Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Medita ogni giorno per avere più capacità di attenzione in vecchiaia

Sessioni regolari e intensive di meditazione nel corso di tutta la vita potrebbero aiutare una persona a rimanere attenta e ben focalizzata nella vecchiaia. Questo dice lo studio longitudinale più esteso eseguito fino ad oggi per l'esame di un gruppo di praticanti di meditazione.


La ricerca, pubblicata nel Journal of Cognitive Enhancement, valuta i benefici che le persone hanno acquisito dopo tre mesi di formazione alla meditazione a tempo pieno, e se questi benefici sono mantenuti sette anni dopo. Il primo autore Anthony Zanesco, ora all'Università di Miami, avverte tuttavia  che sono necessarie ulteriori ricerche prima che la meditazione possa essere considerata un metodo infallibile per contrastare gli effetti dell'età sul cervello.


Questo studio fa seguito a un lavoro del 2011 dello stesso gruppo di ricercatori dell'Università della California di Davis, che aveva valutato le capacità cognitive di 30 persone che meditavano regolarmente prima e dopo un ritiro di tre mesi al centro di meditazione Shambhala Mountain negli Stati Uniti.


Al centro, meditavano ogni giorno usando tecniche progettate per favorire l'attenzione su un oggetto scelto, sostenuta dalla calma, e per generare aspirazioni come compassione, gentilezza amorevole, gioia empatica ed equanimità tra i partecipanti, per gli altri e per se stessi. Durante questo periodo, è stato monitorato anche un altro gruppo di 30 persone che meditavano regolarmente.


A parte recarsi al centro di meditazione per un periodo di valutazione di una settimana, hanno continuato a vivere normalmente. Dopo la fine del ritiro iniziale del primo gruppo, il secondo gruppo ha ricevuto un addestramento intensivo simile al Shambhala Mountain Center.


Come parte di questo studio, sono state condotte valutazioni successive 6 e 18 mesi, e 7 anni dopo il completamento dei ritiri. Durante l'ultima valutazione, ai partecipanti è stato chiesto di stimare quanto tempo, nei 7 anni, avevano trascorso in meditazione fuori dai contesti formali di ritiro, ad esempio attraverso la pratica quotidiana o non intensiva. I 40 partecipanti che erano rimasti nello studio hanno tutti riportato alcune forme di pratica di meditazione continua: l'85% ha partecipato ad almeno un ritiro di meditazione e hanno fatto pratica in media per un tempo equivalente a un'ora al giorno per 7 anni.


I partecipanti hanno nuovamente eseguito i test progettati per misurare il tempo di reazione e la capacità di prestare attenzione a un compito. Sebbene questi non siano migliorati, i guadagni cognitivi accumulati dopo la formazione e la valutazione del 2011 sono stati parzialmente mantenuti molti anni più tardi. Ciò era particolarmente vero per i partecipanti più anziani che avevano fatto molta meditazione durante i sette anni. Rispetto a coloro che ne avevano fatto di meno, avevano mantenevano i guadagni cognitivi e non mostravano modelli tipici di declino correlato all'età nell'attenzione sostenuta.


"Questo studio è il primo a dimostrare che la pratica intensiva e continua della meditazione è associata a miglioramenti durevoli nell'attenzione prolungata e nell'inibizione della risposta, con la possibilità di alterare le traiettorie longitudinali dei cambiamenti cognitivi in tutta la vita di una persona", afferma Zanesco.


Egli è consapevole che lo stile di vita o la personalità dei partecipanti potrebbe aver contribuito alle osservazioni. Zanesco quindi richiede ulteriori ricerche sulla meditazione come intervento per migliorare il funzionamento del cervello tra le persone anziane. E dice che i risultati attuali forniscono anche una valutazione che fa riflettere se interventi di consapevolezza a breve termine o non intensivi sono utili per migliorare l'attenzione sostenuta in modo duraturo.


I partecipanti hanno praticato molta più meditazione di quanto sia fattibile nei programmi a breve termine, che potrebbero puntare ad aiutare nell'invecchiamento cognitivo, e nonostante aver fatto così tanta meditazione, i partecipanti in genere non sono migliorati nel corso degli anni; questi benefici si sono invece stabilizzati.


Zanesco crede che questo abbia vaste implicazioni per la meditazione e degli approcci basati sulla consapevolezza sulla formazione cognitiva e solleva questioni importanti su quanto la meditazione possa, in realtà, influenzare la cognizione umana e il funzionamento del cervello.

 

 

 


Fonte: Springer (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anthony P. Zanesco, Brandon G. King, Katherine A. MacLean, Clifford D. Saron. Cognitive Aging and Long-Term Maintenance of Attentional Improvements Following Meditation Training. Journal of Cognitive Enhancement, 2018; DOI: 10.1007/s41465-018-0068-1

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.