Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Leqembi® (lecanemab) autorizzato per l'Alzheimer iniziale in Gran Bretagna

Il lecanemab è stato approvato in Gran Bretagna per il trattamento del lieve decadimento cognitivo e della demenza lieve dovuta all'Alzheimer nei pazienti adulti portatori eterozigoti di ApoE-ε4 o non portatori. La GB diventa il primo paese in Europa ad autorizzare il farmaco, che punta una causa sottostante del MA.

LeqembiFonte: Eisai Co. Ltd

Le aziende farmaceutiche Eisai (Giappone) e Biogen (USA) hanno annunciato il 22 agosto che il lecanemab (marchio commerciale Leqembi®), anticorpo monoclonale anti-amiloide-beta (Aβ) umanizzato, ha ricevuto l'autorizzazione alla vendita in Gran Bretagna dall'agenzia di regolamentazione dei prodotti sanitari (MHRA, Medicines and Healthcare products Regulatory Agency).


Il lecanemab è indicato per il trattamento del lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) e della demenza lieve causata dal morbo di Alzheimer (MA) nei pazienti adulti portatori dell'allele ε4 dell'apolipoproteina E (ApoE-ε4) eterozigoti (= hanno ricevuto gli alleli da entrambi i genitori) o nei non portatori.


Il lecanemab diventa il primo trattamento per il MA iniziale (MCI e lieve demenza da MA) che punta una causa sottostante della malattia, ad essere autorizzato in un paese dell'Europa (ndt: per gli altri paesi l'autorizzazione è stata sconsigliata dal comitato consultivo dell'EMA, a causa specialmente degli effetti collaterali).


Il lecanemab si lega selettivamente con le specie aggregate di Aβ, con un'attività preferenziale per le protofibrille Aβ tossiche (così come per le fibrille, che sono la componente maggioritaria delle placche di Aβ). Si lega a queste specie di Aβ aggregate per neutralizzarle ed eliminarle dal cervello.


L'approvazione si basava principalmente sui dati della fase 3 dell'esperimento clinico ClarityAD di Eisai, controllato con placebo, in doppio cieco randomizzato e a gruppi paralleli, in cui il medicinale ha soddisfatto il suo obiettivo primario (cambiamento dal basale nel test Clinical Dementia Rating Sum of Boxes a 18 mesi) e tutti gli obiettivi cruciali secondari, con risultati statisticamente significativi.


Nella popolazione indicata in GB, le reazioni avverse più comuni sono state: reazioni correlate all'infusione, anomalie di scansione correlate all'amiloide con emorragie (ARIA-H, piccoli punti di sanguinamento), cadute, mal di testa e anomalie di scansione correlate all'amiloide con edema cerebrale (ARIA-E, accumulo di fluido).

 

 

 


Fonte: Eisai Ltd via PRN Newswire (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)