Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di demenza diminuito negli ultimi 20 anni?

Un nuovo studio svedese, pubblicato sulla rivista Neurology, dimostra che il rischio di sviluppare la demenza può essere diminuito nel corso degli ultimi 20 anni, in diretto contrasto con quello che molti pensano.

Il risultato si basa sui dati dello SNAC-K, uno studio continuo sull'invecchiamento e la salute, che è iniziato nel 1987.


"Sappiamo che le malattie cardiovascolari sono un fattore di rischio importante per la demenza. La diminuzione suggerita nel rischio di demenza coincide con la generale riduzione delle malattie cardiovascolari negli ultimi decenni", dice il Professore Associato Chengxuan Qiu dell'Aging Research Center (ARC), fondato dal Karolinska Institutet e dall'Università di Stoccolma. "I controlli sanitari e la prevenzione delle malattie cardiovascolari sono migliorati in modo significativo, in Svezia, e ora vediamo i risultati di questo miglioramento riflettersi sul rischio di sviluppare la demenza".


La demenza è una costellazione di sintomi caratterizzati da difficoltà di memoria e di altre funzioni mentali. Dopo i 75 anni, la demenza è di solito dovuta a molteplici cause, principalmente l'Alzheimer e la demenza vascolare. Nell'attuale studio hanno partecipato più di 3.000 anziani di oltre 75 anni residenti nel quartiere centrale di Kungsholmen, un sobborgo di Stoccolma. A 523 di essi è stata diagnosticata una qualche forma di demenza e tutti i partecipanti sono stati valutati da un infermiere, un medico e uno psicologo. I componenti principali del gruppo di ricerca sono stati essenzialmente gli stessi dal 1987, compreso il neurologo responsabile delle diagnosi cliniche di demenza.


Il risultato mostra che la prevalenza di demenza è rimasta stabile sia per gli uomini che per le donne in tutte le fasce di età, dopo i 75 anni, durante l'intero periodo di studio (1987-1989 e 2001-2004), nonostante il fatto che la sopravvivenza delle persone con demenza sia aumentata dalla fine degli anni 1980. Ciò significa che il rischio complessivo di sviluppare demenza deve essere diminuito nel corso del periodo, forse grazie alla prevenzione e alla migliore cura delle malattie cardiovascolari.


"La riduzione del rischio di demenza è un fenomeno positivo, ma è importante ricordare che il numero di persone affette da demenza continuerà a crescere con l'aumento dell'aspettativa di vita e del numero assoluto di persone con più di 75 anni", dice la professoressa Laura Fratiglioni, Direttrice del Centro di Ricerca sull'invecchiamento. "Questo significa che l'onere sociale della demenza e la necessità di servizi medici e sociali continuerà ad aumentare. Oggi non c'è un modo per curare pazienti affetti da demenza. Invece dobbiamo continuare a migliorare l'assistenza sanitaria e la prevenzione in questo settore".


Lo studio è stato finanziato dal Swedish Council for Working Life and Social Research (FAS), dal Ministero Svedese della Salute e degli Affari Sociali, dal Consiglio svedese della ricerca, e dal Swedish Brain Power.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 

 


Fonte:Karolinska Institutet.

Riferimento: C. Qiu, E. von Strauss, L. Backman, B. Winblad, L. Fratiglioni. Twenty-year changes in dementia occurrence suggest decreasing incidence in central Stockholm, Sweden. Neurology, 2013; DOI: 10.1212/WNL.0b013e318292a2f9.

Pubblicato in Science Daily il 19 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)