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Studio: la terapia ormonale potrebbe non proteggere dall'Alzheimer

L'ultimo studio su terapia ormonale e Alzheimer non mostra alcuna relazione tra i farmaci e la possibilità di sviluppare la malattia in seguito. Alcuni studi precedenti avevano dimostrato che la terapia ormonale può aumentare il rischio di malattia, mentre altri avevano dimostrato il contrario. Il nuovo studio è stato pubblicato on line ieri, 15 febbraio 2017, su Neurology®.


"Anche se le donne hanno comunque bisogno di parlare con il medico dei rischi ed i benefici della terapia ormonale in menopausa, questo studio non ha fornito la forte evidenza che la terapia ormonale sia in grado di proteggere le donne dall'Alzheimer", ha detto l'autore dello studio Bushra Imtiaz MD/MPH, dell'Università della Finlandia Orientale di Kuopio.


Per lo studio, tutte le donne da 47 a 56 anni di età residenti nella provincia di Kuopio in Finlandia hanno ricevuto i questionari per posta ogni cinque anni dal 1989 al 2009. Le informazioni sull'uso della terapia ormonale sono state date sia dalle donne stesse, che rilevate da un archivio finlandese partito nel 1995. Le diagnosi di Alzheimer sono state rilevate da un archivio.


Delle 8.195 donne seguite per lo studio (durato 20 anni completi), 4.401 hanno segnalato la terapia ormonale, e 227 hanno sviluppato l'Alzheimer nello stesso periodo. L'uso della terapia ormonale dopo la menopausa non si è associato al rischio di Alzheimer. Questo è risultato vero quando i ricercatori hanno esaminato sia le informazioni delle donne stesse, sia quelle dell'archivio.


Quando i ricercatori hanno esaminato solo le donne che hanno riferito di aver usato la terapia ormonale per più di 10 anni, hanno trovato una riduzione del rischio di Alzheimer rispetto a quelle che non hanno usato la terapia ormonale. Tuttavia, il risultato non era così forte quando i ricercatori hanno esaminato l'uso di ormoni e un tipo qualsiasi di demenza.


Quando i ricercatori hanno esaminato le donne che hanno usato la terapia ormonale per più di 10 anni sui dati dell'archivio, non hanno trovato alcuna riduzione del rischio di Alzheimer. Imtiaz ha detto che la spiegazione dei risultati diversi potrebbe essere nel periodo di tempo diverso tra i dati auto-riferiti e quelli dell'archivio.


Imtiaz ha detto che le limitazioni dello studio sono che alcune informazioni erano auto-riferite dalle partecipanti, che possono non ricordarle in modo accurato e che i ricercatori non potevano controllare i risultati per le persone che avevano una predisposizione genetica all'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bushra Imtiaz, Marjo Tuppurainen, Toni Rikkonen, Miia Kivipelto, Hilkka Soininen, Heikki Kröger and Anna-Maija Tolppanen. Postmenopausal hormone therapy and Alzheimer disease: A prospective cohort study.Neurology, published ahead of print February 15, 2017, doi:10.1212/WNL.0000000000003696


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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 


 

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