Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco anti-ictus potrebbe aiutare a riparare i danni dell'Alzheimer

Una nuova ricerca della University of Georgia, identifica i meccanismi responsabili per la rigenerazione dei vasi sanguigni nel cervello.

Alla ricerca dei modi per migliorare gli esiti dei pazienti colpiti da ictus, i ricercatori guidati da Susan Fagan, assistente preside per i programmi clinici della Facoltà di Farmacia della UGA, hanno usato il candesartan (un farmaco comunemente prescritto per la riduzione della pressione arteriosa) per identificare i fattori di crescita specifici del cervello responsabili del recupero dopo un ictus.


I risultati sono stati pubblicati on-line il 4 Dicembre scorso nel Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. Sebbene il candesartan abbia dimostrato di proteggere il cervello dopo un ictus, il suo uso è generalmente evitato perché l'abbassamento rapido della pressione sanguigna di una persona dopo un ictus può causare problemi, perchè diminuisce l'ossigeno necessario al cervello durante il periodo critico di tempo che segue un ictus.


"La cosa davvero unica che abbiamo scoperto è che il candesartan può aumentare la secrezione del fattore neurotrofico derivato dal cervello, e l'effetto è separato dall'effetto di abbassamento della pressione del sangue", ha detto il co-autore Alhusban Ahmed, candidato al dottorato nel College of Pharmacy. "Questo contribuirà a individuare una nuova area per il trattamento dell'ictus e di altre lesioni cerebrali".


Alhusban e Fagan hanno lavorato con Anna Kozak, un ricercatore della Facoltà, e Adviye Ergül, professore e direttore del programma di fisiologia del corso di laurea alla Georgia Health Sciences University. Essi sono i primi a dimostrare che gli effetti positivi del candesartan sulla crescita dei vasi sanguigni del cervello sono causati dal fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF). La ricerca mostra che quando il candesartan blocca il recettore di tipo 1 dell'angiotensina II (che abbassa la pressione sanguigna), esso stimola il recettore AT2 e aumenta la secrezione di BDNF, fatto che induce la riparazione del cervello attraverso la crescita di nuovi vasi sanguigni.


"Il BDNF è un attore fondamentale per l'apprendimento e la memoria", dice la Fagan, professore dell'Albert W. Jowdy. "Una riduzione del BDNF nel cervello è associato all'Alzheimer e alla depressione, e quindi è interessante riuscire ad aumentare il fattore di crescita con un farmaco comune". L'AT2 è un recettore cerebrale responsabile dell'angiogenesi, la crescita di nuovi vasi sanguigni da vasi preesistenti. L'angiogenesi è un processo normale e vitale nella crescita e nello sviluppo umano e nella guarigione.


Per lo studio, i ricercatori hanno usato sia modelli viventi di ratto e sia cellule del cervello umano. Dei gruppi sono stati trattati con una dose bassa o alta di angiotensina II da sola o in combinazione con una dose di candesartan. Il candesartan ha promosso l'angiogenesi, ma questo effetto è stato completamente impedito dal blocco del BDNF o dalla disattivazione del recettore AT2. Questo metodo ha identificato il coinvolgimento del recettore AT2 nella secrezione del BDNF.


"Questo obiettivo è cruciale per migliorare il recupero e ridurre la disabilità conseguente nelle vittime di ictus", ha detto Alhusban. "Sappiamo che le proteine dell'angiogenesi sono sovraregolate nella settimana dopo una lesione cerebrale. La stimolazione del recettore AT2 con un farmaco può probabilmente migliorare questa parte dei meccanismi di recupero del cervello stesso". I farmaci che hanno dimostrato di rilanciare il BDNF non danno benefici solo alle vittime di ictus, ma potrebbero avere un ruolo in altri danni cerebrali, in particolare ai veterani con lesioni cerebrali traumatiche legate al combattimento.


Ci sono attualmente in sviluppo farmaci che attivano il recettore AT2 come meccanismo per la protezione cerebrale, ma lo sviluppo di farmaci richiede da 5 a 10 anni prima che tale terapia sia disponibile al pubblico. La ricerca è stata finanziata dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke dei National Institutes of Health e da Veterans Affairs Merit Review e da una borsa pre-dottorato dell'Università della Scienza e della Tecnologia di Giordania.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Georgia. Articolo originale scritto da April Reese Sorrow.

Riferimento:
A. Alhusban, A. Kozak, A. Ergul, SC Fagan. AT1 receptor antagonism is proangiogenic in the brain: BDNF a novel mediator. Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, 2012; DOI: 10.1124/jpet.112.197483

Pubblicato in ScienceDaily il 20 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.