Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Approccio unitario alla malattia vascolare e alla neurodegenerazione

Il mese di Marzo 2012 ha visto il primo passo di un ambizioso sforzo internazionale per creare un consenso tra gli esperti sulla terminologia e le definizioni utilizzate per descrivere la patologia vascolare sul neuroimaging.

Con il supporto dell'iniziativa di finanziamento collaborativa dei Centri di Eccellenza nella Neurodegenerazione (CoEN), il progetto (Standards for Determining the Vascular Contribution to Neurodegeneration) dovrebbe servire da catalizzatore alla ricerca per stabilire il ruolo dei fattori vascolari nel declino cognitivo, nella demenza, e nella neurodegenerazione.


La patologia vascolare è molto diffusa nelle persone anziane e i contributi vascolari al deterioramento cognitivo e alla demenza in età avanzata sono ormai ampiamente riconosciuti. La prova che i fattori di rischio vascolari come ipertensione, diabete e ipercolesterolemia aumentano il rischio di Alzheimer (AD) ha anche portato a un ripensamento del ruolo dei fattori vascolari nel potenziare o addirittura nello scatenare le malattie neurodegenerative.


Molte persone affette da demenza o AD clinicamente probabile hanno un misto di patologia (in genere AD e malattia dei piccoli vasi cerebrali [SVD]), e vi sono prove che la patologia vascolare può essere additiva della patologia di AD nel compromettere le funzioni cognitive e aumentare la probabilità di demenza. Ma i fattori vascolari sono stati un po' trascurati in molti settori della ricerca sulla demenza. Ci sono una serie di motivi. C'è stato un focalizzarsi intenso sull'ipotesi amiloide dell'AD nel tentativo di identificare i biomarcatori per le varie fasi della malattia e nello sviluppo e sperimentazione di potenziali terapie. L'incertezza circa la prevalenza e la rilevanza della patologia vascolare in AD ha ostacolato la ricerca, come pure una mancanza di chiarezza sulla diagnosi.


Quanta evidenza di patologia vascolare è necessaria per una diagnosi di demenza vascolare? E come questa dovrebbe essere valutata in vita? Questa incertezza deriva in parte dall'ampia variazione nella definizione e descrizione della patologia vascolare in neuroimaging. Per esempio, più di 20 termini diversi sono stati utilizzati in letteratura per descrivere le lacune, tipo "lesione", "piccolo infarto profondo", "ictus ischemico" e "ictus", molti dei quali implicano una causa che non è necessariamente nota, piuttosto che limitarsi a descrivere ciò che si vede sul neuroimaging.


Professor Johanna Wardlawmdichgans.jpgEric SmithIl nuovo progetto, guidato da Joanna Wardlaw (University of Edinburgh, UK, foto a sinistra), da Martin Dichgans (Deutsches Zentrum für neurodegenerative Erkrankungen, Germania, foto centrale), e da Eric Smith (University of Calgary, Canada, foto a destra), sta affrontando il problema riunendo esperti di imaging di malattie cerebrovascolari e di neurodegenerazione, per concordare gli standard terminologici e le definizioni della patologia vascolare nella risonanza magnetica e nella TC (esemplari saranno resi disponibili attraverso un sito web unico), e suggerire norme per l'acquisizione delle immagini, l'analisi e il reporting. L'iniziativa prevede due seminari di lavoro: un gruppo di esperti che ha partecipato al primo workshop a Edimburgo nel Regno Unito l'8-10 marzo 2012, e un più grande gruppo multidisciplinare che si incontrerà a Monaco di Baviera in Germania il 7-9 novembre 2012 con in mezzo un processo strutturato per lo sviluppo e l'approvazione degli standard.


Il progetto si occuperà delle molteplici manifestazioni di neuroimaging della SVD, oltre ad altri tipi di patologia vascolare, e riguarderà i risultati rilevanti di imaging per le variabili cliniche, cognitive, e patologiche. L'attenzione sulla SVD è importante perché le manifestazioni della malattia sono prevalenti negli anziani e sono di comorbidità comune nei pazienti con malattia neurodegenerativa.


Ma sarà probabilmente difficile raggiungere il consenso. C'è disaccordo su terminologia e definizioni, anche tra gli esperti di imaging vascolare, e la base di prove probabilmente non può sostenere classificazioni rigide per tutte le caratteristiche della SVD. L'approccio migliore potrebbe rivelarsi un sistema flessibile che riconosca ciò che non sappiamo, ma che abbiamo bisogno di capire, con successiva convalida.


Gli standard concordati attraverso questo progetto dovrebbero facilitare gli sforzi per individuare le cause e i meccanismi patogenetici di ictus e SVD lacunari; comprendere come i fattori vascolari contribuiscono al deterioramento cognitivo, demenza e neurodegenerazione; e sviluppare interventi per la prevenzione primaria e secondaria della malattia vascolare. Un obiettivo iniziale per l'uso delle norme potrebbe essere l'identificazione di biomarcatori per monitorare la progressione della malattia. Gli eventuali futuri studi clinico-patologici di neuroimaging dovrebbero consentire una migliore comprensione delle basi patologiche delle modifiche di neuroimaging e un ulteriore perfezionamento della terminologia e delle definizioni.


Questo imponente sforzo dovrebbe rafforzare i collegamenti tra i campi delle malattie cerebrovascolari e della neurodegenerazione. Una conseguenza gradita di tutto questo potrebbe essere una maggiore attenzione per la concomitanza della patologia vascolare negli studi di AD e, potenzialmente, nuove strategie di trattamento e prevenzione.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte:
The Lancet Neurology, Volume 11, Issue 4, Page 293, April 2012, doi:10.1016/S1474-4422(12)70050-9

Pubblicato in Lancet Neurology, editoriale del numero di Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.