Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individui con rischio elevato di MA mostrano problemi di memoria fino a 40 anni prima dell'età tipica di esordio

I risultati di uno studio condotto su quasi 60.000 individui suggeriscono che chi ha un rischio più alto di morbo di Alzheimer (MA), a causa della sua storia familiare, può esibire cambiamenti nelle prestazioni della memoria già a partire dai 20/30 anni.


I ricercatori del Translational Genomics Research Institute (TGen) e dell'Università dell'Arizona hanno raccolto i dati attraverso un test online della memoria chiamato MindCrowd, una delle più grandi valutazioni scientifiche del mondo sul funzionamento del cervello sano.


Pubblicati ieri l'altro sulla rivista scientifica eLife, i dati dello studio suggeriscono che coloro che hanno una storia familiare di MA e hanno meno di 65 anni, in media, non ottengono risultati migliori dei loro coetanei che non hanno una storia familiare di MA, la forma più comune di demenza.


I risultati dello studio suggeriscono che l'effetto della storia familiare è particolarmente pronunciato tra gli uomini, così come tra quelli con basso livello di istruzione, quelli con diabete e i portatori di una variante genetica comune, l'APOE, un gene associato al rischio di MA.


Sebbene la storia familiare sia stata in precedenza associata al rischio di MA, questo è il primo studio nel suo genere, con questi numeri, a indicare che il rischio può essere rilevato fino a quattro decenni prima dell'età tipica dell'insorgenza. Lo studio ha esaminato 59.571 partecipanti a MindCrowd da 18 a 85 anni di età, e l'effetto della storia familiare è stato rilevato in tutte le fasce di età, fino ai 65 anni.


"In questo studio dimostriamo che la storia familiare è associata a una prestazione ridotta di apprendimento fino a quarant'anni prima dell'insorgenza tipica del MA", ha detto il dottor Matt Huentelman, professore di neurogenomica della TGen e autore senior dello studio.


Poiché non esiste una cura o un modo comprovato per rallentare la perdita di memoria progressiva in coloro che hanno il MA, gli indicatori precoci della malattia possono aiutare coloro che sono a rischio a focalizzarsi sui modi per evitare la demenza.


Il dott. Joshua S. Talboom, primo autore dello studio, post-dottorato nella divisione neurogenomica di TGen e membro del laboratorio del dott. Huentelman, ha detto:

"La riduzione del rischio di MA è ora più importante che mai a causa della persistente mancanza di una cura o di un trattamento efficace per rallentare la malattia.

"Questo studio supporta le raccomandazioni, sottolineando l'importanza di vivere uno stile di vita sano e di trattare adeguatamente stati patologici come il diabete.

"I nostri risultati evidenziano in particolare gli effetti positivi di tali interventi per coloro che hanno un rischio di storia familiare di MA, aprendo la porta allo sviluppo di approcci più mirati alla riduzione del rischio per combattere la malattia".

[...]

 

 

 


Fonte: Steve Yozwiak in TGen (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joshua S Talboom, Asta K Håberg, Matthew D De Both, Marcus A Naymik, Isabelle Schrauwen, Candace R Lewis, Stacy F Bertinelli, Callie Hammersland, Mason A Fritz, Amanda J Myers, Meredith Hay, Carol A Barnes, Elizabeth Glisky, Lee Ryan, Matthew J Huentelman. Family history of Alzheimer’s disease alters cognition and is modified by medical and genetic factorsr. eLife, 18 June 2019, DOI: 10.7554/eLife.46179

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)