Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La ricerca di Alzheimer si sposta verso l'equilibrio del sistema immunitario

 

Gli scienziati sanno da tempo che il morbo di Alzheimer (MA) è collegato all'accumulo di proteine ​​dannose nel cervello e alla graduale perdita di cellule nervose. Una di queste proteine, l'amiloide, si raggruppa fuori dalle cellule cerebrali per formare placche appiccicose, mentre un'altra proteina, la tau, si aggroviglia all'interno delle cellule. Insieme, questi cambiamenti interrompono la comunicazione tra i neuroni e contribuiscono alla perdita di memoria.


Negli ultimi anni, anche l'infiammazione cerebrale continua, cronica, è stata riconosciuta come caratteristica chiave. Fino ad ora, si pensava che questa infiammazione fosse principalmente causata dalla prima linea di difesa del cervello, ma nuove prove suggeriscono che anche altre parti del sistema immunitario possono avere un ruolo significativo.


Questa intuizione potrebbe trasformare la nostra comprensione del MA e ispirare nuovi approcci terapeutici. Per capirne di più, ricercatori dell'Ospedale Universitario della Fujian University e del Fujian Key Laboratory of Molecular Neurology in Cina hanno esaminato decenni di studi sul ruolo dell'immunità adattiva nel MA. La revisione, guidata dal dott. Xiaochun Chen, è pubblicata sul Chinese Medical Journal.


"Il MA è da tempo visto principalmente attraverso la lente di amiloide, tau e immunità innata", afferma il dott. Chen. "La nostra revisione mostra che anche le cellule immunitarie adattive, come le cellule T e B, sono profondamente coinvolte e questo apre nuovi modi di pensare a come si sviluppa la malattia e come potrebbe essere trattata".


Il sistema immunitario adattivo è più noto per il montaggio delle risposte mirate a lungo termine attraverso cellule specializzate chiamate cellule T e B. Nel MA, queste cellule sembrano entrare nel cervello attraverso una barriera emato-encefalica indebolita. Una volta dentro, interagiscono con le cellule cerebrali in modi complessi. Alcune cellule T rilasciano molecole infiammatorie che peggiorano il danno, mentre altre sembrano avere effetti protettivi. Allo stesso modo, le cellule B possono contribuire a reazioni immunitarie dannose ma possono anche aiutare a pulire le proteine ​​tossiche.


"L'immunità adattiva sembra comportarsi come una lama a doppio taglio", afferma il dott. Chen. "Alcune cellule immunitarie sembrano accelerare la perdita di memoria e il danno cerebrale, mentre altre possono aiutare a proteggere da tutto ciò. Capire come spostare l'equilibrio verso il lato utile è un obiettivo della prossima ricerca".


Queste intuizioni hanno importanti implicazioni per la terapia. Le immunoterapie che puntano l'amiloide hanno mostrato risultati contrastanti, con farmaci come aducanumab e lecanemab che scatenano sia speranze che controversie. La revisione suggerisce che un approccio più ampio, che considera anche risposte immunitarie adattive, potrebbe fornire risultati più efficaci. Le potenziali strategie includono trattamenti volti a riequilibrare l'attività delle cellule T e B, sviluppare vaccini o regolare le terapie su misura di individui con specifici fattori di rischio genetico.


Gli autori sottolineano che resta molto da comprendere: stanno ancora lavorando per chiarire come le cellule immunitarie entrano nel cervello, perché agiscono in modo diverso in pazienti diversi e in che modo i cambiamenti immunitari legati all'età si intersecano con il MA. Queste domande saranno cruciali per progettare diagnosi precise e terapie efficaci.


"L'immunità adattiva è passata da nota a margine a essere riconosciuta come un giocatore chiave nel MA", aggiunge il dott. Chen. "Stiamo solo iniziando a cogliere la sua complessità, ma questa linea di ricerca può aiutare a trasformare il modo in cui preveniamo e trattiamo la malattia".


Nel complesso, questa revisione evidenzia il crescente consenso sul fatto che il MA non è solo un disturbo di placche e grovigli, ma anche una malattia di squilibrio immunitario. Mentre l'onere del MA continua a crescere in tutto il mondo, capire e sfruttare il sistema immunitario può aprire nuove strade per la prevenzione e il trattamento, offrendo speranza a pazienti, famiglie e sistemi sanitari.

 

 

 


Fonte: Chinese Medical Journals Publishing House Co via Neuroscience News (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: H Liu, [+2], X Chen. Adaptive immunity in the neuroinflammation of Alzheimer’s disease. Chinese Medical Journal, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.