Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mappa di interazione tra proteine chiarisce come l'Alzheimer rompe la comunicazione tra cellule cerebrali

Ricercatori e collaboratori del Mount Sinai hanno identificato una rete proteica critica come obiettivo promettente per lo sviluppo di trattamenti futuri.

Viewing brain cells interaction at Mount Sinai New York

Un nuovo studio condotto al Mount Sinai di New York offre una delle visioni più complete del modo in cui le cellule cerebrali interagiscono nel morbo di Alzheimer (MA), mappando le reti proteiche che rivelano fallimenti di comunicazione, e indica nuove opportunità terapeutiche.


Lo studio, pubblicato su Cell, ha analizzato l'attività proteica nel tessuto cerebrale di quasi 200 individui. I ricercatori hanno scoperto che le interruzioni nella comunicazione tra i neuroni e le cellule cerebrali di supporto chiamate glia, in particolare gli astrociti e le microglia, sono strettamente legate alla progressione del MA. Una proteina in particolare, chiamata AHNAK, è stata identificata come una guida cruciale di queste interazioni dannose.


"Il MA non è solo accumulo di placca o neuroni che muoiono; è come si rompe l'intero ecosistema cerebrale", ha dichiarato l'autore senior Bin Zhang PhD, professore di neurogenetica e direttore del Center for Transformative Disease Modeling del Mount Sinai. "Il nostro studio mostra che la perdita di comunicazione sana tra neuroni e cellule gliali può essere una delle principali cause di progressione della malattia".


La maggior parte della ricerca di MA si è concentrata sull'accumulo di placche amiloidi e grovigli tau. Ma questi accumuli proteici da soli non spiegano la storia completa e alcuni trattamenti che puntano le placche producono solo un beneficio modesto. In questo studio, il team ha adottato quello che è noto come approccio 'senza supervisione' (analisi che non inizia con ipotesi su quali proteine ​​contano di più), esaminando i campioni di tessuto cerebrale da quasi 200 individui con e senza MA.


"Questo studio ha allargato la visuale, esaminando come interagiscono più di 12.000 proteine ​​all'interno del cervello", ha affermato il coautore senior Junmin Peng PhD, professore di biologia strutturale e di neurobiologia dello sviluppo al St. Jude Children's Research Hospital. "Usando una tecnologia di profilazione proteomica all'avanguardia, abbiamo quantificato l'espressione proteica in tutto il cervello, consentendo una visione completa delle alterazioni e delle interazioni proteomiche nel MA".


Con una modellazione computazionale avanzata, hanno costruito reti su larga scala che hanno mappato l'interazione di queste proteine e individuato dove la comunicazione si rompe nella malattia, consentendo di identificare interi sistemi che deragliano, piuttosto che concentrarsi su una singola molecola. Il più critico di questi sistemi è la comunicazione glia-neurone, che si trova proprio al centro delle reti proteomiche del MA. Nel cervello sano, i neuroni inviano e ricevono segnali, mentre le cellule gliali li supportano e li proteggono. Ma nel MA, questo equilibrio sembra essere perso: le cellule gliali diventano iperattive, i neuroni diventano meno funzionali e l'infiammazione aumenta. Questo cambiamento era coerente tra più insiemi di dati indipendenti.


Analizzando il modo in cui cambiano le reti proteomiche nel MA, i ricercatori hanno identificato una serie di proteine ​​'guida cruciale', molecole che sembrano avere ruoli fuori misura nell'attivare o accelerare la malattia. L'AHNAK, una proteina presente principalmente negli astrociti, era una delle guide principali. Il team ha scoperto che i livelli di AHNAK aumentano man mano che il MA progredisce e sono associati a livelli più elevati di proteine ​​tossiche nel cervello, come amiloide-beta e tau. Per testare il suo impatto, hanno usato modelli di cellule cerebrali umane derivate dalle cellule staminali. La riduzione di AHNAK in queste cellule ha portato a un calo dei livelli di tau e ha migliorato la funzione dei neuroni coltivati in laboratorio.


"Questi risultati suggeriscono che AHNAK potrebbe essere un promettente obiettivo terapeutico", ha affermato la coautrice senior Dongming Cai MD/PhD, prof.ssa di neurologia e direttrice del Grossman Center for Memory Research and Care all'Università del Minnesota. "Abbassando la sua attività, abbiamo visto sia meno tossicità che più attività neuronale, due segni incoraggianti che potremmo essere in grado di ripristinare per una funzione cerebrale più sana".


Mentre l'AHNAK è un candidato forte per lo sviluppo di farmaci futuri, la ricerca fornisce anche un quadro più ampio per comprendere e trattare il MA. Lo studio ha identificato più di 300 proteine ​​che raramente sono state studiate nel contesto della malattia, offrendo nuove direzioni per la ricerca. Ha anche dimostrato che diversi fattori biologici, come il genere e la genetica, possono influenzare il modo in cui si comportano queste reti proteiche. Ad esempio, le persone con il gene APOE4, un fattore di rischio genetico noto per il MA, hanno mostrato schemi distinti di rottura della rete rispetto a quelli senza il gene.


Seppure sia necessario più lavoro per studiare l'AHNAK e altre proteine ​​chiave nei sistemi viventi, i dati completi di questo studio sono disponibili pubblicamente per i ricercatori di tutto il mondo, accelerando i progressi in tutto il settore.


"Questo studio apre un nuovo modo di pensare il MA, non solo come un accumulo di proteine ​​tossiche, ma come una rottura del modo in cui si parlano le cellule cerebrali", ha aggiunto il dott. Zhang. "Comprendendo quelle conversazioni e dove vanno male, possiamo iniziare a sviluppare trattamenti che riportano in equilibrio il sistema".

 

 

 


Fonte: Mount Sinai (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E Wang, [+27], B Zhang. Multiscale proteomic modeling reveals protein networks driving Alzheimer’s disease pathogenesis. Cell, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)