Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un oculista potrebbe diagnosticare l'Alzheimer prima che tu abbia sintomi?

Retinal VesselsImmagine della retina dell'occhio di una persona normale (sinistra) e di una con Alzheimer (a destra).

Un rapido esame dell'occhio potrebbe un giorno consentire agli oculisti di controllare sia la prescrizione degli occhiali che la salute del cervello.


Uno studio su oltre 200 persone eseguito alla Duke University, pubblicato l'11 marzo sulla rivista Ophthalmology Retina, suggerisce che la perdita dei vasi sanguigni nella retina potrebbe segnalare il morbo di Alzheimer (MA).


Nelle persone con cervello sano, i microscopici vasi sanguigni formano una rete densa nella parte posteriore dell'occhio, all'interno della retina, come si è visto nei 133 partecipanti del gruppo di controllo. Negli occhi delle 39 persone con MA, quella rete era meno densa e anche rada in alcuni punti.


Le differenze di densità erano statisticamente significative anche dopo che i ricercatori hanno controllato i fattori di età, sesso e livello di istruzione, ha detto Sharon Fekrat MD, oculista della Duke, chirurgo della retina e autrice senior dello studio. Che dice:

"Stiamo misurando i vasi sanguigni che non possono essere visti durante un normale esame oculistico e lo stiamo facendo con una tecnologia non invasiva relativamente nuova che in pochi minuti prende immagini ad alta risoluzione dei vasi sanguigni molto piccoli all'interno della retina.

"È possibile che questi cambiamenti nella densità dei vasi sanguigni nella retina possano rispecchiare quello che succede nei minuscoli vasi sanguigni nel cervello, forse prima che siamo in grado di rilevare eventuali cambiamenti nella cognizione".


Lo studio ha trovato differenze nella retina di chi aveva il MA rispetto alle persone sane e a quelli con decadimento cognitivo lieve, spesso un precursore del MA stesso.


Gli scienziati del Duke Eye Center e altrove hanno studiato altri cambiamenti nella retina che potrebbero segnalare problemi a monte nel cervello, come il diradamento di alcuni strati del nervo retinico.


"Sappiamo che avvengono cambiamenti nei piccoli vasi sanguigni del cervello delle persone con MA, e poiché la retina è un'estensione del cervello, volevamo capire se questi cambiamenti possono essere rilevati nella retina usando una nuova tecnologia che è meno invasiva e facile da ottenere", ha detto Dilraj S. Grewal MD, oftalmologo della Duke, chirurgo della retina e uno dei primi autori dello studio.


La ricerca ha impiegato una tecnologia non invasiva denominata 'angiografia con tomografia a coerenza ottica' (OCTA - optical coherence tomography angiography). Le macchine OCTA usano onde luminose che rivelano il flusso di sangue in ogni strato della retina.


Una scansione OCTA potrebbe persino rivelare cambiamenti nei minuscoli capillari - la maggior parte è meno della metà della larghezza di un capello umano - prima che i cambiamenti dei vasi sanguigni compaiano su una scansione cerebrale come una risonanza magnetica o un angiogramma cerebrale, che evidenziano solo vasi sanguigni più grandi. Tali tecniche per studiare il cervello sono invasive e costose.


"In definitiva, l'obiettivo sarebbe quello di usare questa tecnologia per rilevare precocemente il MA, prima che i sintomi della perdita di memoria siano evidenti, e monitorare questi cambiamenti nel tempo nei partecipanti di studi clinici che studiano nuovi trattamenti di MA", ha detto la Fekrat.

 

 

 


Fonte: Duke University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Stephen P. Yoon, Dilraj S. Grewal, Atalie C. Thompson, Bryce W. Polascik, Cynthia Dunn, James R. Burke, Sharon Fekrat. Retinal Microvascular and Neurodegenerative Changes in Alzheimer’s Disease and Mild Cognitive Impairment Compared with Control Participants. Ophthalmology Retina, 2019; DOI: 10.1016/j.oret.2019.02.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.