Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Poche prove dell'efficacia anti demenza di giochi del cervello, medicine ed esercizio fisico

Da decenni, i medici di tutto il mondo stanno cercando i modi per rafforzare il cervello che invecchia e prevenire la demenza più tardi nella vita. I ricercatori hanno testato una vasta gamma di trattamenti, tra cui esercizio fisico, "giochi del cervello”, e medicinali.


I ricercatori del Minnesota Evidence-based Practice Center hanno pubblicato qualche tempo fa una serie di revisioni sistematiche su Annals of Internal Medicine, che hanno esaminato in modo completo (fino a quel momento) la evidenze sulla prevenzione e il trattamento della demenza. Purtroppo, hanno trovato alcune notizie deludenti: non ci sono prove convincenti che uno qualsiasi di questi trattamenti funzioni [singolarmente].


Per dare un'occhiata approfondita alle prove, i ricercatori hanno identificato gli studi randomizzati controllati in 4 diverse aree di trattamento: allenamento cognitivo, farmaci prescrivibili, integratori e vitamine da banco, e l'attività fisica. Hanno incluso solo studi con un rischio basso o medio di bias (errore o varianza), una misura della precisione dei dati, e quelli che hanno seguito i partecipanti per almeno sei mesi. In ognuna delle quattro aree, hanno raggruppato i dati ottenuti dagli studi selezionati per guardare l'intero corpo di prove.

  1. Per l'allenamento cognitivo, i ricercatori hanno identificato 11 studi randomizzati e controllati. Essi hanno scoperto che gli anziani in buona salute che hanno partecipato alla formazione cognitiva (giochi per computer che testano diversi aspetti della cognizione, come la memoria o l'elaborazione di velocità) sono migliorati nell'area specifica praticata, ma non hanno avuto miglioramenti più ampi nella funzione cognitiva. Non hanno trovato alcuna prova credibile che questo tipo di formazione prevenga la demenza.
  2. Una seconda revisione sistematica ha esaminato quanto i medicinali soggetti a prescrizione aiutano a prevenire o ritardare la demenza. I ricercatori identificato 51 diversi studi che avevano testato sei diversi tipi di medicine, compresi i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), quelli per la pressione alta, alcuni ormoni e i farmaci formulati appositamente per trattare la demenza. I dati combinati hanno scoperto che nessuno di questi farmaci aiuta a prevenire o ritardare la demenza.
  3. Una terza analisi ha esaminato i dati sul contributo degli integratori da banco o delle vitamine alla prevenzione della demenza. Trentotto diversi esperimenti hanno testato una vasta gamma di integratori. La conclusione generale è stata che nessuno dei prodotti era utile per ritardare o prevenire la demenza. Ma la ricerca ha collegato una assunzione giornaliera di acido folico più vitamina B12 a miglioramenti significativi su alcuni test di memoria. Purtroppo, non è chiaro se tali miglioramenti erano connessi in un modo qualsiasi alla prevenzione globale della demenza.
  4. La 4a revisione sistematica ha raggruppato i dati di 16 studi separati per misurare se l'attività fisica aiuta a prevenire il declino cognitivo. I ricercatori non ha trovato prove sufficienti che l'allenamento aerobico, l'allenamento di resistenza, o il tai chi abbiano contribuito a prevenire la demenza o a migliorare la cognizione. Hanno trovato qualche prova che un regime che combina esercizio fisico, dieta e allenamento cognitivo porta a miglioramenti cognitivi; risultati promettenti che possono dimostrare che per trattare la demenza serve un approccio multi-sfacettato. A conclusione di questa revisione e in base ai dati, i ricercatori hanno ipotizzato che l'attività fisica può essere efficace nel prevenire il declino cognitivo se è iniziata presto e sostenuta, ma che l'aggiunta di attività fisica tardi nella vita può dare meno benefici.


Una parte del problema di capire veramente ciò che contribuisce alla demenza, e ciò che la impedisce, è l'evidenza disponibile. Mentre queste nuove revisioni comprendono solo gli studi che hanno seguito i partecipanti per almeno sei mesi, è probabile che decenni di circostanze e scelte (tutto, dalla dieta e l'esercizio fisico alla vita sociale, alla professione e agli hobby) si combinino in un modo unico per determinare la salute cognitiva di ogni individuo.


Capire queste sfumature richiederebbe uno studio esteso su decenni e che approfondisce molti settori della vita dei partecipanti.


Anche se non c'è alcuna prova conclusiva sul tema, c'è una buona probabilità che ciò che fa bene alla salute generale faccia bene alla salute cognitiva. Ciò significa che la combinazione tra dieta equilibrata, attività fisica regolare, e stimolazione sociale e intellettuale è molto probabilmente la soluzione migliore per prevenire o ritardare la demenza.

 

 

 


Fonte: Cornell University in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Mary Butler, Ellen McCreedy, Victoria Nelson, Priyanka Desai, Edward Ratner, Howard Fink, Laura Hemmy, J. Riley McCarten, Terry Barclay, Michelle Brasure, Heather Davila, Robert Kane. Does Cognitive Training Prevent Cognitive Decline?: A Systematic Review. Ann Intern Med., 2 Jan 2018, DOI
  2. Howard Fink, Eric Jutkowitz, J. Riley McCarten, Laura Hemmy, Mary Butler, Heather Davila, Edward Ratner, Collin Calvert, Terry Barclay, Michelle Brasure, Victoria Nelson, Robert Kane. Pharmacologic Interventions to Prevent Cognitive Decline, Mild Cognitive Impairment, and Clinical Alzheimer-Type Dementia: A Systematic Review. Ann Intern Med., 2 Jan 2018, DOI
  3. Mary Butler, Victoria Nelson, Heather Davila, Edward Ratner, Howard Fink, Laura Hemmy, J. Riley McCarten, Terry Barclay, Michelle Brasure, Robert Kane. Over-the-Counter Supplement Interventions to Prevent Cognitive Decline, Mild Cognitive Impairment, and Clinical Alzheimer-Type Dementia: A Systematic Review. Ann Intern Med., 2 Jan 2018, DOI
  4. Michelle Brasure, Priyanka Desai, Heather Davila, Victoria Nelson, Collin Calvert, Eric Jutkowitz, Mary Butler, Howard Fink, Edward Ratner, Laura Hemmy, J. Riley McCarten, Terry Barclay, Robert Kane. Physical Activity Interventions in Preventing Cognitive Decline and Alzheimer-Type Dementia: A Systematic Review. Ann Intern Med., 2 Jan 2018, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)