Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Antidepressivi di tipo SSRI ripristinano la funzione cerebrale nell'Alzheimer

Un nuovo studio suggerisce che i farmaci 'inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina' (SSRI), una classe comune di antidepressivi, possono fare di più che sollevare l'umore: potrebbero aiutare a ridurre il carico biologico dell'Alzheimer.

Dopamine and serotonin pathways Public Domain via Wikimedia CommonsPerocorso della serotonina (rosso) Fonte: NIH, Public Domain

I ricercatori hanno scoperto che l'uso di SSRI a lungo termine nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA) è associato a una ridotta patologia tau, un segno distintivo della malattia, e ha ripristinato l'attività in una regione cruciale del cervello, sebbene gli effetti sulla memoria e sulla cognizione rimanessero complessi.


Il 'nucleo del raphe dorsale' (DRN, dorsal raphe nucleus), una piccola regione nel profondo del tronco encefalico, è una delle prime aree a mostrare l'accumulo di tau nel MA. È anche la principale fonte di serotonina del cervello, il neurotrasmettitore puntato dagli SSRI. Questa nuova ricerca mostra che, nelle persone con MA, il DRN diventa metabolicamente pigro, ma il trattamento con SSRI sembra invertire questo effetto, aumentandone l'attività a livelli sani.


Il team di ricerca ha analizzato i dati di 191 partecipanti all'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI), confrontando le persone con e senza uso di SSRI. Ha misurato un biomarcatore della patologia tau (tau-181 fosforilata o p-tau181) nel sangue, ha eseguito scansioni cerebrali dell'attività metabolica e ha valutato le prestazioni cognitive con diversi test. Ha scoperto che i pazienti con MA che usavano SSRI avevano livelli plasmatici di p-tau181 significativamente più bassi rispetto a quelli che non assumevano antidepressivi.


Questi risultati suggeriscono un potenziale effetto protettivo degli SSRI sulla patologia tau. Le scansioni cerebrali hanno confermato che il DRN nei pazienti con MA è tipicamente ipometabolico, essenzialmente sotto-attivo. Tuttavia, i pazienti su SSRI hanno mostrato il ripristino del metabolismo del glucosio in questa regione, un segno di funzione neurale rinata. Questo effetto era specifico di quelli con MA; i partecipanti sani di controllo non hanno mostrato alcun cambiamento nel metabolismo DRN con l'uso di SSRI, probabilmente a causa di una regolamentazione di reazione integrata nel sistema della serotonina, che smorza l'attività non necessaria.


Nonostante questi promettenti risultati biologici, l'impatto degli SSRI sulle prestazioni cognitive è stato misto. Mentre alcuni pazienti hanno funzionato meglio in alcuni test cognitivi (come nel MoCA-Montreal Cognitive Assessment), altri non hanno mostrato miglioramenti misurabili. Curiosamente, la correlazione solita tra le diverse valutazioni cognitive si è interrotta negli utenti di SSRI, suggerendo che gli antidepressivi possono influenzare come viene misurato il declino cognitivo, piuttosto che come progredisce.


I ricercatori sottolineano che si trattava di uno studio trasversale, il che significa che non può dimostrare causa ed effetto. Inoltre, non ha tenuto conto dei tipi specifici o dei dosaggi degli SSRI utilizzati, né se il trattamento è iniziato prima o dopo l'insorgenza dei sintomi di MA. Tuttavia, questi risultati offrono un forte supporto a ulteriori studi clinici che esplorano tempi, durata e impatto cognitivo del trattamento SSRI nelle malattie neurodegenerative.


In sintesi, questo studio aggiunge prove crescenti che il sistema di serotonina del cervello è profondamente intrecciato con la patologia del MA. Mentre gli SSRI sono principalmente prescritti per i disturbi dell'umore, possono anche influenzare i processi chiave del MA, che includono il metabolismo delle regioni cerebrali vulnerabili e la diffusione di proteine ​​tossiche. Mentre i ricercatori continuano a sondare la connessione tra umore, memoria e chimica del cervello, gli SSRI possono offrire un sorprendente alleato nella lotta contro il declino cognitivo.

 

 

 


Fonte: University of Calgary via Neuroscience News (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: DJ Terstege, [+4], D Sargin. SSRIs reduce plasma tau and restore dorsal raphe metabolism in Alzheimer's disease. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)