Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio certifica che i conducenti con Alzheimer iniziale hanno 'auto-regolazione carente'

Guidare è un compito complesso che coinvolge abilità percettive, motorie e cognitive. Queste capacità possono essere influenzate all'inizio nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA).


Tuttavia, essi continuano a guidare per un numero più alto di anni rispetto alle persone con altre sindromi di demenza, forse a causa di un deficit di auto-consapevolezza che impedisce loro di percepire le proprie difficoltà di guida e di adattarsi di conseguenza.


Lo scopo dello studio pilota qui citato era di esaminare da vicino il comportamento di auto-regolazione degli individui anziani con MA, con un approccio di guida naturalistico.


Al fine di esplorare il MA e i conducenti anziani sani, dietro lo specchietto retrovisore del veicolo di ciascun conducente è stato posizionato un dispositivo di registrazione video. Lo studio comprendeva 20 pazienti con MA di stadio iniziale e 21 anziani sani.


Due esperti psicologi hanno valutato le prestazioni di guida con una Naturalistic Driving Assessment Scale (NaDAS) appositamente studiata, prestando particolare attenzione al comportamento di auto-regolazione (capacità di adeguare la velocità di guida, rispettare le distanze di sicurezza, cambiare corsia in modo corretto e anticipare o pianificare in modo appropriato le azioni). Sono stati registrati anche tutti gli eventi di sicurezza critici (manovra errata, quasi incidente, incidente).


I risultati hanno mostrato che il comportamento di auto-regolazione era più carente nei pazienti con MA rispetto a quelli sani in età avanzata. Una minore auto-regolazione riflette una capacità ridotta di adeguare la velocità di guida, garantire distanze sicure, cambiare corsia e prevedere in anticipo o pianificare azioni. Inoltre, i pazienti con MA hanno sperimentato il doppio di eventi critici rispetto ai conducenti anziani sani.


Diversi studi di guida naturalistica hanno dimostrato che il numero di eventi critici è associato al rischio di incidenti. È interessante notare che due terzi degli eventi critici sono stati considerati eventi "inconsapevoli", il che significa che il conducente non ha avuto reazioni chiare durante l'evento critico.


I pazienti con MA che hanno manifestato la peggiore auto-regolazione hanno avuto gli eventi più critici. Questa relazione tra un numero elevato di eventi critici e un comportamento di auto-regolazione più carente non era stata dimostrata in precedenza.


Una limitazione di questo studio è la dimensione del campione, anche se gli studi sulla guida naturalistica hanno generalmente un numero basso di partecipanti. Però i ricercatori hanno preso in considerazione e analizzato le registrazioni complete di ciascun partecipante, a differenza di molti studi precedenti che hanno analizzato solo campioni delle registrazioni.


Gli investigatori avrebbero potuto usare un metodo di analisi automatizzato, come quelli impiegati nei recenti studi di guida naturalistica che hanno usato attivamente risultati obiettivi che non dipendono dai valutatori. Tuttavia, poiché il rilevamento automatico viene eseguito sulla base delle risposte comportamentali e delle espressioni facciali, numerosi eventi critici, in particolare eventi critici inconsapevoli, per i quali non è visibile alcuna reazione comportamentale, potrebbero passare inosservati.


Lo sviluppo futuro dei sistemi di assistenza nei veicoli dovrebbe mirare in modo specifico ai componenti tattici per aiutare i conducenti che soffrono di deficit cognitivi. Sarebbe interessante studiare come questi sistemi sono percepiti dai conducenti anziani. Sistemi di test potrebbero essere integrati dai produttori in simulatori di guida.

 

 

 


Fonte: IOS Press (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Laurence Paire-Ficout, Sylviane Lafont, Fanny Conte, Amandine Coquillat, Colette Fabrigoule, Joël Ankri, Frédéric Blanc, Cécilia Gabel, Jean-Luc Novella, Isabella Morrone, Rachid Mahmoudi. Naturalistic Driving Study Investigating Self-Regulation Behavior in Early Alzheimer’s Disease: A Pilot Study. Journal of Alzheimer's Disease, 2018; 63 (4): 1499 DOI: 10.3233/JAD-171031

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)