Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I geni guidano l'intelligenza per tutta la vita

La maggior parte delle persone hanno incontrato sessantacinquenni che non sono così "a posto" come erano una volta, e alcuni novantenni che sono ancora acuti, pungenti come un colpo di frusta. Cosa provoca le differenze?

Utilizzando l'analisi genetica e test di intelligenza di un gruppo di persone durante l'infanzia e la vecchiaia, i ricercatori hanno concluso che sia i geni che i fattori ambientali contribuiscono a mantenere il livello di intelligenza per tutta la durata della vita.


"Abbiamo stimato che circa un quarto dei cambiamenti di tutta la vita nei punteggi dei test di intelligenza potrebbero essere dovuti a fattori genetici", ha detto l'autore dello studio Ian Deary, professore di psicologia differenziale e direttore del Centre for Cognitive Ageing and Cognitive Epidemiology della University of Edinburgh in Scozia. Lo studio compare on line nell'edizione del 18 gennaio di Nature.


Mantenere la salute del cervello nell'età avanzata è la chiave per invecchiare bene, e comprende la possibilità di fare attività quotidiane e rimanere indipendenti, secondo le premesse del rapporto. Molta della ricerca precedente ha scoperto che la quantità di intelligenza da adolescenti è la stessa nell'età adulta e in vecchiaia. E tuttavia, "l'intelligenza di alcune persone invecchia meglio di quella di altri", hanno notato Deary e colleghi.


Nello studio, i ricercatori hanno usato i dati del genoma di 1.940 persone non parenti della Scozia, insieme alle informazioni dei test di intelligenza dei partecipanti che hanno preso quando avevano circa 11 anni, e poi tra 54 e 68 anni e infine a 65, 70 o 79 anni. La ricerca dell'associazione sull'intero genoma "coinvolge la scansione rapida dei marcatori attraverso la serie completa del DNA, o genoma, di molte persone, per trovare variazioni genetiche", spiegano al US National Human Genome Research Institute.


Il gruppo di Deary ha cercato appositamente le differenze nei frammenti di DNA chiamati SNP (polimorfismi del singolo nucleotide), associate a persone la cui intelligenza è diminuita o è rimasta stabile. "Siamo riusciti a effettuare stime del contributo genetico alle differenze di intelligenza nell'infanzia e nella vecchiaia, e la variazione tra questi tempi, nel popolo stesso", ha detto Deary. "La novità di queste stime è che sono state fatte da test reali del DNA, non da studi su gemelli o adozioni".


S. Duke Han, professore assistente nel dipartimento di scienze comportamentali e neuropsicologo clinico al Medical Center della Rush University di Chicago, ha detto che lo studio è unico nel senso che è stato in grado di misurare l'intelligenza nello stesso gruppo di persone in un lungo lasso di tempo.


"Ci sta dicendo quello che molti ricercatori hanno accettato da tempo, che l'intelligenza sembra essere molto influenzata dalla genetica, ma anche da fattori ambientali"
, ha detto Han. Tali fattori ambientali possono includere cose che influenzano la salute cardiovascolare, le esposizioni a sostanze tossiche e l'istruzione, tra gli altri.


Nell'analizzare i dati, i ricercatori sono stati in grado di fare ampie inferenze sul ruolo della genetica nel mantenere l'intelligenza nel corso della vita, ma non erano in grado di identificare i geni specifici o le varianti genetiche che potrebbero contribuire [a realizzarlo]. Gli autori dello studio indicano che, in generale, c'è una "carenza di dati sulle influenze genetiche sul cambiamento cognitiva nel corso della vita", con poche eccezioni. La mutazione APOE4, per esempio, è un fattore di rischio per il grave declino cognitivo associato all'Alzheimer.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Ian Deary, Ph.D., professore di psicologia differenziale e direttore del Centre for Cognitive Ageing and Cognitive Epidemiology della University of Edinburgh in Scozia; S. Duke Han, Ph.D., assistente professore del dipartimento di scienze comportamentali e neuropsicologo clinico, Rush University Medical Center, Chicago, 18 Gennaio, 2012, Natura, on line.

Pubblicato in HealthDay del 18 gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.