Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Colpi di testa nel calcio sono più dannosi per il cervello femminile

Il cervello delle donne è molto più vulnerabile di quello degli uomini alle ferite da colpi di testa ripetuti al pallone da calcio, secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine, che fa parte del sistema Montefiore.


Lo studio ha rilevato che le regioni del tessuto cerebrale danneggiato erano 5 volte più estese nelle calciatrici che nei maschi, suggerendo che potrebbero essere giustificate linee guida specifiche per genere, per prevenire lesioni alla testa nel calcio. I risultati sono stati pubblicati online ieri su Radiology.


"I ricercatori e i medici stanno notando da tempo che le donne vanno peggio degli uomini dopo gli infortuni alla testa, ma alcuni hanno affermato che è solo perché le donne sono più disposte a segnalare i sintomi", afferma l'autore senior dello studio Michael L. Lipton MD/PhD, professore di radiologia, psichiatria e scienze comportamentali all'Einstein e direttore medico dei servizi di risonanza magnetica al Montefiore. "Sulla base del nostro studio, che ha misurato i cambiamenti oggettivi nel tessuto cerebrale piuttosto che i sintomi auto-riportati, le donne sembrano più propense degli uomini a subire traumi cerebrali dal pallone da calcio".


Circa 30 milioni di donne e ragazze giocano a calcio in tutto il mondo, secondo la Federazione Internazionale delle Associazioni Calcio (FIFA), l'organo di governo internazionale del calcio.

 

Misurare i cambiamenti del cervello

Nello studio, il dottor Lipton e i suoi colleghi hanno eseguito la scansione a tensore di diffusione (DTI), una forma di risonanza magnetica, su calciatori dilettanti (49 maschi e 49 femmine) iscritti allo studio di calcio dell'Einstein. Entrambi i gruppi hanno un'età compresa tra 18 e 50 anni, media 26 anni, ed entrambi i gruppi hanno riferito un numero simile di colpi di testa rispetto all'anno precedente (una media di 487 colpi per gli uomini e 469 per le donne).


La DTI rileva danni cerebrali sottili misurando la direzione della diffusione dell'acqua nella sostanza bianca (il tessuto cerebrale profondo che coordina la comunicazione tra le regioni del cervello). Quanto più uniforme è la diffusione dell'acqua, misurata su una scala zero-uno chiamata «anisotropia frazionale» (FA), tanto migliore è l'integrità microstrutturale del tessuto. Trovare una regione di cervello con FA bassa indica danni strutturali al cervello.

"In base al nostro studio, che ha misurato il tessuto cerebrale oggettivo piuttosto che i sintomi auto-riferiti, le donne sembrano più propense degli uomini a soffrire di traumi cerebrali causati dai colpi di testa al pallone da calcio".
    - Michael Lipton MD/PhD.


La valutazione FA del cervello dei giocatori ha mostrato che il volume di sostanza bianca danneggiata nelle donne calciatrici era 5 volte maggiore rispetto ai maschi. Lo studio ha scoperto che le donne avevano 8 aree del cervello in cui livelli maggiori di colpi di testa erano associati a FA inferiore, rispetto a solo 3 regioni negli uomini.


"Il nostro studio è più ampio e bilanciato più equamente tra i sessi di qualsiasi studio preliminare di scansione su sesso e lesioni cerebrali", afferma il primo coautore Todd G. Rubin MS, studente MD/PhD del Translational Neuroimaging Laboratory all'Einstein. "I risultati si aggiungono al crescente corpo di prove che uomini e donne esprimono risposte biologiche distinte ai traumi cerebrali".

 

I giocatori possono ridurre i rischi?

Non sappiamo perché le donne sono più sensibili degli uomini alle lesioni alla testa. I ricercatori ipotizzano che le differenze nella forza del collo, negli ormoni sessuali o nella genetica potrebbero avere un ruolo. I cambiamenti nella FA erano subclinici, nel senso che non producevano scoperte cliniche evidenti come un'alterazione della capacità di pensare. Ma questi cambiamenti della FA sono comunque motivo di preoccupazione.


"In varie lesioni cerebrali, compresa l'encefalopatia traumatica cronica [una malattia degenerativa del cervello riscontrata negli atleti, veterani militari e altri con una storia di traumi cerebrali ripetuti], la patologia subclinica si sviluppa prima che possiamo rilevare danni cerebrali che influiscono sulla funzione" dice il Dr. Lipton. "Quindi, prima che si verifichi una grave disfunzione, è opportuno identificare i fattori di rischio delle lesioni cerebrali cumulative, come i colpi di testa delle donne, in modo che le persone possano agire per prevenire ulteriori danni e massimizzare il recupero".


Da più di dieci anni il Dr. Lipton studia gli effetti della lesione cerebrale lieve e gli effetti cumulativi di lesioni sub-commozionali ripetute sul cervello di atleti dilettanti e di veterani di guerra. In precedenza ha scoperto che i colpi di testa frequenti al pallone da calcio sono una causa comune e poco riconosciuta dei sintomi della commozione cerebrale e che la funzione cognitiva peggiore nei giocatori di calcio deriva principalmente dai frequenti colpi di testa alla palla piuttosto che da impatti involontari alla testa dovuti a collisioni.

 

I giocatori di calcio dovrebbero smettere di colpire di testa?

"Abbiamo condotto diversi studi che dimostrano che la maggior parte dei giocatori sembra tollerare un certo livello di colpi di testa", afferma il Dr. Lipton. "Piuttosto che escludere completamente questa pratica, che probabilmente non è realistico, ci piacerebbe avere un controllo migliore su quanti colpi metteranno nei guai i calciatori. Ciò che è importante in questo studio è che gli uomini e le donne potrebbero aver bisogno di essere guardati in modo diverso".


Le organizzazioni di calcio potrebbero infine voler adottare misure preventive come Pitch Smart, un programma sponsorizzato da USA Baseball e dalla Major League Baseball, che prevede il conteggio dei tiri e periodi di riposo per giocatori di età diverse, suggerisce il Dr. Lipton. "I limiti dei tiri hanno ridotto drasticamente l'incidenza delle lesioni da sforzo ripetuto agli arti superiori", dice. "Limitare il numero di colpi di testa consentiti nel calcio potrebbe avere benefici simili nel prevenire lesioni alla testa. Ma non possiamo raccomandare numeri specifici a questo punto. Capire appieno il rischio dei colpi di testa richiederà molto più lavoro".

 

 

 


Fonte: Albert Einstein College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Todd G. Rubin, Eva Catenaccio, Roman Fleysher, Liane E. Hunter, Naomi Lubin, Walter F. Stewart, Mimi Kim, Richard B. Lipton, Michael L. Lipton. MRI-defined White Matter Microstructural Alteration Associated with Soccer Heading Is More Extensive in Women than Men. Radiology, 31 Jul 2018 DOI: 10.1148/radiol.2018180217

Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.