Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nell'Alzheimer c'è un malfunzionamento del traffico dentro e fuori i neuroni

Decenni prima che appaiano i primi sintomi del morbo di Alzheimer (MA), i neuroni del cervello iniziano a secernere proteine ​​tau, una delle prime modifiche note nel decorso della malattia.


Una quantità alta di forme secrete di tau (che possono essere rilevate nel liquido spinale e, come riportato di recente, nel sangue) è considerata il predittore più affidabile di chi svilupperà il MA. Ma una domanda cruciale sulla tau è tuttora senza risposta: perché i neuroni secernono la tau nel MA?


"Dal momento che la secrezione di tau è uno dei primi eventi del MA, capire perché ciò accade può parlarci dei meccanismi sottostanti della malattia, che è fondamentale per lo sviluppo di terapie. Se la tau è il fumo, in altre parole, qual è il fuoco?", diice Scott Small MD/PhD, professore di neurologia della Columbia University e direttore del Centro Ricerca Alzheimer della stessa università.

 

La 'Grande Stazione Centrale' del neurone è di solito difettosa nel MA

Un nuovo studio dal laboratorio di Small ha rilevato che, in molti pazienti, la secrezione di tau nasce da un malfunzionamento dei piccoli compartimenti all'interno dei neuroni del cervello, suggerendo che questi compartimenti malfunzionanti sono comunemente coinvolti nell'apparizione del MA.


Questi piccoli compartimenti, chiamati endosomi, funzionano come una 'grande stazione centrale' e muovono le proteine in tutta la cellula. Il nuovo studio fornisce prove che il traffico endosomico è interrotto in circa il 70% dei pazienti esaminati, compresi quelli con solo i primi segni di MA.


I risultati forniscono la prima evidenza diretta che l'interruzione del traffico endosomiale è comunemente difettoso tra i pazienti con la malattia, come Small, Richard Mayeux MD (preside di neurologia della Columbia University) e altri avevano in precedenza identificato come una delle cause radice del MA.


"Non c'era dubbio che la disfunzione endosomica è un componente del MA, ma finora non sapevamo con quale frequenza è coinvolto", afferma Sabrina Simoes PhD, assistente professoressa di scienze neurologiche, che ha guidato lo studio. "Il nostro studio suggerisce che se dei farmaci che ripristinano la disfunzione endosomica potessero rallentare il MA, quei farmaci potrebbero aiutare una grande percentuale di pazienti".


Inoltre, si possono usare i risultati dello studio e i nuovi strumenti di biomarcatori per indagare su quali geni predisponenti o quali malattie comorbide, come l'obesità e il diabete, interrompono il traffico endosomico e alzano il rischio di MA.

 

Cosa ha esaminato lo studio

I ricercatori cercavano biomarcatori della disfunzione del traffico endosomico per determinare la sua presenza nei pazienti con MA. Usando topi con lo stesso difetto nel traffico endosomico, i ricercatori hanno cercato nel fluido spinale degli animali le proteine ​​che differivano da quelle degli animali normali. Tre proteine ​​sono uscite: due erano le proteine ​​scisse che sono note per essere secrete dagli endosomi (N-APPP1 e N-CHL1). La terza era la tau.


Lo studio ha quindi esaminato il fluido spinale delle persone. Innanzitutto, gli investigatori della Janssen Pharmaceuticals, collaboratori dello studio, hanno sviluppato nuovi biomarcatori per N-APPP1 e N-CHL1. Armati di nuovi biomarcatori accurati di queste due proteine ​​e con biomarcatori assodati della tau (quelli che sono in uso corrente per la diagnosi di pazienti), gli investigatori hanno esaminato la loro relazione nelle persone sane. Hanno trovato una relazione straordinariamente stretta tra le tre proteine, suggerendo che è comune che la tau sia secreta dal percorso endosomiale.


I ricercatori hanno quindi cercato le proteine ​​nei pazienti di MA e hanno scoperto che tutte e tre le proteine ​​erano anormalmente elevate nel fluido spinale di circa il 70% dei pazienti, anche quelli nella prima fase 'prodromica' della malattia.

 

Il MA può essere rallentato ripristinando il traffico endosomico?

L'identificazione dello studio di tre nuovi biomarcatori di interruzione del traffico endosomiale può essere usata per accelerare la scoperta di farmaci di MA e le sperimentazioni cliniche, identificando i pazienti con endosomi malfunzionanti e misurando la capacità del farmaco candidato a ripristinare le operazioni endosomiche.


I ricercatori del laboratorio di Small stanno lavorando per trovare modi per migliorare il traffico endosomale e rallentare il MA. Diversi anni fa, hanno identificato composti che fanno proprio quello nei neuroni in un piatto e stanno ora cercando di sviluppare questi composti come terapia. Stanno anche sviluppando terapie geniche che possono correggere l'interruzione del traffico endosomiale nel cervello. I ricercatori stanno testando queste terapie negli animali modello di MA.

 

 

 


Fonte: Columbia University Irving Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sabrina Simoes, ..., Scott Small. Tau and other proteins found in Alzheimer’s disease spinal fluid are linked to retromer-mediated endosomal traffic in mice and humans. Science Translational Medicine 25 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)