Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capacità cognitiva in gioventù è forte predittore delle capacità mentali in vecchiaia

In un nuovo studio pubblicato il 21 gennaio su PNAS, dei ricercatori riferiscono che la capacità cognitiva generale (GCA) nella giovane età adulta - il diverso insieme di abilità coinvolte nel pensiero, come il ragionamento, la memoria e la percezione - è un predittore più forte della funzione e della riserva cognitiva nell'anzianità rispetto a qualunque altro fattore, come l'istruzione superiore, la complessità professionale o l'impegno in attività intellettuali.


L'istruzione superiore e le varie attività intellettuali della tarda vita, come enigmistica, leggere o socializzare, sono state associate a un rischio ridotto di demenza e a una riserva cognitiva più forte o migliore. La riserva cognitiva è la capacità del cervello di improvvisare e trovare modi alternativi per fare un lavoro e può aiutare le persone a compensare altri cambiamenti associati all'invecchiamento.


Un team internazionale di scienziati, guidato da ricercatori dell'Università della California di San Diego, ha cercato di affrontare un enigma 'uovo-gallina' posto da queste associazioni. Ad esempio, avere un lavoro più complesso aiuta a mantenere le abilità cognitive, o è che le persone con maggiori capacità cognitive tendono ad avere occupazioni più complesse?


I ricercatori hanno valutato oltre 1.000 uomini che hanno partecipato al Vietnam Era Twin Study of Aging. Sebbene tutti fossero veterani, quasi l'80% di loro non ha riferito esperienze di combattimento. Tutti gli uomini, che ora sono tra i 55 e i 65 anni di età, hanno fatto il test di accesso delle forze armate a un'età media di 20 anni. Il test misura la GCA.


Nell'ambito dello studio, i ricercatori hanno valutato le prestazioni dei partecipanti nella tarda mezza età, usando la stessa misura GCA, oltre a valutazioni in sette domini cognitivi, come la memoria, il ragionamento astratto e la fluenza verbale.


Hanno scoperto che la GCA a 20 anni rappresentava il 40% della varianza nella stessa misura a 62 anni e circa il 10% della varianza in ciascuno dei sette domini cognitivi. Gli autori hanno concluso che, dopo aver considerato la GCA a 20 anni, gli altri fattori hanno avuto scarso effetto. Ad esempio, l'educazione di tutta la vita, la complessità del lavoro e il coinvolgimento in attività intellettuali rappresentavano ciascuno meno dell'1% della varianza all'età media di 62 anni.


"I risultati suggeriscono che l'impatto dell'istruzione, della complessità occupazionale e dell'impegno nelle attività cognitive sulla tarda età probabilmente riflette una causalità inversa", ha detto il primo autore William S. Kremen PhD, professore del Dipartimento di Psichiatria della UC San Diego. "In altre parole, sono in gran parte effetti a valle della capacità intellettuale da giovani adulti".


A sostegno di questa idea, i ricercatori hanno scoperto che la GCA a 20 anni, ma non l'educazione, si correlava con l'area superficiale della corteccia cerebrale all'età di 62 anni. La corteccia cerebrale è la regione esterna sottile del cervello (sostanza grigia) responsabile del pensiero, della percezione, della produzione e comprensione del linguaggio.


Gli autori hanno sottolineato che l'istruzione è chiaramente di grande valore e può migliorare la capacità cognitiva complessiva di una persona e i suoi esiti di vita. Confrontando le loro scoperte con altre ricerche, hanno ipotizzato che il ruolo dell'istruzione nell'aumentare la GCA avviene principalmente durante l'infanzia e l'adolescenza, quando c'è ancora uno sviluppo cerebrale sostanziale.


Tuttavia, hanno detto che all'inizio dell'età adulta, l'effetto dell'istruzione sulla GCA sembra stabilizzarsi, sebbene continui a produrre altri effetti benefici, come l'ampliamento delle conoscenze e delle competenze.


Kremen ha detto che rimanere cognitivamente attivi nell'anzianità è utile, ma "i nostri risultati suggeriscono che dovremmo considerare questo da una prospettiva di intera vita. Migliorare la riserva cognitiva e ridurre il declino cognitivo in vecchiaia potrebbe davvero dover iniziare con l'accesso a un'istruzione infantile e adolescenziale di maggiore qualità".


I ricercatori hanno affermato che sarebbero necessarie ulteriori indagini per confermare pienamente le loro deduzioni, come un singolo studio con test cognitivi in ​​diversi momenti durante l'infanzia e l'adolescenza.

 

 

 


Fonte: Scott LaFee in University of California - San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.