità una scansione del cervello che può misurare direttamente la quantità di amiloide depositata nel cervello di un individuo [ndr: vero solo parzialmente e non subito, vedi comunicato dell'Alzheimer Association]. Questo è un traguardo importante perché fino ad ora, non vi è stato modo di scrutare il cervello di qualcuno e ottenere queste informazioni. Medici e ricercatori sono stati costretti a vivere senza questi dati, in attesa della morte del paziente e dell'autopsia eseguita da un neuropatologo come me.

Questo è grande, ma c'è un problema. C'è un piccolo dettaglio scomodo nell'Alzheimer - di cui io e molti altri che guardiamo i cervelli della demenza abbiamo parlato per anni: le placche amiloidi sono meno valide come marker per l'Alzheimer di quanto la maggior parte della gente pensa.

Mi spiego. Quando le persone invecchiano, l'accumulo di amiloide è così comune che i alcuni neuropatologi lo considerano un fenomeno normale. Infatti, la quantità di amiloide può essere così in alta nei pazienti non-dementi che i loro cervelli sono praticamente indistinguibili da quelli osservati nell'Alzheimer. Viceversa, vi sono innumerevoli esempi di pazienti diagnosticati in vita con grave demenza di tipo Alzheimer, ma con livelli molto bassi di amiloide post-mortem. Con tale variabilità, è molto difficile per i medici interpretare le scansioni dell'amiloide.

Questo ha il potenziale per rappresentare un problema significativo. Ecco perché: La stragrande maggioranza delle persone anziane sperimentano ciò che noi chiamiamo disturbi della memoria associati all'età. Mentre la maggior parte di questi pazienti non svilupperanno mai l'Alzheimer, saranno comunque preoccupati e molti saranno sottoposti a scansione. Poiché molti pazienti normali hanno notevoli depositi di amiloide, un risultato positivo non avrà molto peso. Inoltre, poiché molti pazienti con Alzheimer hanno livelli molto bassi di amiloide (forse più nella fase iniziale della malattia), un risultato negativo non significa niente lo stesso. Infine, dato che ci sono solo limitatissime opzioni per il trattamento dell'Alzheimer (vedi mio precedente articolo), potrebbe non valere la pena sprecare il nostro tempo a cercare di rispondere a questa domanda.

In qualche modo, la confusione aggiunge chiarezza. Maggiori informazioni sono di solito meglio. La variabilità in quello che le scansioni rivelano, sottolinea un movimento nella ricerca sulla demenza, e questa è l'accettazione che non tutti i malati di Alzheimer sono uguali e che la demenza ha molte cause. E' solo attraverso una migliore comprensione dei molteplici fattori che portano alla neurodegenerazione che saremo in grado di sconfiggere efficacemente la malattia che chiamiamo di Alzheimer.

Queste scansioni di amiloide avranno un ruolo importante per aiutarci nella sottoclassificazione delle demenze. Un altro effetto positivo importante di queste scansioni saranno nell'area dello sviluppo dei farmaci. Le scansioni ci permetteranno di misurare le risposte del paziente alle terapie che mirano gli amiloidi negli studi clinici. Ciò accelererà notevolmente il ritmo di sviluppo farmacologico.

Nell'insieme, dobbiamo essere ottimisti sul fatto che un progresso viene finalmente fatto nella nostra battaglia contro l'Alzheimer. La sfida maggiore che vedo davanti è la risposta anemica alla crisi da parte dei nostri politici, in termini di fornire finanziamenti - ma questo argomento deve attendere un altro articolo.

Dr. John Crary
Scritto dal Dr. John Crary, Assistente Professore del Department of Pathology and Cell Biology, nel Medical Center della Columbia University, specialista in Patologia

 

Pubblicato su AOL Health il 28 gennaio 2011

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.