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La prova che i giochi mentali funzionano

Il motivo per cui il mio cervello fa lavoro straordinario è la preoccupazione di sapere se il mio cervello continuerà a fare lavoro straordinario. Il padre di un mio amico, consapevole che stava sviluppando la demenza, disse a suo figlio: "Beh, se ho il morbo di Alzheimer, è un tuo problema". Mi sono collegato a quello. Colpisce molti nervi - nervi cerebrali della vista, del gusto, delle funzioni motorie, e dell'udito.

Ho cominciato a chiedermi "cosa succederebbe se", quando ho letto di Kim Peek, un dotto autistico, ispiratore del film premio Oscar "Rain Man", che ha mostrato uno straordinario potere della memoria. I medici credevano che Peek avesse la memoria più capiente del mondo per i fatti. Morì a 58 anni.

Ultimamente mi sto dimenticando cose. Vado al computer e non ricordo cosa volevo cercare. Oppure scrivo una lista delle cose da fare, ma non ricordo dove ho messo il pezzo di carta.

Ho letto che giocare a bridge ci aiuta a conservare le cellule della memoria. Da ragazzino mi piaceva giocare a "memorie", un gioco di carte che richiede l'abilità di memorizzare tutte le carte in un mazzo. E' un lontano cugino del bridge, ma molto più complicato.

Così, mi sono iscritto a una serie di lezioni di bridge alla Gus Canty Center di Falmouth, per scongiurare i problemi di memoria incombenti e imparare alcuni nuovi trucchi con le carte. Ebbene, il "matacchione" era in me. Mi sono perso la prima lezione perché l'avevo davvero dimenticato. Non era un buon segno. Fortunatamente, l'istruttore, Ginny King di Falmouth, mi ha chiamato il giorno dopo per ricordami degli appuntamenti futuri e di acquistare un libro sul bridge. L'ho messo da qualche parte in casa.

Per far ripartire il mio cervello sono favorevole ai giochi di parole. Le cose con i numeri mi danno agitazione. Anche se non ho alcun problema di gestire un libretto di assegni o pagare le bollette, i moduli fiscali e le moltiplicazioni letteralmente mettono alla prova il mio cervello. Come appassionato di Scrabble, respiro meglio e sorrido prima ogni mattina quando finisco il puzzle Jumble, quel difficile gioco di parole nel giornale. Si tratta di un set di cinque anagrammi con un fumetto che appare in 600 giornali. Il Jumble della Domenica è divertente il doppio, con un numero doppio di anagrammi.

Ci sono diversi giochi mentali sui giornali oggi che consentono di farci passare le mattine, come il cruciverba, Sudoku, Kenken, Quiz Scacchi, e Daily Bridge Club tra gli altri. Giochi enigmistici come questi tengono le cellule cerebrali al lavoro. Acuiscono la mente mantenendola attiva, come fanno i giochi da tavolo di strategia - scacchi, Go, Backgammon, Dama, per citare i più popolari.

Il mio amico Larry gioca a scacchi costantemente, è sempre sul computer, misurando le sue mosse con altri giocatori ossessionati su uno dei siti di scacchi; gioca anche con un gruppo di altri pensionati il mercoledì. Egli non può fare a meno di giocare a scacchi. Prima di Internet, aveva l'abitudine di giocare da solo a casa con una scheda elettronica computerizzata chiamata "The Chester". Non scherzo.

Un altro gioco di parole divertente che mi piace è Jotto, orientato alla logica, giocato con due giocatori usando carta e penna. Anch'esso aiuta una grande ri-partenza del cervello. Ogni giocatore sceglie una parola segreta di cinque lettere che si trova nel dizionario, nomi propri non sono ammessi. Lo scopo del gioco è di scoprire correttamente per primi la parola degli altri giocatori attraverso una metodologia di domande e risposte deduttive. I giocatori si alternano a chiedere parole nel tentativo di dedurre la parola segreta dell'altro, per esempio, se la parola segreta è "house" e un giocatore chiede "reach", ottiene una risposta di 2 (per la "e" e la "h"). Utilizzando un alfabeto scritto come guida, i giocatori possono eliminare lettere della parola dell'avversario quando una risposta è "zero". Jotto è logica deduttiva al lavoro.

Durante il mio primo colloquio con il Direttore delle pubbliche relazioni dell'ASCAP (ndr: simile alla nostra SIAE), in qualche modo siamo arrrivati al giornalismo e ai giochi di parole. Il mio futuro capo, Signor Frolich, energico ed estroverso di New York, aveva un grande senso dell'assurdo e una curiosità su tutto. Era anche esigente su grammatica e ortografia. Di punto in bianco, mi ha chiesto se sapevo come giocare a Jotto. Il mio primo e unico collquio di lavoro, ci ha visti seduti uno di fronte all'altro con carta e penna giocando a Jotto. Nella nostra ultima partita, in stile caratteristico, ha scritto sulla sua carta e mi ha messo sotto gli occhi: "Assunto". L'ASCAP fu una ri-partenza verso il mio destino. Lascia ad un gioco di parole ritrovare sé stessi.

Mark Chester è un fotografo freelance e scrittore di Woods Hole.

Fonte: Wicked Local Bourne, 15 gennaio 2011

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