Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il modo di 'adescare' le proteine patologiche di molte neurodegenerazioni

baiting a fish

Una singola proteina che si comporta male - chiamata TDP-43 - sta dietro al 97% dei casi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e al 45% delle diagnosi di demenza frontotemporale. Si trova anche nell'80% dell'encefalopatia traumatica cronica e nel 60% dei casi di morbo di Alzheimer. Ora, dei ricercatori dell'Università di Pittsburgh hanno trovato un modo per intrappolare la TDP-43 in modo che non formi gruppi tossici causa di neurodegenerazioni.


Il loro nuovo studio, pubblicato ieri su Neuron, mostra che la patologia TDP-43 può essere ricreata in laboratorio, e che un oligonucleotide - un breve filamento di RNA - fatto per mimare il meccanismo di protezione naturale delle cellule, può risparmiare ai neuroni l'accumulazione della TDP-43.


"Il problema è che la stragrande maggioranza dei pazienti con disturbi neurodegenerativi non ha mutazioni specifiche", ha detto l'autore senior Christopher Donnelly PhD, assistente professore di neurobiologia e direttore scientifico del LiveLikeLou Center for ALS Research all'Università di Pittsburgh. "Invece di puntare il gene che causa la malattia in un sottogruppo di pazienti, stiamo puntando le proteine ​​che si accumulano in quasi tutti loro. Questo non è mai stato fatto finora".


Per iniziare, Donnelly e il suo team hanno dovuto riprodurre la patologia TDP-43 in cellule umane coltivate (una 'malattia in un piatto'), e così hanno sviluppato un sistema che usa impulsi leggeri per spingere queste proteine a raggrupparsi in palline velenose. Il metodo era così efficace che potevano vedere le cellule morire davanti ai loro occhi.


Approfondendo, il team di Donnelly ha scoperto che questa tecnica funzionava solo quando mancavano i partner di legame RNA della TDP-43. Questi partner leganti l'RNA si uniscono con la proteina TDP-43, impedendole di formare grumi. Questo è ciò che protegge le cellule normali dall'accumulo di TDP-43 tossica, ha detto Donnelly.


Prendendo ispirazione da questo meccanismo difensivo naturale, il team di Donnelly ha creato gli oligonucleotidi TDP-43 che simulano l'azione dei suoi partner leganti l'RNA. "Li chiamiamo «oligonucleotidi-esca»", ha detto Donnelly. "Quando stai pescando, usi l'esca per intrappolare il pesce; nel nostro caso lasciamo lì l'esca per le proteine ​​extra, ed evitare che si ammassino insieme".


E funziona. Adescare le proteine ​​TDP-43 previene l'aggregazione e impedisce alle cellule di morire. Lo stesso approccio 'malattia in un piatto' potrebbe essere applicato anche ad altre proteine ​​note per formare gruppi neurotossici, come la Tau nell'Alzheimer e l'alfa-sinucleina nel morbo di Parkinson, ha detto Donnelly. Anche loro possono avere un'«esca» naturale da sfruttare.


Ma a questo punto, ha osservato Donnelly, è importante ricordare che qualsiasi terapia sviluppata in un piatto deve essere testata in esperimenti su animali e studi clinici umani prima che diventi ampiamente disponibile.


La parte incoraggiante è che l'oligonucleotide di Donnelly non sarebbe il primo a passare attraverso quel processo. Uno di questi farmaci, che punta la mutazione genetica che sta dietro all'atrofia muscolare spinale, è già sul mercato, e altri due per la SLA si stanno facendo strada attraverso gli studi clinici.


Ciò che rende diverso quello di Donnelly è che il suo oligonucleotide sarebbe il primo a puntare direttamente l'aggregazione proteica - un approccio che ha il potenziale per aiutare molte persone.


"Sembra essere la stessa cosa che accade in tutte queste malattie", ha detto il primo autore Jacob Mann, dottorando del laboratorio di Donnelly. "Non  sappiamo ancora perché è così, ma se potessimo raggiungere quel punto di convergenza e fermarlo lì, pensiamo che si potrebbe applicare a molti pazienti".

 

 

 


Fonte: University of Pittsburg via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jacob R. Mann, Amanda M. Gleixner, Jocelyn C. Mauna, Edward Gomes, Michael R. DeChellis-Marks, Patrick G. Needham, Katie E. Copley, Bryan Hurtle, Bede Portz, Noah J. Pyles, Lin Guo, Christopher B. Calder, Zachary P. Wills, Udai B. Pandey, Julia K. Kofler, Jeffrey L. Brodsky, Amantha Thathiah, James Shorter, Christopher J. Donnelly. RNA Binding Antagonizes Neurotoxic Phase Transitions of TDP-43. Neuron, 27 Feb 2019, DOI: 10.1016/j.neuron.2019.01.048

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)