Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Opinione di parte o realtà: Le terapie digitali sono la migliore speranza contro la demenza

L'opinione di parte: le terapie digitali sono la migliore speranza contro la demenza[Comunicato stampa della Posit Science] - Il dottor Henry Mahncke, CEO di Posit Science, produttore di BrainHQ (esercizi per la mente e valutazioni online), sta suggerendo ai leader mondiali della sanità e agli imprenditori riuniti alla Global Pharmaceutical and Biotechnology Conference del Financial Times che "la speranza migliore per affrontare la demenza" è la nuova terapia digitale, come il software di allenamento mentale basato sulla plasticità.


"Negli ultimi due decenni, praticamente tutte le risorse per sviluppare nuovi trattamenti contro la demenza si sono focalizzati sullo sviluppo di nuovi farmaci basati sulla teoria che la placca amiloide è la sola causa della malattia e che la rimozione dell'amiloide cura la malattia" ha detto il dottor Mahncke. "Purtroppo, questo non ha ancora funzionato; parecchi farmaci hanno fallito ed è stata sprecata un'enorme quantità di tempo, denaro e sforzi da parte delle aziende e dei governi. Quel che è peggio è che questo intenso focus sull'amiloide ha schiacciato molti altri approcci promettenti".


Tuttavia, nello stesso periodo, ha osservato il Dr. Mahncke, sono state fatte enormi scoperte nella neuroscienza di base, che hanno chiarito la natura sottostante del cervello come organo integrato e come la sua salute può essere mantenuta oppure degradata.


"Nella ricerca di base, ci siamo allontanati da un modello meccanico del cervello con parti che si consumano con l'età, a un modello basato sulla plasticità del cervello per tutta la vita, dove l'attività del cervello - quello che chiedi al tuo cervello - regola la sua stessa salute", ha osservato il dottor Mahncke. "Sono passati più di due decadi dal momento che abbiamo dimostrato che il cervello è plastico, capace di potenti cambiamenti chimici, strutturali e funzionali auto-organizzanti, per tutta la vita. Tuttavia, il pensiero clinico non è riuscito a tenere il passo di quello scientifico, perciò l'approccio al trattamento che vediamo rimane intrappolato nelle vecchie idee".


Il dottor Mahncke ha rivisto alcuni dei più di 100 studi che riguardano gli esercizi su BrainHQ, rilevando che mostrano che relativamente piccole quantità di formazione cerebrale basata sulla plasticità portano miglioramenti chimici, strutturali e funzionali nei cervelli più anziani, compresi quelli con il rischio più grande di demenza e quelli con diagnosi di pre-demenza.


"L'anno scorso, i ricercatori indipendenti che hanno eseguito un esperimento controllato randomizzato di 10 anni su 2.800 persone, finanziato dai NIH, sulla formazione cognitiva e sull'invecchiamento, hanno annunciato di aver trovato - per la prima volta - che c'è un intervento che può ridurre significativamente il rischio di demenza e quell'intervento è una forma di addestramento del cervello basato sulla plasticità, usato nello studio per sole 10-18 ore", ha detto il dottor Mahncke. "Questo tipo di innovazione merita il livello di attenzione scientifico, clinico e del sistema sanitario che è stato finora dato allo sviluppo di farmaci, soprattutto a causa dei fallimenti della catena farmaceutica".


Il dottor Mahncke ha osservato che la formazione del cervello basata sulla plasticità potrebbe essere un approccio "onnipresente e economico" per affrontare la demenza, altri disturbi cognitivi non trattabili e il monitoraggio della salute del cervello per tutta la vita.


"I responsabili della sanità, che sono interessati a migliorare i risultati della salute e ad abbassare i costi, non hanno una prospettiva più promettente che sfruttare la plasticità propria del cervello ad affrontare le proprie debolezze e raggiungere e mantenere le prestazioni di punta", ha concluso il dottor Mahncke. "Quelli che cercano il prossimo farmaco multi-miliardario per la demenza sembrerà che stiano combattendo contro i mulini a vento, ma non lasciamo che sequestrino la nostra agenda per la salute del cervello".

 

 

 


Fonte: Posit Science via GlobalNewsWire (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)