Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Placche di amiloide-beta una 'scaffalatura che consente ad altre proteine di causare danni'?

neuron alzheimers plaque

Nuove scoperte ottenute alla Emory University di Atlanta stanno sfidando le teorie esistenti sulle origini del morbo di Alzheimer (MA), la causa principale di demenza negli anziani in tutto il mondo. Un team guidato da ricercatori del Goizueta Brain Health Institute ha trovato prove forti a sostegno di una nuova comprensione del meccanismo alla base della malattia.


In uno studio pubblicato su Cell Reports Medicine, Todd E. Golde e Yona Levites spiegano come i depositi di amiloide-beta (Aβ), noti da tempo per accumularsi nel cervello dei pazienti di MA, servono da impalcatura per l'accumulo di altre proteine. Poiché molte di queste proteine ​​hanno funzioni note di segnalazione, potrebbe essere la loro presenza attorno agli accumuli di Aβ (placche) il colpevole che causa il danno alle cellule cerebrali, piuttosto che l'Aβ stessa.


Nel cervello di coloro che soffrono di MA, l'Aβ si accumula, si trasforma in placca appiccicosa che interrompe le funzioni cerebrali e provoca il declino cognitivo. La grande incognita è stata finora come ciò accade precisamente. Secondo l'ipotesi più comune, l'accumulo di Aβ interrompe la comunicazione tra le cellule e attiva le cellule immunitarie in un processo che alla fine distrugge le cellule cerebrali.


Nello studio, Golde (direttore dell'Emory Center for Neurodegenerative Disease), la Levites (prof.ssa associata alla Emory University) e i loro colleghi, hanno presentato una nuova ipotesi, sottolineando un ruolo diverso dell'Aβ, una semplice proteina che si forma in tutti i cervelli, ma di norma è dissolta da processi naturali.


Negli esperimenti, hanno usato tecnologie analitiche di avanguardia per identificare e misurare il livello di oltre 8.000 proteine ​​nel cervello umano con MA, nonché di proteine ​​simili nei topi. Concentrandosi su proteine ​​i cui livelli sono aumentati in modo più drastico, ne hanno identificato più di 20 ​​che si accumulano con l'Aβ sia nel cervello umano con MA che nei topi. Sospettano che troveranno di più nel seguito della ricerca.


"Una volta identificate queste nuove proteine, volevamo sapere se erano semplici marcatori di MA o se possono effettivamente alterare la patologia mortale della malattia", afferma Golde. “Per rispondere a ciò, ci siamo concentrati su due proteine, midkina e pleiotrofina. La nostra ricerca ha dimostrato che esse accelerano l'aggregazione dell'amiloide sia in provetta che nei topi. In altre parole, queste proteine ​​aggiuntive possono avere un ruolo importante nel processo che porta al danno cerebrale, piuttosto che l'amiloide stesso. Ciò suggerisce che potrebbero essere una base per nuove terapie per questa terribile afflizione cerebrale che resiste al trattamento da anni".

 

Perché è importante

Anche se le basi del MA sono comprese da più di un secolo, la ricerca di una cura è stata lenta, spesso segnata da cicli ripetuti di trattamenti inizialmente promettenti, che però non hanno funzionato negli esperimenti, nonché da continue controversie su teorie in competizione per spiegare meglio come la malattia danneggia il cervello.


Come hanno scritto i ricercatori, “la nozione iniziale di 'cascata amiloide' puramente lineare è ora considerata semplicistica. Gli studi hanno svelato la vasta complessità dei cambiamenti che si verificano nel corso di decenni nel cervello degli individui mentre emergono le patologie di MA".


È significativo che diversi tipi di accumulo di amiloide, oltre all'Aβ, siano stati implicati in oltre 30 disturbi umani che colpiscono tessuti e organi in tutto il corpo. Poiché questa nuova ricerca propone un nuovo processo attraverso il quale il MA si sviluppa, può consentire nuovi approcci per la scoperta di obiettivi di trattamento anche per altre malattie.

 

 

 


Fonte: Emory Health Sciences (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Levites, [+33], TE Golde. Integrative proteomics identifies a conserved Aβ amyloid responsome, novel plaque proteins, and pathology modifiers in Alzheimer’s disease. Cell Reports Medicine, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.