Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Colpi di testa nel calcio hanno un impatto piccolo, ma rilevabile, sul cervello adulto

stockvault heading for the goal204227 rev

Una nuova ricerca guidata dall'Università di Sydney ha scoperto che colpire di testa un pallone da calcio altera il cervello, nonostante non abbia alcun impatto immediato sulla cognizione. I risultati di questo esperimento, primo al mondo, aggiungono prove che colpire un pallone nello sport più giocato al mondo può avere un impatto sul cervello, anche quando non c'è commozione cerebrale.


I risultati segnalano la necessità di ulteriori ricerche sugli effetti a lungo termine dei colpi di testa, affermano i suoi autori, visto che diventa sempre più evidente il rischio superiore di demenza tra gli ex calciatori professionisti. E danno anche motivo di studiare interventi protettivi che includono nutrizione e cannabinoidi. Lo studio, pubblicato su The Sports Medicine - Open, è il primo controllato randomizzato a misurare l'impatto dei colpi di testa con la risonanza magnetica (MRI) sui calciatori.


Una squadra di ricercatori, supervisionati del professor Iain McGregor, ha eseguito valutazioni sul cervello di 15 calciatori maschi, appena dopo che i giocatori hanno dato colpi di testa a un pallone da calcio 20 volte in altrettanti minuti. Con le strutture di MRI all'avanguardia di Neuroscience Research Australia (NeuRA), i ricercatori hanno cercato cambiamenti regionali nella struttura, nella funzione e nella chimica del cervello.


Hanno anche eseguito test cognitivi e del sangue, in un ambiente strettamente controllato, con palloni lanciati a una velocità costante da una macchina. Ogni partecipante ha anche completato una condizione di controllo che comprendeva calciare, anziché colpire di testa, un pallone, permettendo ai ricercatori di isolare gli effetti del colpo di testa.


Le scansioni MRI hanno identificato cambiamenti sottili ma misurabili, che includevano alterazione della chimica in una regione del cervello coinvolta nel controllo motorio e una riduzione della conducibilità elettrica in diverse aree. Questi risultati suggeriscono che i colpi di testa influiscono sull'uso / richiesta di energia del cervello e sul modo in cui le informazioni vengono trasmesse nella materia bianca.


I campioni di sangue hanno mostrato livelli elevati di due proteine, GFAP e NFL, che ​​sono attualmente considerate tra i migliori biomarcatori del sangue disponibili per lesioni cerebrali e rischio di demenza futura. Tuttavia, i cambiamenti associati ai colpi di testa erano molto più piccoli di quelli visti di solito in queste condizioni. Non è stata osservata alcuna compromissione cognitiva dopo i colpi di testa.


"Questo studio non dimostra che colpire di testa provochi la demenza", ha affermato il dott. Nathan Delang, che ha guidato la ricerca come dottorando alla Griffith University, e ora è ricercatore post-dottorato all'Università del Queensland. “Dalla maggiore presenza di queste proteine ​​e dallo studio in generale noi deduciamo che colpire di testa il pallone può causare sottili rotture alle cellule cerebrali, anche senza sintomi evidenti. 

"Livelli elevati di questi biomarcatori indicano che le cellule cerebrali sono state disturbate a livello microstrutturale. Il significato clinico a lungo temine di tali piccoli aumenti è ancora in fase di studio, in particolare in relazione a quanto e quale modello potrebbe portare a effetti sulla struttura e sulla funzione del cervello".

 

Sicurezza nel calcio

Alcuni paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, stanno implementando gradualmente restrizioni ai colpi di testa, incluso il divieto della pratica tra i giocatori giovani. L'Australia non ha introdotto un tale divieto, ma sono in corso discussioni sulla sicurezza dei colpi di testa negli sport giovanili.


"Questi risultati suggeriscono che anche i colpi di testa di routine, senza sintomi, possono produrre sottili cambiamenti nel cervello. Il passo successivo è capire se questi cambiamenti si accumulano nel tempo e cosa potrebbe significare per la salute dei giocatori a lungo termine", ha detto la coautrice della ricerca Danielle McCartney, dell'Università di Sydney. "Nel frattempo, aumentiamo i richiami ai calciatori di usare cautela e forse considerare se molti colpi di testa sono necessari, in particolare in allenamento".

 

 

 


Fonte: University of Sydney (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Delang, [+18], D McCartney. The Acute Effects of Non-concussive Head Impacts on Brain Microstructure, Chemistry and Function in Male Soccer Players: A Pilot Randomised Controlled Trial. Sports Med - Open, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)