Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Certe proteine ​​possono rallentare la perdita di memoria dell'Alzheimer

Certe proteine possono rallentare la perdita di memoria dell'AlzheimerAlcune proteine possono rallentare la perdita di memoria devastante causata dall'Alzheimer, secondo uno studio innovativo eseguito alla Iowa State University.


Auriel Willette, ricercatore in scienza dell'alimentazione e nutrizione umana, ha trovato prove che una maggiore presenza della proteina «pentraxina-2 neuronale» può rallentare il declino cognitivo e ridurre l'atrofia cerebrale nelle persone con Alzheimer.


Willette presenterà questi risultati all'incontro scientifico annuale della Psychoneuroimmunology Research Society dal 3 al 6 Giugno a Seattle.


L'Alzheimer's Association prevede che entro il 2050 quasi 14 milioni di americani over-65 avranno l'Alzheimer e la loro assistenza costerà circa 1.000 miliardi di dollari ogni anno. "E' semplicemente una malattia devastante", ha detto Willette. "A differenza di molte altre malattie neurologiche, l'Alzheimer fondamentalmente ti deruba di te stesso".

 

Uno studio innovativo

I ricercatori sospettano da molto tempo che l'infiammazione nel cervello porti alla morte delle cellule e all'atrofia cerebrale tipica delle persone con Alzheimer. Ma gli studi precedenti non hanno posto molta enfasi sul ruolo variabile di diverse proteine immunitarie e come queste potrebbero cambiare il cervello nel tempo.


Nell'ambito della sua ultima ricerca, Willette ha analizzato i dati dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, uno sforzo che raccoglie e archivia immagini cerebrali e campioni di liquido spinale per i ricercatori. Egli ha paragonato le scansioni cerebrali, il fluido nel cervello e nella colonna vertebrale di tre gruppi: persone senza Alzheimer, persone con Lieve Deterioramento Cognitivo (MCI) o con problemi di memoria che possono avere l'Alzheimer, e persone con Alzheimer conclamato.


Willette ha scoperto che i partecipanti con i livelli più elevati di pentraxina-2 neuronale, la proteina che regola la funzione immunitaria e le connessioni tra i neuroni, mostrano poca o nessuna perdita di memoria dopo due anni. Egli ha anche scoperto che i partecipanti con livelli più elevati di proteine ​​infiammatorie nel liquido cerebrospinale mostrano perdita di memoria e atrofia cerebrale moderatamente maggiori dopo due anni.


La pentraxina-2 neuronale è prodotta naturalmente nel corpo, principalmente dai neuroni, le cellule nervose che trasportano gli impulsi elettrici e i segnali chimici. La proteina sembra essere coinvolta nella formazione o riconfigurazione delle connessioni tra i neuroni, probabilmente ripulendo vecchi residui o connessioni inefficienti per far posto a quelle nuove.


Willette confronta la pentraxina-2 neuronale a un bulldozer chimico, che ripulisce vecchi edifici per far posto ai nuovi. "Se si hanno alti livelli di questa proteina, che costruisce sinapsi e regola l'infiammazione, si potrebbe sperimentare poco, o nessun, cambiamento nella memoria", ha detto.

 

Ridurre i fattori di rischio

Ridurre o eliminare i fattori di rischio per l'infiammazione del cervello può aiutare a prevenire l'Alzheimer, ha detto Willette.


Le persone che sono in sovrappeso o obesi sono particolarmente a rischio di sviluppare l'Alzheimer, perché il peso corporeo in eccesso porta a infiammazione nel cervello. L'esercizio fisico può aiutare a indurre una maggiore attività tra i neuroni, che potrebbe a sua volta aumentare il livello di pentraxina-2 neuronale. "Se una parte di questo è legato all'obesità, un moderato esercizio fisico e il calo del peso corporeo possono ridurre l'infiammazione cronica nel cervello", ha detto. "L'esercizio fisico fa sicuramente aumentare i fattori di protezione".


Lavori complessi, hobby, e interazioni sociali possono promuovere la produzione delle proteine protettive come la pentraxina-2 neuronale. Impegnarsi in compiti cognitivi nuovi o complessi tende a formare connessioni nuove o più complesse tra i neuroni, ha detto Willette. "Raggiungere livelli più elevati di istruzione, avere un lavoro mentalmente impegnativo, o uno sforzo mentale regolare e sostenuto costruiscono quella cosa chiamata riserva cognitiva", ha detto Willette. "La riserva cognitiva è ritenuta un fattore protettivo contro la perdita di memoria e l'Alzheimer. La pentraxina-2 neuronale può avere un ruolo nella costruzione della riserva cognitiva, contribuendo a creare e rimodellare le connessioni tra i neuroni per gestire la maggiore complessità inserita nel cervello".


Willette mette in guardia dall'uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei, o antidolorifici, per ridurre l'infiammazione. I ricercatori non sanno se questi farmaci possono aiutare a prevenire il tipo di infiammazione associata alla perdita di memoria, e assumere troppi antidolorifici può causare danni agli organi e perfino la morte. "La letteratura è incoerente", ha detto. "Alcuni studi trovano un effetto protettivo, altri no. Per le persone con perdita di memoria, anche l'assunzione di pillole è un problema. Essi possono dimenticare di prenderle o prenderne troppe".


Willette spera che gli studi futuri possano esaminare la relazione tra Alzheimer, peso corporeo e epigenetica (le variazioni dell'attività dei geni che non sono causate da cambiamenti nel DNA). Anche se i ricercatori non sono riusciti a trovare una cura per l'Alzheimer, rallentare i suoi sintomi potrebbe essere un aiuto importante per i caregivers.


"Se potessimo rallentare i sintomi o interromperli temporaneamente anche per tre o quattro anni, ciò potrebbe avere un impatto molto significativo sulla capacità delle persone di vivere la loro vita, invece di lottare ogni giorno con gli alti e bassi di questa malattia", ha detto Willette.

 

 

 

 

 


Fonte: Iowa State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.