Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ritmi nel cervello aiutano a orientarsi

Onde cerebralionde_cerebrali21Una ricerca dell'Università di Edimburgo ha monitorato i segnali elettrici nella parte del cervello legata alla consapevolezza spaziale.

Lo studio potrebbe aiutarci a capire come possiamo entrare a occhi chiusi in una stanza che conosciamo e trovare le cose tutto intorno. Ciò è strettamente legato al modo in cui progettiamo come andare da un luogo all'altro.


Gli scienziati hanno scoperto che le cellule del cervello, che codificano la posizione attraverso un aumento dell'attività elettrica, non lo fanno parlando direttamente tra di loro. Al contrario, possono solo inviarsi segnali reciprocamente attraverso cellule note per ridurre l'attività elettrica. Questo non era previsto, perchè le cellule capaci di ridurre la segnalazione elettrica di solito sono ritenute solo in grado di sopprimere l'attività del cervello.


La ricerca ha anche esaminato i ritmi elettrici (o onde) dell'attività cerebrale. Studi precedenti avevano dimostrato che la consapevolezza spaziale è legata non solo al numero e all'intensità dei segnali elettrici, ma anche a dove si verifica l'onda elettrica. Questa ricerca mostra che la comunicazione indiretta tra le cellule nervose coinvolte nella consapevolezza spaziale aiuta anche a spiegare come vengono generate queste onde elettriche.


Questa scoperta è sorprendente perché suggerisce che i meccanismi cellulari che permettono al nostro cervello di capire la nostra posizione sono gli stessi che generano le onde ritmiche dell'attività [cerebrale]. La consapevolezza spaziale e i ritmi elettrici del cervello sono noti per essere coinvolti in patologie quali la schizofrenia e l'Alzheimer, quindi il lavoro degli scienziati potrebbe aiutare la ricerca in questi settori.


Lo studio, finanziato dal Consiglio per la Ricerca Biotecnologica e Biologica, è pubblicato sulla rivista Neuron. Ha esaminato le connessioni tra le cellule nervose del cervello necessarie per la consapevolezza spaziale nei topi e ha usato modelli al computer per ricreare schemi di attività neurale nel cervello.


Matt Nolan, del Centro di Fisiologia Integrativa dell'Università degli Studi di Edimburgo ha detto: "I ritmi di attività cerebrale sono molto misteriosi e la ricerca aiuta a far luce su questa area così come ci aiuta a capire come il nostro cervello codifica le informazioni sul territorio. E' particolarmente interessante che le cellule ritenute capaci di codificare la posizione non segnalino tra di loro direttamente, ma lo facciano attraverso cellule intermedie. Questa è un po' come se i componenti di una squadra non parlassero tra di loro, ma mandino il messaggio tramite i membri della squadra avversaria".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Edinburgh.

Riferimento:
Hugh Pastoll, Lukas Solanka, Mark CW van Rossum, Matthew F. Nolan. Feedback Inhibition Enables Theta-Nested Gamma Oscillations and Grid Firing Fields. Neuron, 2013; 77 (1): 141 DOI: 10.1016/j.neuron.2012.11.032.

Pubblicato in ScienceDaily il 10 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)