Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La memoria cala più rapidamente in vecchiaia; l'attività mentale è la protezione migliore

Nuove ricerche ritengono che il calo di memoria di una persona avvenga ad un ritmo più veloce nei due anni e mezzo prima della morte rispetto a qualsiasi altro momento dopo che sono cominciati.

Un secondo studio dimostra che mantenersi mentalmente in forma con giochi da tavolo o letture può essere il modo migliore per preservare la memoria durante la vecchiaia.


Entrambi gli studi sono stati pubblicati il 4 aprile 2012 nell'edizione on line di Neurology®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.

--- 1 ----------------
Nel primo studio, 174 preti cattolici, suore e monaci che non avevano problemi di memoria hanno testato la loro memoria ogni anno da sei a 15 anni prima della morte. Dopo la morte, gli scienziati hanno cercato nel cervello le caratteristiche dell'Alzheimer chiamate placche e grovigli. "Nel nostro primo studio, abbiamo utilizzato la fine della vita come punto di riferimento per la ricerca sul declino della memoria, piuttosto che la nascita o l'inizio dello studio", ha detto l'autore dello studio Robert S. Wilson, PhD, del Rush University Medical Center di Chicago.


Lo studio ha trovato che circa due anni e mezzo (in media) prima della morte, diverse abilità di memoria e di pensiero tendevano a diminuire assieme, con tassi più veloci di 8-17 volte rispetto a prima di questo periodo terminale. Elevati livelli di placche e grovigli erano legati a un esordio più precoce di questo periodo terminale, ma non al tasso di declino della memoria durante lo stesso periodo.


Nell'editoriale di accompagnamento, l'autore Hiroko H. Dodge, PhD, della Oregon Health and Science University di Portland e membro della American Academy of Neurology, ha osservato: "I risultati suggeriscono che i cambiamenti nelle capacità mentali durante i due o tre anni prima della morte non sono guidati direttamente da processi legati all'Alzheimer, ma invece che la memoria e gli altri declini cognitivi possono comportare alcuni cambiamenti biologici nel cervello che sono specifici del fine vita. Lo studio di Wilson e dei suoi co-autori approfondisce la nostra comprensione del declino cognitivo terminale".

 

--- 2 -------------
Il secondo studio, anch'esso condotto da Wilson, si è concentrato sulle attività mentali e ha coinvolto 1.076 persone con un'età media di 80 anni, senza demenza. I partecipanti sono stati sottoposti a esami annuali della memoria per circa cinque anni. Hanno segnalato la frequenza con cui leggono il giornale, scrivono lettere, visitano una biblioteca e fanno giochi da tavolo come scacchi o dama. La frequenza di queste attività mentali è stata valutata su una scala da uno a cinque, uno significa una volta l'anno o meno e cinque rappresenta ogni giorno o quasi ogni giorno.


I risultati hanno mostrato che la partecipazione delle persone alle attività mentalmente stimolanti e il loro funzionamento mentale è diminuito in percentuali simili nel corso degli anni. I ricercatori hanno anche scoperto che si poteva prevedere il livello del funzionamento cognitivo dei partecipanti, osservando il loro livello di attività mentale nell'anno precedente, ma questo livello di funzionamento cognitivo non riusciva a prevedere l'attività mentale successiva. "I risultati suggeriscono un rapporto di causa ed effetto: essere mentalmente attivi porta ad una migliore salute cognitiva in età avanzata", ha detto Wilson.


Gli studi sono stati finanziati dal National Institute on Aging e dall'Illinois Department of Health.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della American Academy of Neurology (AAN), via Newswise.

Riferimento: Robert S. Wilson, Eisuke Segawa, Patricia A. Boyle and David A. Bennett. Influence of late-life cognitive activity on cognitive health. Neurology, April 4, 2012 DOI: 10.1212/WNL.0b013e31824f8c03.

Pubblicato in ScienceDaily il 4 aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.