Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Superfici magnetiche guidano la crescita delle proteine legate all'Alzheimer [studio]

Un nuovo studio mostra che il modo in cui le proteine amiloidi si assemblano in fibrille può essere significativamente influenzato dall'orientamento di rotazione degli elettroni su superfici magnetizzate. A seconda della direzione della magnetizzazione e della chiralità dei componenti delle proteine, i ricercatori hanno osservato importanti differenze nel numero, nella lunghezza e nella struttura delle fibrille risultanti.

Amyloid assembly dynamics Kapon et al / ACSNano

Lo studio ha scoperto che l'orientamento magnetico di una superficie può influire significativamente sul modo in cui alcune proteine, in particolare quelle associate al morbo di Alzheimer (MA), si assemblano in strutture più grandi. I risultati suggeriscono che una proprietà fisica nota come 'rotazione elettronica' (electron spin) può influenzare l'autoassemblaggio biologico, con potenziali implicazioni per capire ed eventualmente intervenire nelle condizioni neurodegenerative.


Lo studio è stato pubblicato su ACS Nano e guidato da Yael Kapon, dottorando dell'Istituto Fisica Applicata dell'Università Ebraica di Gerusalemme, sotto la guida del Prof. Yossi Paltiel e in collaborazione con il Prof. Ehud Gazit dell'Università di Tel Aviv.

 

Campi magnetici e fibrille amiloidi

Il centro della ricerca è l'amiloide-beta (Aβ₁-₄₂), un peptide corto noto per formare fibrille e placche appiccicose nel cervello delle persone con MA. Usando superfici magnetizzate, il team ha studiato come questi peptidi si aggregano e se l'orientamento di spin del substrato - essenzialmente, la direzione in cui gli elettroni sono allineati - potrebbe influenzare il processo.


I risultati sono stati sorprendenti. Quando la magnetizzazione della superficie è stata allineata in una direzione, le proteine amiloidi hanno formato quasi il doppio delle fibrille, alcune fino a 20 volte più lunghe, rispetto a quando la magnetizzazione è stata invertita. Il modello si è capovolto anche quando i ricercatori hanno usato una versione del peptide con chiralità opposta (o 'lateralità' molecolare), indicando un forte effetto dipendente da spin.


Questi comportamenti sono coerenti con un fenomeno noto come 'selettività di spin indotta da chirale' (CISS, Chiral-Induced Spin Selectivity), in cui le molecole chirali (asimmetriche) interagiscono in modo diverso con gli elettroni a seconda della loro rotazione. Sebbene questo effetto sia stato studiato in chimica e scienze dei materiali, solo recentemente ha iniziato a essere esplorato nei sistemi biologici.

 

Comprendere il ruolo dello spin in biologia

Gli autori dello studio ritengono che l'interazione tra chiralità molecolare e spin di elettroni possa avere un ruolo finora sottovalutato nell'autoassemblaggio delle proteine. Usando tecniche come la microscopia elettronica e la spettroscopia a infrarossi, hanno anche scoperto che le strutture amiloidi risultanti variavano non solo per dimensioni e quantità, ma nella loro disposizione molecolare sottostante, a seconda della direzione della magnetizzazione.


"Stiamo cominciando a vedere che la biologia potrebbe essere più sensibile allo spin di quanto si pensava", ha affermato il Prof. Yossi Paltiel dell'Università Ebraica. "Il nostro lavoro mostra che le forze correlate allo spin possono influenzare direttamente il modo in cui le proteine si aggregano. Questa è una nuova dimensione da considerare quando si pensa a malattie come il MA, che coinvolgono l'accumulo di questo tipo di fibrille".


Il Prof. Ehud Gazit, uno dei principali esperti di autoassemblaggio proteico dell'Università di Tel Aviv, ha aggiunto: "Questi risultati aggiungono un nuovo strato alla nostra comprensione della formazione di amiloide. Suggeriscono che proprietà fisiche come lo spin di elettroni - non solo le interazioni biochimiche - possono avere un ruolo significativo nel modo in cui si sviluppano queste strutture dannose. Ciò apre nuove possibilità per la progettazione di tecnologie che influenzano il comportamento proteico in modi mirati e non invasivi".

 

Uno sguardo al futuro: applicazioni e possibilità

Sebbene i risultati siano ancora nel regno della ricerca di base, indicano nuovi modi di pensare a come controllare l'aggregazione di proteine indesiderate. Il team suggerisce che un giorno si potrebbero usare materiali magnetizzati o polarizzati con spin - come nanoparticelle appositamente progettate o membrane di filtrazione - per influenzare o interrompere selettivamente la formazione di strutture amiloidi dannose. Tali tecnologie potrebbero trovare applicazioni non solo nel trattamento delle malattie neurodegenerative, ma anche nell'amiloidosi legata alla dialisi e ad altre condizioni mediche.


"Questo studio ci offre un nuovo strumento per sondare il modo in cui le proteine si uniscono", ha detto Kapon. "Speriamo che aiuti a guidare la ricerca futura su come rallentare, prevenire o deviare questi processi in modo controllato".


La ricerca si aggiunge a un corpo crescente di lavoro che esplora come le proprietà fisiche, oltre alle interazioni chimiche, possono influenzare il comportamento biologico. Sottolinea inoltre il valore della collaborazione interdisciplinare, unendo fisica, chimica e biomedicina.

 

 

 


Fonte: Hebrew University of Jerusalem via AlphaGalileo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y kapon, [+10], Y Paltiel. Controlling Amyloid Assembly Dynamics Using Spin Interfaces. ACS Nano, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.