Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Testare la memoria su 4 settimane può prevedere il rischio di Alzheimer

Una nuova ricerca suggerisce che testare la memoria delle persone su 4 settimane potrebbe identificare chi ha il rischio più alto di morbo di Alzheimer (MA), prima che si sia sviluppato. È importante sottolineare che l'esperimento ha scoperto che testare la capacità delle persone di mantenere i ricordi per periodi di tempo più lunghi potrebbe prevedere il rischio in modo più accurato dei classici test di memoria, che testano la memoria per mezz'ora.


Lo studio, guidato da ricercatori dell'Università di Bristol e pubblicato su Alzheimer’s Research and Therapy, voleva scoprire se testare la memoria delle persone con una lista di parole, 4 settimane dopo che erano state lette inizialmente, potesse prevedere chi sperimenterà più declino cognitivo durante l'anno successivo, anche se non c'erano problemi cognitivi o di memoria evidenti.


Nell'esperimento sono state reclutate 46 anziani cognitivamente sani (con un'età media di 70.7 anni), che hanno eseguito tre attività di memoria, sulle quali è stato testato il richiamo ritardato dopo 30 minuti e dopo 4 settimane, nonché l'Addenbrooke’s Cognitive Examination III (ACE-III), un test comune per rilevare la riduzione del deterioramento cognitivo, e una scansione cerebrale con risonanza magnetica. Il test ACE-III è stato ripetuto dopo 12 mesi per valutare il cambiamento delle capacità cognitive.


La ricerca ha rilevato che la memoria di 15 dei 46 partecipanti è diminuita nel corso dell'anno e che i test di memoria verbale di 4 settimane di questi anziani sani hanno previsto meglio un declino cognitivo rispetto ai test clinici standard della memoria.


La previsione è stata resa ancora più accurata combinando il punteggio del test di memoria di 4 settimane con informazioni dalla scansione MRI del cervello che mostrava la dimensione di una parte del cervello responsabile della memoria, danneggiata dal MA.


Testare il richiamo della memoria a lungo termine potrebbe consentire di rilevare prima il MA. Questo è fondamentale, poiché qualsiasi trattamento futuro che rallenti o fermi la malattia sarà più efficace se somministrato nelle prime fasi, e prima che siano rilevabili problemi significativi di memoria con i test attuali.


Il dott. Alfie Wearn, associato di ricerca dell'Università di Bristol e coautore dello studio, ha dichiarato:

"Il nostro studio fornisce le evidenze a favore di uno strumento di individuazione rapido e a basso costo che potrebbe essere usato per identificare prima i segni di MA. Potrebbe anche velocizzare direttamente lo sviluppo di terapie efficaci per il MA e consentire un trattamento anticipato quando tali terapie saranno disponibili".


La dott.ssa Liz Coulthard, professoressa associata di neurologia della demenza all'Università di Bristol e neurologa del North Bristol NHS Trust, nonché coautrice, ha aggiunto:

"È importante notare che i partecipanti erano anziani sani che non avevano il MA durante l'esperimento, ma alcune persone hanno mostrato nel corso dell'anno il tipo di cambiamento nella memoria e nel pensiero che può precedere il MA. Il lavoro futuro stabilirà se questo test prevede la demenza di MA conclamata".


Il prossimo passo per i ricercatori sarà capire quanto è specifico questo test per rilevare il MA rispetto ad altri disturbi che causano un declino cognitivo. Il team di ricerca lo farà confrontando i punteggi dei test di memoria a lungo termine nelle persone con e senza prove di MA, in base all'analisi del loro fluido cerebrospinale (un metodo molto accurato, ma invasivo, per rilevare il MA).

 

 

 


Fonte: University of Bristol (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alfie Wearn, Esther Saunders-Jennings, Volkan Nurdal, Emma Hadley, Michael Knight, Margaret Newson, Risto Kauppinen & Elizabeth Coulthard. Accelerated long-term forgetting in healthy older adults predicts cognitive decline over 1 year. Alzheimer's Research and Therapy, 28 Sept, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.