Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come funziona la memoria?

Come funziona la memoria?

Tendiamo a pensare che la nostra memoria funziona come un archivio: sperimentiamo un evento, generiamo un ricordo e lo immagazziniamo per un uso successivo. Tuttavia, secondo la ricerca medica, i meccanismi di base che stanno dietro alla memoria sono molto più dinamici. In realtà, generare ricordi è come collegare il nostro computer portatile a una rete Ethernet via cavo: la potenza della rete determina il modo in cui l'evento è tradotto all'interno del nostro cervello.


I neuroni (le cellule nervose nel cervello) comunicano attraverso le connessioni sinaptiche (terminali di passaggio del segnale da un neurone all'altro), che "parlano" tra loro quando sono presenti alcuni neurotrasmettitori (sostanze chimiche che consentono la trasmissione di questi segnali).


Pensiamo ad un neurotrasmettitore come a una email (messaggio di posta elettronica). Se siamo occupati e riceviamo una o due email, potremmo ignorarle. Ma, se siamo bombardati da centinaia di email dalla stessa persona, che dicono fondamentalmente la stessa cosa, tutte allo stesso momento, è probabile che iniziamo a prestare attenzione e ad iniziare una conversazione con il mittente: "Perché mai mi stai mandando tutte queste e-mail?"


Allo stesso modo, un neurone apre una linea di comunicazione con l'altro solo quando riceve la stimolazione da molti degli stessi neurotrasmettitori alla volta: "Oh, il mio vicino continua a chiamarmi con lo stesso segnale? Meglio che gli parlo!". Allora, come si rapporta questo con la memoria, esattamente? E' la forza di queste connessioni tra i neuroni che determina come si forma un ricordo.


"Il rafforzamento persistente di queste sinapsi attivate è chiamato «potenziamento a lungo termine» (LTP)"
, ha detto William Griffith PhD, neuroscienziato cellulare e presidente del Dipartimento di Neuroscienze e Terapia Sperimentale del Texas A&M Health Science Center. "La LTP è il meccanismo cellulare più accettato per spiegare la memoria, perché può alterare la potenza delle connessioni tra le cellule cerebrali. Se questa forza viene mantenuta, si forma un ricordo".


La LTP avviene quando le cellule nervose 'sparano' (parlano tra loro) a un ritmo elevato senza l'ulteriore aumento della stimolazione dai neurotrasmettitori. In un certo senso, è come costruire un rapporto con il mittente dell'email. Una volta che si inizia un dialogo con il mittente, si è in una posizione migliore per comunicare più facilmente e mantenere un forte rapporto. Proprio come si potrebbe aggiungere il mittente all'elenco dei contatti, il cervello crea un 'contatto sinaptico rafforzato'.


Ma, se non si parla, la relazione scema. Allo stesso modo, la capacità di richiamare e ricordare certi ricordi dipende dal mantenimento della forza di questa connessione a lungo termine tra i contatti sinaptici. La LTP agisce come una sorta di cavo Ethernet (quello che collega i computer in rete), permettendo al cervello di caricare, scaricare e elaborare ad una velocità più alta, fatto che può spiegare perché alcuni ricordi sono più vivi di altri: il percorso su cui si contattano permette un ritmo più veloce.


"Il cervello è un organo plastico", spiega Griffith. "Ciò significa che può facilmente riconfigurarsi o modificarsi. Tuttavia, è anche un muscolo. Si usa o si perde. Mantenendo in uso le sinapsi e i percorsi tra i neuroni, essi acquisiscono la capacità di diventare più forti o migliori in permanenza. Questo è il mattone di costruzione su cui si basa la memoria".


Allo stesso modo, la perdita di questa forte LTP (le connessioni sinaptiche rafforzate tra i neuroni) potrebbe essere il motivo che sta dietro la perdita/deterioramento cognitivo. "Dato che il cervello è un organo, avrà una usura", continua Griffith. "Molte persone credono che questo calo del 'parlarsi' l'un l'altro dei neuroni sia responsabile della perdita cognitiva, perché i percorsi non sono stati usati o rafforzati. Proprio come i muscoli del corpo si atrofizzano quando non sono usati, il cervello si deteriora quando non è stimolato (*)".


Griffith ha detto che la discussione sul consolidamento e recupero della memoria è vasto, e ci sono molti aspetti del fenomeno che devono ancora essere studiati. "Quando si vede o si odora qualcosa, questo contribuisce al ricordo di un evento", ha detto. "Questo può essere mappato in molte parti del cervello. La memoria può anche essere coinvolta in alcuni comportamenti come le dipendenze. Perché accade questo? È perché i percorsi della dipendenza sono rafforzati, o perché sono repressi? Non lo sappiamo ancora".


La scienza che sta dietro alla memoria è complessa, e probabilmente sarà studiata nei decenni a venire. "Molti percorsi diversi nel cervello interagiscono per formare circuiti complessi dei diversi tipi di memoria", ha detto Griffith. "C'è molto dibattito e deve essere fatta più ricerca per comprendere appieno come il nostro cervello genera, consolida e recupera i ricordi".

 

 

(*) Vedi Riserva Cognitiva

 

 


Fonte: Lauren Thompson in Texas A&M University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)