Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'inquinamento atmosferico mette a rischio la struttura del cervello e le funzioni cognitive

L'inquinamento atmosferico, anche a livelli moderati, è da tempo riconosciuto come un fattore che alza il rischio di ictus. Un nuovo studio condotto da scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center e della Boston University School of Medicine suggerisce che l'esposizione a lungo termine può causare danni alle strutture del cervello e alterare la funzione cognitiva negli adulti di mezza età e anziani.


I ricercatori scrivono (nel numero di maggio 2015 di Stroke) che hanno studiato più di 900 partecipanti al Framingham Heart Study, trovando le prove di una struttura più piccola del cervello e di infarti cerebrali nascosti, un tipo di ictus ischemico «silente» derivante da un blocco nei vasi sanguigni che irrorano il cervello.


Lo studio ha valutato la distanza della residenza dei partecipanti dalle strade principali e ha usato le immagini satellitari per valutare l'esposizione prolungata al particolato sottile ambientale, le particelle con un diametro di 2,5 milionesimi di metro, chiamate PM2.5.


Queste particelle provengono da varie fonti, comprese centrali elettriche, fabbriche, camion e automobili e combustione del legno. Possono arrivare in profondità nei polmoni e sono state associate in altri studi all'aumento del numero di ricoveri ospedalieri per eventi cardiovascolari, come attacchi di cuore e ictus.


"Questo è uno dei primi studi ad esaminare il rapporto tra inquinamento atmosferico e struttura del cervello", dice Elissa Wilker ScD, ricercatrice dell'Unità di Ricerca in Epidemiologia Cardiovascolare al Beth Israel Deaconess Medical Center. "I nostri risultati suggeriscono che l'inquinamento atmosferico è associato ad effetti insidiosi sull'invecchiamento cerebrale strutturale, anche in individui liberi da demenza e ictus".


I partecipanti allo studio avevano almeno 60 anni ed erano privi di demenza e ictus. La valutazione comprendeva il volume totale del cervello, un marcatore di atrofia cerebrale associato all'età; il volume dell'ippocampo, che riflette i cambiamenti nella zona del cervello che controlla la memoria; il volume di iperintensità della materia bianca, che può essere usato come misura della patologia e dell'invecchiamento; e gli infarti cerebrali nascosti.


Lo studio ha trovato che un aumento di solo 2μg (microgrammi) per metro cubo in PM2,5, una gamma presente di solito in tutte le regioni metropolitane del New England e di New York, si associa a una maggiore probabilità di avere infarti cerebrali nascosti e a un volume minore del cervello cerebrale, che corrispondono a circa un anno di invecchiamento cerebrale.


"Questi risultati sono un passo importante per aiutare a imparare che cosa succede nel cervello", dice la Wilker. "I meccanismi attraverso i quali l'inquinamento dell'aria può influenzare l'invecchiamento del cervello rimangono poco chiari, ma l'infiammazione sistemica derivante dal deposito di polveri sottili nei polmoni è probabilmente importante".


"[...] I partecipanti allo studio che vivevano nelle aree più inquinate avevano anche un rischio maggiore del 46 per cento di mostrare ictus silenziosi alla risonanza magnetica", ha detto Sudha Seshadri MD, professore di Neurologia alla Boston University School of Medicine e Ricercatore Senior del Framingham Study. "Questo è preoccupante poiché sappiamo che gli ictus silenti aumentano il rischio di ictus palesi e di sviluppare demenza, problemi di deambulazione e depressione. Abbiamo ora in programma di osservare meglio l'impatto dell'inquinamento atmosferico su un periodo più lungo, il suo effetto sulle misure MRI più sensibili, il restringimento del cervello nel corso del tempo, e gli altri rischi, tra cui ictus e demenza".

 

******
Hanno collaborato anche: Sarah R. Preis ScD, della Boston University School of Public Health, Dipartimento di Biostatistica (BUSPH) e del Framingham Heart Study (FHS); Alexa S. Beiser PhD, del BUSPH, FHS e Boston University School of Medicine Dipartimento di Neurologia (BUSM); Philip A. Wolf MD, di FHS e BUSM; Rhoda Au PhD di BUSM; Ital Kloog PhD, del Dipartimento di Geografia e sviluppo ambientale alla Ben-Gurion University of the Negev di Beer Sheva in Israele; Wenyuan Li MS, Dipartimento di Epidemiologia del HSPH; Joel Schwartz PhD, del HSPH; Petros Koutrakis PhD del HSPH; Charles DeCarli MD, Dipartimento di Neurologia e Centro di Neuroscienze della University of California Davis; e Murray Mittleman MD/DrPH del BIDMC e HSPH.

Il lavoro è stato sovvenzionato dai National Institutes of Health e dal Dipartimento degli Stati Uniti per la Protezione Ambientale.

 

 

 

 

 


Fonte: Beth Israel Deaconess Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Elissa H. Wilker, Sarah R. Preis, Alexa S. Beiser, Philip A. Wolf, Rhoda Au, Itai Kloog, Wenyuan Li, Joel Schwartz, Petros Koutrakis, Charles DeCarli, Sudha Seshadri, and Murray A. Mittleman. Long-Term Exposure to Fine Particulate Matter, Residential Proximity to Major Roads and Measures of Brain Structure. Stroke, 2015 DOI: 10.1161/STROKEAHA.114.008348

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.