Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio trova che un aumento della pressione in vecchiaia può proteggere dalla demenza



Nuovi risultati di uno studio pubblicato ieri on-line sulla rivista scientifica dell'Alzheimer's Association suggeriscono che l'alta pressione in vecchiaia è associata a un rischio più basso di demenza dopo i 90 anni, soprattutto se l'ipertensione insorge dopo gli 80.


In genere si ritiene che la pressione alta e gli altri rischi della salute del cuore aumentino il rischio di demenza, ma queste nuove scoperte sfidano questa idea e aggiungono conoscenze su ipertensione e rischio di demenza.


I ricercatori della University of California di Irvine e i colleghi hanno seguito 559 persone per una media di 2,8 anni, indagando sul rapporto tra demenza, età di insorgenza dell'ipertensione, e misurazioni della pressione arteriosa. Tutti i partecipanti provengono da uno studio a lungo termine in corso su over-90 chiamato The 90+ Study. Al momento dell'arruolamento, i partecipanti non avevano alcuna demenza, avevano 93 anni in media, e il 69% era di sesso femminile. Il loro stato mentale è stato valutato ogni sei mesi nel periodo di studio, durante il quale 224 (40%) di loro hanno ricevuto una diagnosi di demenza.


I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti allo studio che hanno segnalato l'insorgenza di ipertensione da 80 a 89 anni avevano il 42% in meno di probabilità di sviluppare demenza dopo i 90 anni rispetto a coloro che non hanno riferito alcuna storia di pressione alta. I partecipanti la cui ipertensione è iniziata dopo i 90 anni avevano un rischio ancora più basso, il 63% in meno. Queste associazioni sono risultate statisticamente significative e indipendenti dal fatto che i partecipanti stessero assumendo antipertensivi.


Il primo autore Maria Corrada MS/ScD, Professore di Neurologia ed Epidemiologia all'Università della California di Irvine ha detto:

"In questo studio, primo-del-suo genere, troviamo che l'ipertensione non è un fattore di rischio per la demenza negli over-90, ma è in realtà associato a un rischio ridotto di demenza. Questa relazione non era ancora stata esaminata negli over-80 e over-90, i 'vecchi più vecchi'". [...]

"Prima di poter fare il passo di suggerire modifiche alle raccomandazioni della pressione sanguigna per ridurre il rischio di demenza nella cura clinica, abbiamo bisogno di più ricerche per confermare e capire la nostra scoperta. Ciò include indagini sulla biologia di base dell'ipertensione e sulla funzione del cervello".


Gli autori suggeriscono diversi motivi potenziali dell'associazione tra ipertensione e rischio di demenza osservato nello studio:

  • Uno è il fatto che la pressione sanguigna deve raggiungere un certo livello per mantenere un adeguato flusso di sangue nel cervello nella cognizione normale, e che questo livello può cambiare con l'età.
  • Un'altra spiegazione che gli autori annotano, meno probabile ma possibile, è che la pressione del sangue scende prima dell'insorgenza di demenza, come conseguenza del deterioramento delle cellule cerebrali, e pertanto le persone anziane che non stanno sviluppando la demenza hanno una pressione più alta.


Gli autori ammettono che lo studio ha diversi limiti, compreso il fatto che i partecipanti erano per lo più donne e tutti residenti in una grande casa di riposo nella Contea di Orange, in California, e quindi non rappresentano l'intera popolazione dei 'vecchi più vecchi'.


"Dobbiamo avere un quadro più ampio di quello che protegge la salute del cervello per tutta la vita, inclusa la vecchiaia", ha detto la dott.ssa Maria Carrillo dell'Alzheimer's Association. "Esaminare la demenza in questo gruppo è fondamentale in quanto è il segmento a crescita più rapida della popolazione degli Stati Uniti con il tasso più alto di demenza".

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: María M. Corrada, Kathleen M. Hayden, Annlia Paganini-Hill, Szofia S. Bullain, Jaime DeMoss, Colette Aguirre, Ron Brookmeyer, Claudia H. Kawas. Age of onset of hypertension and risk of dementia in the oldest-old: The 90+ Study. Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association, Published online: January 16, 2017, DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.jalz.2016.09.007

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.