Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sordità e solitudine aprono la strada alla demenza

Un team dell'Università di Ginevra ha dimostrato che la perdita dell'udito, combinata con il senso di solitudine, accelera il declino cognitivo negli anziani.

man alone towards the mist Foto: reneterp 25763 / pexels

Isolamento, difficoltà di comunicazione, vigilanza ridotta: la compromissione o la perdita dell'udito sono una vera sfida nella vita quotidiana. Nel tempo, può anche diventare un fattore di rischio per il declino cognitivo. Un team dell'Università di Ginevra (UNIGE) ha analizzato i dati di 33.000 anziani di tutta Europa per esaminare l'impatto combinato della perdita di udito e della solitudine sulla memoria.


Hanno identificato tre profili distinti in base al grado di isolamento sociale e alla solitudine percepita. I risultati mostrano che la perdita di udito accelera il declino cognitivo, in particolare nelle persone che si sentono sole, indipendentemente dal fatto che siano socialmente isolate. Questi risultati, pubblicati in Communication Psychology, confermano la necessità di cura precoce e preventiva dell'udito.


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi 2,5 miliardi di persone avranno perdita o compromissione dell'udito entro il 2050. Più del 25% degli over-60 ha un danno disabilitante dell'udito. Oltre alle sfide sociali che crea, questa perdita - o riduzione - è legata a un rischio significativamente più alto di declino cognitivo in tarda età. Tale rischio può essere da 2 a 3 volte superiore per le persone colpite.


Un team congiunto dei laboratori Lifespan Developmental Psychology e Cognitive Ageing dell'Università di Ginevra (UNIGE) ha deciso di studiare se la combinazione tra difficoltà uditive e senso di solitudine - misurati oggettivamente o percepiti soggettivamente - può essere associata al declino accelerato della memoria nell'anzianità.


"Questo è un approccio relativamente nuovo"
, spiega Charikleia Lampraki, ricercatrice post-dottorato dell'UNIGE e prima autrice dello studio. "Sebbene alcuni studi abbiano suggerito che questa potrebbe essere una strada promettente, pochissimi team di ricerca l'hanno effettivamente esplorata".

 

33.000 persone studiate

Per condurre l'analisi, i ricercatori hanno attinto ai dati dello studio su larga scala SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe), una indagine longitudinale lanciata nel 2002 per esaminare la salute e l'invecchiamento degli europei over-50.<em "Abbiamo attinto ai dati di 12 paesi, che rappresentano un campione di 33.000 persone", spiega l'assistente professore Andreas Ihle, direttore dello studio.


I partecipanti sono intervistati ogni 2 anni su vari aspetti della loro vita quotidiana - come attività, connessioni sociali e percezioni - e si sottopongono a test su funzioni cognitive come la memoria episodica, con esercizi standardizzati. Il team di ricerca dell'UNIGE ha identificato tre profili distinti relativi al problema: (1) individui socialmente isolati e che si sentono soli, (2) individui che non sono socialmente isolati ma si sentono comunque soli e (3) individui socialmente isolati ma che non si sentono soli.

 

Isolamento e sordità: un cocktail 'esplosivo'

Gli scienziati hanno quindi esaminato se questi tre profili avevano traiettorie diverse di declino cognitivo, a seconda del tipo di isolamento percepito e del grado di perdita dell'udito.


"Abbiamo scoperto che le persone che non erano socialmente isolate ma che si sentivano sole vedevano accelerare il loro declino cognitivo quando erano sorde''
, afferma Matthias Kliegel, professore della facoltà di psicologia e scienze educative dell'UNIGE, coautore dello studio.


Questi risultati confermano l'importanza di affrontare sia la perdita di udito che le dimensioni sociali ed emotive degli individui negli sforzi per prevenire il declino cognitivo. Ciò è particolarmente cruciale per le persone che non sono socialmente isolate, ma che si sentono comunque sole; in questi casi, semplici interventi all'udito, come un apparecchio acustico, possono essere sufficienti per aiutarli a impegnarsi più pienamente nella vita sociale.

"Questi individui sono già socialmente integrati, quindi si tratta di rimuovere una barriera sensoriale per rafforzare il loro impegno e proteggere la loro salute cognitiva", conclude Charikleia Lampraki.

 

 

 


Fonte: Université de Genève (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Lampraki, [+8], A Ihle. Profiles of social isolation and loneliness as moderators of the longitudinal association between uncorrected hearing impairment and cognitive aging. Comm Psy, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)