Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Decodificato il meccanismo che forma i ricordi ... e li cancella

È un'espressione comune dire "ho il cervello pieno". Sebbene il cervello non si riempia letteralmente, negli ultimi anni i ricercatori hanno scoperto che a volte il cervello espelle vecchi ricordi per acquisirne di nuovi.


Ora, un team dello Scripps Research Institute ha descritto per la prima volta il meccanismo fisiologico mediante il quale un ricordo si forma e successivamente si dimentica. La ricerca, che è stata fatta sui moscerini della frutta, ha esaminato i cambiamenti sinaptici che si verificano durante l'apprendimento e l'oblio.


Con lo studio, pubblicato su Cell Reports, gli investigatori hanno scoperto che un singolo neurone della dopamina può guidare sia il processo di apprendimento che di dimenticanza.


"Riteniamo che questo sistema determini la rimozione dei ricordi che non sono importanti, che non dovrebbero necessariamente durare a lungo", afferma Jacob Berry PhD, post-dottorato associato nel Dipartimento di Neuroscienze nel campus dello Scripps Research in Florida. "Trovo elegante che tutto questo sia fatto con lo stesso neurone. Il nostro lavoro evidenzia esattamente come questo si realizza".


Per studiare la memoria nei moscerini, gli insetti sono condizionati ad associare un odore particolare a una scossa elettrica. Una volta addestrati, gli scienziati osservano che in seguito evitano quell'odore, il che conferma che è stata creata la memoria. Monitorando l'attività dei neuroni nel cervello prima e dopo il processo di condizionamento, gli scienziati possono dare uno sguardo interno alle basi fisiologiche della formazione della memoria.


In precedenti lavori, il team di ricerca dello Scripps aveva dimostrato che esistono circuiti dopaminici specifici che sono coinvolti sia nella formazione della memoria che nella sua rimozione. Nel presente studio, i ricercatori hanno usato tecniche di scansione per esaminare il processo più in dettaglio.


Hanno scoperto che quando una memoria comportamentale viene degradata, i cambiamenti cellulari apportati durante il processo di apprendimento sono invertiti dallo stesso neurone della dopamina che ha contribuito a formare i cambiamenti iniziali.


I ricercatori hanno anche scoperto che quando questo neurone della dopamina viene reclutato per formare una nuova memoria, funziona anche per degradare i ricordi più vecchi. "Ogni volta che impari qualcosa di nuovo, stai simultaneamente formando un nuovo ricordo, mentre potenzialmente interferisci con quelli vecchi, o li cancelli", dice Berry. "È un atto di bilanciamento molto importante che ti impedisce di sovraccaricarti".


"Da decenni i neuroscienziati che studiano l'apprendimento e la memoria studiano il modo in cui il cervello acquisisce informazioni e come diventano memoria stabile, un processo chiamato consolidamento della memoria", dice l'autore senior Ron Davis PhD, professore e preside del Dipartimento di Neuroscienze dello Scripps Research. "Solo di recente i neuroscienziati hanno colto l'importanza della dimenticanza attiva e hanno iniziato a svelare i processi che fanno dimenticare il cervello".


Berry aggiunge che questo processo di apprendimento e dimenticanza aiuta a spiegare l'interferenza retroattiva, un'osservazione comune in psicologia. L'interferenza retroattiva è la situazione in cui informazioni più recenti interferiscono con il tentativo di richiamare informazioni più vecchie, ad esempio quando chiami il tuo ex capo con il nome di quello attuale.


Sebbene la ricerca sia stata condotta su moscerini della frutta, i ricercatori si aspettano che i risultati si applichino agli organismi superiori, inclusi gli esseri umani. "L'evoluzione ha creato molto presto molti processi importanti come questo", dice Berry, "quindi c'è molta rilevanza nello studio di questi percorsi sinaptici negli organismi più semplici".


"Lo studio condotto da Berry non solo fornisce nuove informazioni sui meccanismi cerebrali della dimenticanza attiva, ma offre un meraviglioso esempio di quanto apprendiamo sulle funzioni cerebrali da animali da laboratorio come il moscerino della frutta, la Drosophila", aggiunge Davis.


Comprendere i processi di ricordare e dimenticare - e potenzialmente come manipolarli - ha una serie di implicazioni per gli esseri umani. Per condizioni come la tossicodipendenza o il disturbo da stress post-traumatico, può essere utile sviluppare approcci in grado di aumentare l'oblio attivo. Mentre migliorare la conservazione dei ricordi potrebbe aiutare a trattare la demenza e altre forme di perdita di memoria.

 

 

 


Fonte: Scripps Research Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jacob A. Berry, Anna Phan, Ronald L. Davis. Dopamine Neurons Mediate Learning and Forgetting through Bidirectional Modulation of a Memory Trace. Cell Reports, 2018, DOI: 10.1016/j.celrep.2018.09.051

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)