Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Qual'è la migliore posizione a letto per facilitare l'eliminazione dei rifiuti del cervello?

Qual è la posizione a letto che facilita l'eliminazione dei rifiuti cellulari del cervello?Il sistema glinfatico del cervello elimina i rifiuti pericolosi, soprattutto durante il sonno. Questa posizione sul fianco potrebbe rivelarsi la migliore posizione per il processo di eliminazione del rifiuto cerebrale.
(Fonte: Stony Brook University)

Dormire in posizione laterale, o di fianco, può rimuovere più efficacemente i rifiuti dal cervello rispetto a dormire sulla schiena o sullo stomaco, e dimostra di essere una pratica importante per contribuire a ridurre le probabilità di sviluppare l'Alzheimer, il Parkinson e altre malattie neurologiche, secondo i ricercatori della Stony Brook University.


Usando scansioni con risonanza magnetica a contrasto dinamico (MRI) per visualizzare il percorso del sistema glinfatico del cervello, un sistema complesso che elimina rifiuti e altri soluti chimici dannosi dal cervello, i ricercatori Hedok Lee PhD, Helene Benveniste MD/PhD, e i colleghi della Stony Brook University, hanno scoperto che la posizione di riposo laterale è quella migliore per rimuovere in modo più efficiente i rifiuti dal cervello.


Negli esseri umani e in molti animali la posizione di riposo laterale è la più comune. L'accumulo di rifiuti chimici nel cervello può contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer e di altre condizioni neurologiche. La loro scoperta è pubblicata nel Journal of Neuroscience.


La Dott.ssa Benveniste, ricercatrice principale e professoressa nei dipartimenti di Anestesiologia e Radiologia della School of Medicine alla Stony Brook University, ha usato la risonanza magnetica a contrasto dinamico per diversi anni per esaminare il percorso glinfatico in modelli di roditori. Il metodo consente ai ricercatori di individuare e definire il percorso glinfatico, dove il fluido cerebrospinale (CSF) filtra attraverso il cervello e si scambia con il liquido interstiziale (ISF) per eliminare i rifiuti, allo stesso modo in cui il sistema linfatico del corpo si libera dei rifiuti dagli organi.


Il percorso glinfatico è più efficiente durante il sonno. I rifiuti cerebrali comprendono le proteine amiloide-β e ​​tau, sostanze chimiche che influenzano negativamente i processi cerebrali, se si accumulano.


Nel documento di ricerca la dott.ssa Benveniste e i colleghi hanno usato un metodo MRI a contrasto dinamico con modellazione cinetica per quantificare i tassi di scambio CSF-ISF nel cervello di roditori anestetizzati in tre posizioni: laterale (fianco), prona (verso il basso) e supina (in su).


"L'analisi ci ha mostrato costantemente che il trasporto glinfatico era più efficiente nella posizione laterale rispetto alle posizione supina o prona", ha detto la dott.ssa Benveniste. "A causa di questo risultato, noi proponiamo che la postura del corpo e la qualità del sonno dovrebbero essere considerati quando si standardizzano future procedure di diagnostica per immagini per valutare il trasporto CSF-ISF nell'uomo e quindi nella valutazione dell'eliminazione di proteine ​​cerebrali dannose che possono contribuire a, o causare, malattie del cervello".


La Dott.ssa Benveniste e il primo autore Dr Hedok Lee, professore assistente del Dipartimento di Anestesiologia e Radiologia della Stony Brook hanno sviluppato le posizioni sicure della postura per gli esperimenti. I loro colleghi dell'Università di Rochester, compresi Lulu Xie, Rashid Deane e Maiken Nedergaard PhD, hanno usato la microscopia a fluorescenza e traccianti radioattivi per convalidare i dati MRI e valutare l'influenza della postura del corpo relativa all'eliminazione dell'amiloide dal cervello.


"E' interessante il fatto che la posizione di dormire sul fianco è già quella più popolare negli umani e per la maggior parte degli animali - anche selvaggi - e sembra che abbiamo adattato la posizione di sonno laterale per eliminare in modo più efficiente dal nostro cervello i prodotti di scarto del metabolismo accumulatisi mentre siamo svegli", dice il Dott Nedergaard. "Lo studio aggiunge quindi ulteriore supporto al concetto che il sonno favorisce una funzione biologica distinta dal sonno, che è 'ripulire' il casino che si accumula mentre siamo svegli. Molti tipi di demenza sono legati a disturbi del sonno, compresa la difficoltà di addormentarsi. E' sempre più accettato che questi disturbi del sonno possono accelerare la perdita di memoria nell'Alzheimer. La nostra scoperta ci fa capire meglio questo tema, mostrando che è anche importante in che posizione si dorme".


La Dott.ssa Benveniste avverte che, anche se il team di ricerca ipotizza che il percorso glinfatico umano possa eliminare i rifiuti del cervello più efficacemente quando si dorme in posizione laterale, rispetto ad altre posizioni, il test con la risonanza magnetica o altri metodi di scansione negli esseri umani sono un primo passo necessario.

 

********
Hanno collaborato: Lulu Xie, Hongyi Kang, e Rashid Deane del Center for Translational Neuromedicine dell'Università di Rochester; Jean Logan del Dipartimento di Radiologia della New York University; e Tian Feng del Dipartimento di Matematica Applicata e Statistica della Stony Brook University.

 

 

 


Fonte: Stony Brook University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hedok Lee, Lulu Xie, Mei Yu, Hongyi Kang, Tian Feng, Rashid Deane, Jean Logan, Maiken Nedergaard, and Helene Benveniste. The Effect of Body Posture on Brain glinfatico Transport. Journal of Neuroscience, July 2015 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.1625-15.2015

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.